giovedì 29 luglio 2010

PDL: PIU' INCHIESTE PER TUTTI


Parlamentari e membri del governo cadono uno a uno, ma Berlusconi dice: "La legalità è la mia stella polare". Ecco la lista di indagati e condannati del partito del premier

Il giorno dopo le parole di Gianfranco Fini “nessun incarico nel partito agli indagati”, Silvio Berlusconi ha lanciato la sua controffensiva, sostenendo impunemente: “La legalità è la mia stella polare”. Ma dalla carta d’identità con cui il Pdl si presenta a Camera e Senato si direbbe il contrario. Sono almeno 35 gli indagati o condannati che siedono in Parlamento nelle file del partito del premier, una questione morale che si è allargata con le ultime vicende relative agli appalti sulle grandi opere e con l’inchiesta sulla P3, che coinvolge moltissimi big: da Verdini a Cosentino, da Dell’Ultri al sottosegretario Caliendo. Eppure i probiviri vogliono processare l’eretico Fabio Granata.

Abrignani Ignazio (deputato): è stato indagato a Milano per dissipazione post fallimentare nelle indagini sulla bancarotta Cit, agenzia di viaggi dello Stato.
Berlusconi Silvio (premier): 2 amnistie (falsa testimonianza P2, falso in bilancio Macherio); 2 assoluzioni per depenalizzazione del reato (falso in bilancio All Iberian, Sme-Ariosto); 8 archiviazioni (6 per mafia e riciclaggio, 2 per concorso in strage); 6 prescrizioni; 3 processi in corso (frode fiscale Mediaset, corruzione in atti giudiziari Mills, frode fiscale e appropriazione indebita Mediatrade), tutti sospesi in attesa che la Consulta si pronunci sulla legge sul legittimo impedimento.
Berruti Massimo (deputato): condannato a 8 mesi per favoreggiamento per aver depistato nel 1994 le indagini sulle tangenti Fininvest.
Brancher Aldo (deputato): condannato in secondo grado per falso in bilancio e finanziamento illecito, reato prescritto (il primo) e depenalizzato (il secondo). È imputato anche per la scalata Bnl, per la quale i suoi legali hanno chiesto il legittimo impedimento nel breve periodo in cui è stato ministro per il Federalismo.
Caliendo Giacomo (senatore e sottosegretario): indagato nell’inchiesta sulla nuova P3.
Camber Giulio (senatore): condannato a 8 mesi per millantato credito nell’ambito della Kreditna Banka. Era accusato di aver preso 100 milioni di lire.
Cantoni Giampiero (senatore): ha patteggiato 2 anni per corruzione e poi per concorso in bancarotta fraudolenta.
Ciarrapico Giuseppe (senatore): 5 condanne definitive fin dagli anni ‘70 per falso e truffa.
Comincioli Romano (senatore): imputato per false fatture e bilanci truccati di Publitalia, poi prescritto. Nel 2008 la giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato respinge la richiesta di usare le intercettazioni delle sue telefonate con Stefano Ricucci per la scalata al Corriere della Sera.
Cosentino Nicola (deputato ed ex sottosegretario): accusato di legami con il clan dei Casalesi, il Parlamento ha negato la richiesta d’arresto. Indagato anche nell’inchiesta sulla P3.
De Angelis Marcello (deputato): condannato a 5 anni per banda armata e associazione sovversiva come dirigente del gruppo neofascista Terza Posizione.
De Gregorio Sergio (senatore): è stato indagato a Napoli per riciclaggio e favoreggiamento della camorra e corruzione.
Dell’Utri Marcello (senatore): sette anni in appello per concorso in associazione mafiosa per le contestazioni precedenti il 1992. È indagato a Roma nell’inchiesta sulla P3. È accusato di calunnia per aver ordito un piano per screditare alcuni pentiti palermitani che l’avevano accusato nel processo per associazione mafiosa. Deve anche riaffrontare il processo per tentata estorsione ai danni dell’imprenditore siciliano Vincenzo Garaffa.
