sabato 6 marzo 2010

Pubblichiamo di seguito la nota inviata dalla Presidenza del Consiglio della Provincia di Brindisi al Sig. Ministro Brunetta e a S.E. Il Sig. Prefetto della provincia di Brindisi


Egr. Sig.
Prof. Renato BRUNETTA
Ministro per la P.A.
R O M A

S.E. IL PREFETTO DELLA
PROVINCIA DI
BRINDISI


Premetto che attualmente rivesto la carica di Presidente del Consiglio della Provincia di Brindisi.
Il Governo della Repubblica, presieduto dall’On. Berlusconi, nel lodevole e condivisibile intento di ottenere una gestione oculata delle risorse finanziarie ha, tra l’altro, emanato due norme l’art.27 L.133/2008 e l’art.32 L.69/2009 che impongono l’utilizzo della posta elettronica nello scambio di dati e di tutte le altre comunicazioni riguardanti lo svolgimento delle varie funzioni.
In ossequio a tale normativa con nota del 25.09.2009, l’Assessore al Bilancio della ns. Provincia, assieme al Dirigente del Servizio finanziario, hanno impartito al Dirigente Affari Istituzionali, dr. Gianfreda, la disposizione ad inviare ai Consiglieri provinciali tutti gli atti tramite e-mail.
Nella seduta del Consiglio Provinciale del 4 marzo, al primo punto dell’O.d.G. recava l’approvazione del verbale della precedente seduta del 27.1.2010.
Prendeva la parola il Consigliere Urso per il gruppo MPA e diceva di non potere approvare il verbale medesimo perché non gli era stato inviato il relativo documento cartaceo. Alla protesta si univa il Capogruppo PDL, dr. Nicola Ciracì. I due inscenavano una incredibile gazzarra contro il dr. Gianfreda e contro lo scrivente, a loro dire, reo di difendere il dirigente contro i consiglieri.
Il sottoscritto, cui Ciraci e Urso, con urla prolungate, ripetutamente impedivano di parlare, alla fine riusciva a dire che ad ognuno dei Consiglieri era stato inviato il verbale del 27 gennaio via e-mail e che non era più possibile l’invio del documento cartaceo.
Peggio Padre. I due si scatenavano ancora di più. La legge c.d. Brunetta per loro non conta e, perciò, pretendono che il Dirigente debba continuare ad inviare tutti i verbali ed ogni altra documentazione.
Insomma, le urla e gli strepiti dei due costringevano lo scrivente a sospendere la seduta, su richiesta del Capogruppo PD. I Capigruppo della maggioranza decidevano, per porre fine alla bagarre, di ritirare l’argomento posto all’OdG, cioè l’approvazione del 27.1.2010 e di chiedere al dr. Gianfreda di continuare ad inviare tutta la documentazione cartacea ai capigruppo consiliari.
Che poi vi sia una legge che vieta ciò, che poi venga frustrata la giusta aspettativa dei cittadini ad evitare quanto più possibile ogni spreco, tutto ciò poco importa. Importa che Ciraci e Urso non gridino in aula.
E’ probabile che, sentiti i colleghi consiglieri, mi decida ad Inviare il verbale e la registrazione della seduta alla Procura della Repubblica, perché il comportamento dei due ha oggettivamente interrotto la seduta consiliare.
Però sul piano politico è inaccettabile che chi cerca di fare rispettare la legge e di impedire un inutile spreco di danaro pubblico diventa agli occhi di costoro un incapace, uno da mettere alla gogna mediatica.
Distinti saluti
Brindisi 05.03.2010
Avv. Nicola Massari

1 commento:

  1. Hanno ragione ad urlare, Lei caro Presidente dimentica una cosa molto importante, costoro sono politici e ai politici si sa tutto è permesso.
    Ormai lo sanno anche i bambini, le leggi, non vengono fatte peressere rispettate da loro.
    I politici sono al disopra della legge.
    Se qualcuno aveva ancora dei dubbi, ora con il DL, con il quale sono state riammesse le liste, della Polverini nel Lazio,e di Formigoni in Lombardia,sicuramente questi(i dubbi) sono sta ti spazzati via.
    Un'altra cosa a cui abbiamo assistito è la farsa, messa in scena dall'opposizione TUTTA.
    I vari Bersani, D'Alema, Di Pietro ecc.. anzicche affermare che la legge non prevede la riammissione delle liste, e quindi dire che erano fuori senza se e senza ma, auspicavano una soluzione politica, affermavano di non voler vincere a tavolino.
    Ora che anche questi signori sono stati accontentati per DECRETO, fingono di gridare allo scandalo, urlano che la democrazia è in pericolo. A questi signori vorrei chiedere che cosa intendevano quando invocavano una soluzione politica.
    L'unica soluzione che la politica conosce, è quella di FOTTERSENE DELLA LEGGE, perchè il rispetto della legge non riguarda la classe politica.
    Il suo problema quindi caro Presidente fà quasi tenerezza, cosa vuole che sia mai trasgredire una leggina del genere. Avrei capito se si fosse trattato di nascondere qualche MALLOPPO indebitamente avuto in dono, oppure coprire qualche COCAINOMANE naturalmente onorevole, ma un problemino di corrispondenza questo no.
    Cordiali saluti

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