De Luca Francesco (deputato): è stato indagato per tentata corruzione in atti giudiziari: il clan camorristico dei Guida si sarebbe rivolto a lui per un processo in Cassazione.
Farina Renato (deputato): ha patteggiato 6 mesi (pena commutata in una multa di 6.480 euro) per favoreggiamento nel processo per il sequestro di Abu Omar.
Fasano Vincenzo (senatore): condannato a 2 anni per concussione nel 2007, pena indultata.
Firrarello Giuseppe (senatore): arrestato e condannato in primo grado a Catania a 2 anni e 6 mesi per turbativa d’asta per le tangenti sulla costruzione dell’ospedale Garibaldi. Poi prescritto.
Fitto Raffaele (deputato e ministro): rinviato a giudizio per sei reati, prosciolto per altri cinque. Ancora aperti 2 casi di corruzione, un illecito nei finanziamenti ai partiti, 1 peculato da 190 mila euro e 2 abusi d’ufficio.
Grillo Luigi (senatore): L’assemblea del Senato ha negato l’uso delle intercettazioni nell’ambito della Banca popolare di Lodi. Prescritto a Genova per truffa per la Tav.
Landolfi Mario (deputato): è stato indagato per corruzione e truffa. Nella stessa inchiesta 5 pentiti chiamano in causa Nicola Cosentino.
Matteoli Altero (senatore e ministro): rinviato a giudizio per favoreggiamento riguardo un abuso edilizio all’isola d’Elba. La giunta della Camera ha negato l’autorizzazione a suo carico.
Messina Alfredo (senatore): è stato indagato per favoreggiamento nella bancarotta di HDC.
Nania Domenico (senatore): condannato nel 1980 a 7 mesi per lesioni quando militava neigruppi di estrema destra. Condannato in primo grado per abusi edilizi. Poi prescritto.
Nespoli Vincenzo (senatore): accusato di bancarotta fraudolenta e riciclaggio. L’aula del Senato ha negato l’arresto.
Nessa Pasquale (senatore): accusato di concussione, il pm aveva chiesto l’autorizzazione all’arresto.
Paravia Antonio (senatore): arrestato per corruzione nel 1995, prescritto nel 2004.
Proietti Cosimi Francesco (deputato): è stato indagato a Potenza con Vittorio Emanuele per la truffa ai Monopoli. Roma ha archiviato. È stato indagato anche nella Capitale per il filone legato agli ambulatorie alla ex signora Fini Daniela Di Sotto.
Russo Paolo (deputato): archiviato per l’ipotesi di reato di concorso esterno in associazione mafiosa quando era Presidente della Commissione parlamentare rifiuti. È stato indagato anche per violazione della legge elettorale.
Scapagnini Umberto (deputato): è stato indagato per abuso di ufficio aggravato per i parcheggi sotterranei a Catania.
Sciascia Salvatore (senatore): condannato a 2 anni e 6 mesi per aver corrotto, quando era capo dei servizi fiscali gruppo Berlusconi, alcuni ufficiali della Gdf.
Simeoni Giorgio (deputato): è stato indagato per associazione a delinquere e corruzione per le tangenti sanità nel Lazio.
Speciale Roberto (deputato): condannato in appello a 18 mesi per peculato da parte della Procura militare perché da comandante della Gdf ha utilizzato per scopi personali aerei della Fiamme Gialle.
Tomassini Antonio (senatore): medico, condannato a 3 anni per falso: durante un parto una bambina nacque cerebrolesa ma lui contraffece il partogramma.
Valentino Giuseppe (senatore): è stato indagato per favoreggiamento, si sospetta che abbia rivelato a Ricucci che era intercettato quando era sottosegretario alla giustizia. Il Senato ha negato l’autorizzazione all’uso delle intercettazioni.
Verdini Denis (deputato e coordinatore): indagato per l’inchiesta sulle Grandi opere, ora anche per la P3.

Da Il Fatto Quotidiano del 28 luglio 2010

lunedì 26 luglio 2010

BAVAGLIO, GABANELLI: L'ITALIA SANA DEVE DIRE BASTA


“L’Italia sana deve dire basta”. Milena Gabanelli intervistata dal quotidiano spagnolo El Pais parla della legge Bavaglio. E non solo. “La giornalista più querelata d’Italia” la definisce il quotidiano nell’articolo dal titolo “L’Italia sana deve dire basta”, che fa emergere un profilo dettagliato di una delle più figure di spicco dell’inchiesta italiana.

Scrive El Pais: “Gabanelli è la disperazione di amministratori pubblici e amministratori delegati oggi è la giornalista più querelata del Paese, anche se fino ad ora non ha perso una sola causa delle quasi 40 accumulate per un valore di circa 300 milioni di euro”. L’articolo prosegue descrivendo la trasmissione Report, come l’appuntamento della domenica che ”dal 1997 ha portato in Rai la ricetta classica del giornalismo anglosassone: qualità, precisione, inchiesta e controllo del potere”. Il suo programma ha tre milioni di spettatori.In cambio la Gabanelli guadagna 150.000 euro all’anno e dorme con i sonniferi. Interpellata sulla legge bavaglio, il dibattito sulla quale viene descritto diffusamente nell’articolo, Milena Gabanelli commenta: “Il problema è che l’opposizione e’ inesistente e il popolo si fa sentire poco. C’è chi delinque, chi evade, ma anche chi lo vede e non dice nulla pur essendo persone per bene. Detto questo, ogni mattina c’è un treno che parte, una scuola che apre, un ospedale che cura, gente che lavora bene”.

da"Il Fatto Quotidiano"

domenica 25 luglio 2010

"CENTO NOMI NASCONDONO I SEGRETI DELLE STRAGI"


Parla Roberto Scarpinato, nuovo procuratore generale a Caltanisetta

Dottor Roberto Scarpinato, come nuovo procuratore generale a Caltanissetta lei dovrà occuparsi dell’iter della revisione del processo per la strage di via D’Amelio, che a quanto pare ha condannato definitivamente almeno sette persone innocenti, di cui tre si erano autoaccusate falsamente. Ora, sulle stragi del 1992-93, i suoi colleghi di Palermo e Caltanissetta dicono che siamo prossimi a una verità che la classe politica potrebbe non reggere. Qual è la sua opinione?


Proprio a causa del mio nuovo ruolo non posso entrare nel merito di indagini e processi in corso. Mi limito a un sommario inventario che induce a ritenere che i segreti del multiforme sistema criminale che pianificò e realizzò la strategia terroristico-mafiosa del 1992-93 siano a conoscenza, in tutto o in parte, di circa un centinaio di persone. E tutte, dalla prima all’ultima, continuano a custodirli dietro una cortina impenetrabile.

E chi sarebbero tutte queste persone?

Partiamo dai mafiosi doc: Riina, Provenzano, i Graviano, Messina Denaro, Bagarella, Agate, i Madonia di Palermo, Giuseppe Madonia di Caltanissetta, Ganci padre e figlio, Santapaola e tutti gli altri boss della “commissione regionale” di Cosa Nostra che si riunirono a fine 1991 per alcuni giorni in un casale delle campagne di Enna per progettare la strategia stragista. Una trentina di boss che poi riferirono le decisioni in tutto o in parte ai loro uomini di fiducia. Altre decine di persone. Nessuno di loro ha mai detto una parola sul piano eversivo globale. Le notizie che abbiamo ce le hanno fornite uomini d’onore che le avevano apprese in via confidenziale da alcuni partecipanti al vertice, come Leonardo Messina, Maurizio Avola, Filippo Malvagna. Altri a conoscenza del piano sono stati soppressi poco prima che iniziassero a collaborare, come Luigi Ilardo, o sono stati trovati morti nella loro cella, come Antonino Gioè. Agli esecutori materiali delle stragi o di delitti satellite, i vertici mafiosi in genere non rivelavano i retroscena politici del piano stragista, si limitavano a fornire spiegazioni di causali elementari e di copertura. Aggiungiamo i vertici della ndrangheta che, come hanno rivelato vari collaboratori, tennero nello stesso periodo una riunione analoga nel santuario di Polsi.

Chi altri sa?

È da supporre una serie di personaggi che anticiparono gli eventi che poi puntualmente si verificarono. L’agenzia di stampa “Repubblica” vicina a Vittorio Sbardella, ex leader degli andreottiani romani (nulla a che vedere col quotidiano omonimo) scrisse 24 ore prima di Capaci che di lì a poco si sarebbe verificato “un bel botto” nell’ambito di una strategia della tensione finalizzata a far eleggere un outsider come presidente della Repubblica al posto del favoritissimo Andreotti. Il che puntualmente avvenne, così Andreotti fu costretto a farsi da parte e venne eletto Scalfaro. Anni dopo Giovanni Brusca ha riferito che la tempistica di Capaci era stata preordinata per finalità che coincidono esattamente con quelle annunciate nel profetico articolo. Dunque, o l’autore aveva la sfera di cristallo, o conosceva alcuni aspetti della strategia stragista e aveva deciso di intervenire sul corso degli eventi con una comunicazione cifrata, comprensibile solo da chi era a parte del piano.

L’agenzia Repubblica aveva pure anticipato il progetto globale in cui si inscriveva il delitto Lima.

Esattamente. Il 19 marzo 1992, pochi giorni dopo l’assassinio di Salvo Lima (andreottiano come Sbardella, ndr), l’agenzia annunciò che l’omicidio era l’incipit di una complessa strategia della tensione “all’interno di una logica separatista e autonomista […] volta a consegnare il Sud alla mafia siciliana per divenire essa stessa Stato al fine di costituirsi come nuovo paradiso del Mediterraneo […] mediante un attacco diretto ai centri nevralgici di mediazione del sistema dei partiti popolari […]. Paradossalmente il federalismo del Nord avrebbe tutto l’interesse a lasciare sviluppare un’analoga forma organizzativa al Sud lasciando che si configuri come paradiso fiscale e crocevia di ogni forma di traffici e di impieghi produttivi, privi delle usuali forme di controllo, responsabili della compressione del reddito derivabile dalla diversificazione degli impieghi di capitale disponibile”. Anni dopo Leonardo Messina rivelò alla magistratura e all’Antimafia il progetto politico secessionista di cui si era discusso nel summit di Enna su input di soggetti esterni che dovevano dare vita a una nuova formazione politica sostenuta da “vari segmenti dell’imprenditoria, delle istituzioni e della politica”. Come faceva l’autore dell’articolo a sapere ciò che anni dopo avrebbe svelato Messina? È come se circolassero informazioni in un circuito separato e parallelo a quello destinato alla massa. Un circuito soprastante alla base mafiosa, delegata ad eseguire la parte militare del piano, e interno alla mente politica collettiva che quel piano aveva concepito, anche se poi quel piano mutò in corso d’opera per una serie di eventi sopravvenuti, e si puntò così ad una diversa soluzione incruenta. In questo quadro c’è poi da chiedersi perché, in un’intervista del 1999, il professor Miglio, ex teorico della Lega Nord, dichiarò parlando dei fatti dei primi anni ‘90: “Io sono per il mantenimento anche della mafia e della ‘ndrangheta. Il Sud deve darsi uno statuto poggiante sulla personalità del comando. Che cos’è la mafia? Potere personale, spinto fino al delitto. Io non voglio ridurre il Meridione al modello europeo, sarebbe un’assurdità. C’è anche un clientelismo buono che determina crescita economica. Insomma, bisogna partire dal concetto che alcune manifestazioni tipiche del Sud hanno bisogno di essere costituzionalizzate”.

Andiamo avanti.

L’ex neofascista Elio Ciolini, già coinvolto nelle indagini sulla strage di Bologna, il 4 marzo 1992 scrisse una lettera dal carcere al giudice Leonardo Grassi per anticipargli che “nel periodo marzo-luglio” si sarebbero verificati fatti per destabilizzare l’ordine pubblico con esplosioni dinamitarde e omicidi politici. Puntualmente il 12 marzo fu ucciso Lima e nel maggio e luglio ci furono le stragi di Capaci e via D’Amelio. Il 18 marzo Ciolini aggiunse che il piano eversivo era di “matrice masso-politico-mafiosa” , come rivelarono poi alcuni collaboratori di giustizia, e preannunciò un’operazione terroristica contro un leader del Psi. Anni dopo accertammo che era stato progettato l’omicidio di Claudio Martelli, fallito per alcuni imprevisti.

Chi manca, alla “lista della spesa”?

Quanti si celavano dietro la sigla della “Falange armata” i quali, pochi giorni dopo le dimissioni di Martelli da ministro perché coinvolto nelle indagini sul conto segreto svizzero “Protezione” a seguito delle dichiarazioni rese da Silvano Larini (il 9.2.1993) e da Licio Gelli (il 17.2.1993), diffusero il 21 aprile 1993 un comunicato per invitare Martelli a non fare la vittima e ad essere “grato alla sorte che anche per lui si sia potuta perseguire la via politica invece che quella militare”; e poi per lanciare avvertimenti a Spadolini, Mancino e Parisi, annunciando future azioni. Pochi mesi dopo, la manovra dello scandalo dei fondi neri del Sisde indusse Parisi a dimettersi, fece vacillare il ministro Mancino e anche il presidente Scalfaro, il quale denunciò che dietro quella vicenda si muovevano oscuri progetti di destabilizzazione politica.

E poi?

L’elenco sarebbe molto lungo e coinvolgerebbe tanti soggetti di quali non posso parlare, visti i limiti che derivano dal mio ruolo. Possiamo forse aggiungere alcuni di coloro che hanno concepito il depistaggio delle indagini sulla strage di via D’Amelio: cioè la costruzione a tavolino, tramite falsi pentiti, di una versione minimalista che ha “tarato” le indagini verso il basso, circoscrivendola a una banda di piccoli criminali come Scarantino, e garantendo intorno ad essa un muro impenetrabile di omertà che ha retto fino a un paio di anni fa, cioè alle dichiarazioni autoaccusatorie di Spatuzza. Poi, se i riscontri dovessero confermare le dichiarazioni di Massimo Ciancimino, ci sono i vari “signor Franco” o “signor Carlo” che affiancarono suo padre Vito facendo da cerniera tra mondo mafioso e mondi superiori durante le stragi. E inoltre quanti garantirono a Provenzano, garante della soluzione politica alternativa a quella cruenta di Riina, di muoversi per anni liberamente per l’Italia e di visitare Vito Ciancimino gli arresti domiciliari. Poi coloro che fecero sparire l’agenda rossa di Borsellino. E tanti altri…

Come gli ufficiali del Ros Mori e De Donno, ora imputati per la mancata cattura di Provenzano dopo la trattativa che portò all’arresto di Riina, con annessa mancata perquisizione del covo e sparizione delle carte segrete del boss. E i superiori militari e politici che autorizzarono quella “trattativa”.

Non posso rispondere. Sono fatti ancora oggetto di indagini in corso.

Su questa convergenza di ambienti e interessi lei, a Palermo, aveva avviato l’indagine “Sistema criminale”, poi in parte archiviata. Che cos’è il sistema criminale?

Quello che abbiamo appena sintetizzato. Un sistema composto da esponenti di mondi diversi, tutti rimasti orfani dopo la caduta del Muro di Berlino delle passate protezioni, all’ombra delle quali avevano potuto coltivare i più svariati interessi economici e criminali, tra questi anche la mafia militare sino ad allora tollerata come anticorpo contro il pericolo comunista. Questi mondi intercomunicanti attraverso uomini cerniera erano accomunati da un interesse convergente: destabilizzare il sistema agonizzante della Prima Repubblica e impedire un ricambio politico radicale ai vertici del Paese con l’avvento delle sinistre al potere (la “gioiosa macchina da guerra”). Ciò doveva avvenire mediante la creazione di un nuovo soggetto politico che avrebbe dovuto conquistare il potere mediante un’articolata strategia che si snodava contemporaneamente sul piano militare e politico. La nostra ipotesi, almeno sul piano storico, esce sempre più confermata dalle recenti scoperte investigative. Nella stagione delle stragi si muovono molteplici operatori che poi si dividono i compiti. Chi concepisce il piano, chi lo realizza a livello militare, chi organizza la disinformazione e chi i depistaggi. Basterebbe che cominciasse a parlare qualcuno che conosce anche solo la sua parte, per consentirci enormi passi avanti nella ricerca della verità. Ma, finora, non parla nessuno.

Be’, mafiosi come Spatuzza e figli di mafiosi come Massimo Ciancimino parlano. E costringono a ricordare qualche esponente delle istituzioni: gli improvvisi lampi di memoria di alcuni politici, dopo 17-18 anni, sul ruolo di Mori durante la “trattativa” con Ciancimino fanno pensare che tanti a Roma sappiano molto, se non tutto…

Anche qui preferisco non addentrarmi in vicende specifiche, tuttora oggetto di indagini e processi. Prescindendo da casi specifici, vista dall’alto la tragica sequenza degli avvenimenti di quegli anni fa pensare al “gioco grande” di cui parlava Falcone: l’ennesimo gigantesco war game giocato all’interno di alcuni settori della nomenclatura del potere nazionale sulla pelle di tanti innocenti. Un war game trasversale combattuto anche a colpi di segnali, messaggi trasversali, avvertimenti in codice, veti incrociati e ricatti sotterranei: non potendo parlare esplicitamente tutti erano costretti a comunicare con linguaggi cifrati.

Perché dice “ennesimo war game”?

Tutta la storia repubblicana è segnata dal “gioco grande” celato dietro progetti di colpi di Stato poi rientrati (dal golpe Borghese al piano Solo) e stragi caratterizzate da depistaggi provenienti da apparati statali: da Portella della Ginestra alla strage di Bologna alle stragi del 1992-93. Perciò la questione criminale in Italia è inestricabilmente intrecciata con la storia nazionale e con la questione stessa dello Stato e della democrazia.

Possibile che, in un Paese debole di prostata dove nessuno si tiene niente, i segreti sulle stragi custoditi da tanta gente tanto eterogenea restino impenetrabili a quasi vent’anni di distanza?

Molte stragi d’Italia nascondono retroscena che coinvolgono decine, se non centinaia di persone. Pensi a Portella della Ginestra: la banda Giuliano, i mafiosi, i servizi segreti, esponenti delle Forze dell’ordine, il ministero dell’Interno. Pensi alle stragi della destra eversiva. Così quelle politico-mafiose del 1992-93. La storia insegna che quando un segreto dura nel tempo sebbene condiviso da decine e decine di persone, è il segno che su quel segreto è impresso il sigillo del potere. Un potere che cavalca la storia riproducendosi nelle sue componenti fondamentali e che eleva intorno al proprio operato un muro invalicabile di omertà, perché è così forte da poter depistare le indagini, alimentare la disinformazione, distruggere la vita delle persone, riuscendo a raggiungerle e a eliminarle anche nel carcere più protetto. Come Gaspare Pisciotta, testimone scomodo ucciso all’Ucciardone con un caffè alla stricnina, e a un’altra decina di persone al corrente dei segreti retrostanti la strage di Portella. E come Ermanno Buzzi, condannato in primo grado per la strage di Brescia e strangolato in carcere. Resta inquietante lo strano suicidio in carcere nel 1993 di Nino Gioè, appena arrestato e sospettato per Capaci, dopo strani incontri con agenti dei servizi e una strana trattativa avviata con Paolo Bellini, coinvolto in indagini sull’eversione nera negli anni 70, per aprire un canale con Cosa Nostra. Ed è inquietante che Nino Giuffrè, braccio destro di Provenzano, abbia raccontato di essere stato invitato a suicidarsi nel 2005, subito dopo l’inizio della sua collaborazione, ancora segretissima. Il muro dell’omertà comincia a fessurarsi solo quando il sistema di potere entra in crisi.

È per questo che oggi si aprono spiragli importanti di verità?

Presto per dirlo, ma ancora una volta la lezione della storia ce lo insegna. Quando la Prima Repubblica era potente, Buscetta, Marino Mannoia e altri collaboratori rifiutarono di raccontare a Falcone i rapporti mafia-politica: iniziarono a svelarli solo nel ‘92, quando quel sistema crollò, o meglio sembrò fosse crollato.

Oggi il governo appena qualcuno torna a parlare, vedi Spatuzza, gli nega il programma di protezione. Che messaggio è?

Quella decisione è stata presa contro il voto di dissenso dei magistrati della Procura nazionale antimafia che fanno parte della Commissione sui collaboratori di giustizia e contro il parere concorde dei magistrati di ben tre Procure della Repubblica antimafia: Caltanissetta, Palermo e Firenze. Intorno al caso Spatuzza e sul fronte delle indagini sulle stragi si è verificata una spaccatura assolutamente inedita tra magistrati e gli altri componenti della Commissione. Proprio perché non si tratta di una scelta di routine e proprio a causa di questa spaccatura, quella decisione in un mondo come quello mafioso che vive di segnali può essere equivocata e letta in modo distorto: nel senso che lo Stato in questo momento non è compatto nel voler conoscere la verità sulle stragi. Naturalmente non è affatto così, le motivazioni del dissenso sono di tipo giuridico, ma è innegabile che il pericolo esista.

Dunque hanno ragione i pm di Caltanissetta quando dicono in Antimafia che la politica non è pronta a fronteggiare l’onda d’urto delle nuove verità sulle stragi?

A me risulta che le loro dichiarazioni sono state riportate dalla stampa in modo inesatto. In ogni caso, sulle stragi e i loro retroscena abbiamo oggi un’occasione più unica che rara, forse l’ultima, per raccontare una storia collettiva sepolta da quasi vent’anni di oblio organizzato. Per restituire al Paese la sua verità e aiutarlo a divenire finalmente adulto. Se non dovessimo farcela neppure stavolta, non ci resterebbe che fare nostra un’amara considerazione di Martin Luther King: “Alla fine non ricorderemo le parole dei nostri nemici, ma il silenzio dei nostri amici”.

Da Il Fatto Quotidiano del 24 luglio 2010

NOI, PROFESSIONISTI DELL'ANTIMAFIA


di Fabio Granata (deputatoPDL)

In questi caldi giorni d’estate, caratterizzati da aspre polemiche sulla questione morale e sulle tragiche vicende del ’92 è risuonata spesso l’accusa di professionismo dell’antimafia, lanciata sia nei confronti di alcuni magistrati che nelle polemiche interne agli schieramenti politici.

Anche nel Pdl si è fatto spesso ricorso a queste espressione per sottolineare negativamente la predisposizione di alcuni di noi a rimuovere la cultura delle garanzie e le presunzioni di innocenza costituzionalmente garantite, attraverso la sottolineatura delle responsabilità di pezzi delle istituzioni e della politica nella vergognosa e ciclopica opera di depistaggio e di occultamento della verità sulle stragi di mafia nella cornice delle trattative tra apparati dello stato e cosa nostra.

Professionisti dell’Antimafia: sono certo che chi utilizza questa espressione non ha né la conoscenza né la memoria storica per ricordarne le origini.

Cita Sciascia come creatore della metafora, ma dimentica di sottolineare o, in alcuni casi ignora, che Sciascia utilizzò questa espressione nei confronti di Paolo Borsellino poiché il grande scrittore siciliano in una prima fase non aveva compreso la portata rivoluzionaria delle metodologie d’indagine e processuali che lui e Giovanni Falcone avevano introdotto nell’azione di contrasto a cosa nostra.

Sciascia si pentì amaramente di questa polemica e, dopo la tragica morte di Paolo Borsellino, se ne scusò solennemente sia attraverso i giornali che con una missiva privata alla signora Agnese, moglie del giudice ucciso.

Oggi, nel dilagare di una questione morale che coinvolge pezzi della politica e delle istituzioni e che costringe il Presidente Napolitano ad un rigorosissimo richiamo ai partiti ed ai corpi istituzionali per fare pulizia al proprio interno, e mentre l’azione irriducibile dei magistrati di Palermo, Caltanissetta e Firenze ricostruisce le dinamiche criminali che portarono alle stagione delle stragi e che furono attraversate da inconfessabili trattative tra la mafia e pezzi dello Stato , ecco che il nemico principale siamo diventati noi: i “nuovi professionisti dell’Antimafia”.

Le vicende giudiziarie che riguardano Cosentino, la condanna di Dell’Utri, l’esaltazione di Mangano come eroe nazionale, l’inquietante vicenda della cosiddetta P3 che vede unite figure torbide provenienti dal passato quali Flavio Carboni, allo stesso tavolo con magistrati infedeli, faccendieri, pezzi della politica hanno lasciato perfettamente indifferenti alcuni dirigenti del Pdl che invece dimostrano tutta la loro diuturna preoccupazione, in alcuni casi vera e propria indignazione, verso coloro i quali si appellano alla legalità repubblicana e sostengono l’azione dei magistrati per ottenere verità e giustizia sulle stragi del ’92.

E’ la stessa logica secondo la quale a Casal di Principe il problema non sono i Casalesi, ma Saviano, in Italia non sono le mafie che fatturano 120 miliardi di euro l’anno , ma le opere letterario-cinematografiche che ne parlano.

Allo stesso modo nel Pdl a minare la credibilità del partito agli occhi dell’opinione pubblica e della gente comune, alla prese con una grave crisi economica e sociale non sono le cricche, le consorterie, le logge che parlano di affari, denaro, potere e dossier:il vero problema siamo noi, i professionisti dell’antimafia.

da "Il Fatto Quotidiano"

sabato 24 luglio 2010

VOMITO ERGO SUM

In attesa che i nostri accaldati politici e osservatori trovino una risposta al torrido interrogativo “è la nuova Tangentopoli?”, una cosa è certa: le mirabolanti analogie fra gli autogol dei tangentari modello 1992 e quelli dei loro nipotini del 2010. Si difendono con alibi così sgangherati da sembrare confessioni. Quando finì dentro Mario Chiesa, Craxi lo bollò come “mariuolo che getta un’ombra su un partito che a Milano in 50 anni non ha avuto un solo amministratore condannato”. Poi ne acchiapparono qualcun altro, e si corresse un po’: “Nel Psi ci sono tre mele marce su una totalità di persone oneste”. Quando ne acciuffarono a centinaia, pontificò alla Camera: “Qui rubiamo tutti”, salvo poi accusare i giudici di processarlo perché “non potevo non sapere”. Un anno dopo era ad Hammamet, latitante. Ora il suo figlioccio, il piccolo Silvio, gli copia i testi.

Scajola e Verdini sono “casi isolati” in un partito “tutto perfetto”. Anche Bossi, quando saltò fuori la tangente Montedison da 200 milioni alla Lega, irrise al “pirla” Patelli, il tesoriere leghista che l’aveva incassata. Furono condannati entrambi, il pirla e il capo. Oggi Belpietro sminuisce la P3 come “la loggia dei tre pirla guidata da Carboni” (saranno contenti gli altri due, Dell’Utri e Verdini). Feltri dà del “pirla” al direttore dell’ospedale di Pavia beccato con le cosche calabre. Berlusconi parla di “quattro sfigati in pensione”, Il Giornale di “millantatori da operetta”, Libero di “bulli di paese”, anzi “da film di Totò”.

Il governatore Cappellacci, pilotato da Carboni, se lo dice addirittura da solo: “Sono un babbeo”, pensando così di salvarsi la reputazione. Nel 1987, in una delle Tangentopoline che anticiparono quella grossa, finì dentro per tangenti a Viareggio un tal De Ninno, funzionario Psi; l’indomani Craxi tuonò sull’Avanti!: “La notizia suscita sorpresa e indignazione… De Ninno aveva informato i dirigenti del partito circa la sua posizione, risultando del tutto estraneo alla vicenda”. Ecco, se l’aveva assolto il partito, come si permettevano i giudici di arrestarlo lo stesso? Ora B. sentenzia che Cosentino è innocente perché “ho appurato personalmente la sua totale estraneità ai fatti contestati dai pm”. Un alibi di ferro. Chiesa, quando gli aprirono la cassetta di sicurezza piena di miliardi, disse che erano “i risparmi di mio padre”. Craxi, a proposito dei 50 miliardi sui suoi due esteri, sbottò: “Dopo 40 anni di lavoro, posso contare su qualche risparmio…”. E il giudice Squillante, quando gli trovarono 9 miliardi in Svizzera, riattaccò con i “risparmi di una famiglia numerosa”. Non portò fortuna neanche a lui. Ora Verdini ci riprova: i 2,6 milioni targati Carboni sono “risparmi personali, frutto dei sacrifici miei e della mia famiglia”. Come 18 anni fa, è evaporato il pudore, è svanita la vergogna ed è sparita pure la logica. Altrimenti Cicchitto non direbbe mai: “Su Borsellino è stato commesso un enorme errore giudiziario che dovrebbe far riflettere chi ritiene la magistratura infallibile e i pentiti credibili”. Perché è stato proprio Spatuzza, pentito che il governo ritiene inattendibile al punto da negargli la protezione, a smontare l’errore giudiziario su via D’Amelio, accusandosi di una strage per cui languono all’ergastolo sette innocenti. Quindi, se errore giudiziario vi fu, ne deriva che Spatuzza è credibile: il contrario di quanto vorrebbe dimostrare il povero Cicchitto. Nel ’93 fu arrestato il dc Mongini e, appena confessò le mazzette, fu espulso dal partito perché “con le affermazioni fatte, ha creato sconcerto nella pubblica opinione”. Lui commentò spiritoso: “Non mi cacciano per quel che ho fatto, ma per quel che ho detto”. Tempo dopo, Ferrara dichiarò a MicroMega: “Per fare politica devi essere ricattabile, cioè disponibile a fare fronte comune”. Ora Quagliariello se la prende con i finiani perché vogliono cacciare gli inquisiti: “Chi si scaglia contro i colleghi in difficoltà fa venir meno la solidarietà interna e indebolisce il partito”. Resta da capire la differenza fra un partito e una cosca, ma queste sono sottigliezze.

da "Il Fatto Quotidiano"

mercoledì 21 luglio 2010

LA CASA BRUCIA


Il partito è “sotto assedio”. Come i socialisti nel 1992. “L’aria che si respira nei palazzi della politica è simile, preoccupantemente simile a quella di diciotto anni fa”. Il parallelo lo fa Libero. Allora il “clima infame” accerchiava il Psi di Bettino Craxi: avvisi di garanzia quotidiani e lanci di monetine. Oggi, è nel “partitone” voluto da Silvio Berlusconi che “si sfascia tutto”. Finché lo dicevamo noi, nulla di strano, ma se lo scrivono perfino i giornali amici significa che qualcosa è cambiato. Annuncia Maurizio Belpietro che l’aria che tira non gli piace: c’è “un clima da fine regime, con i gerarchi vicini al capo che si danno da fare per mettersi al riparo prima che grandini”. Anche Vittorio Feltri vede che “il Pdl sfoggia in vetrina una quantità di deficienti superiore alla media giudicata fisiologica, con l’aggiunta di alcuni ladri, autentici o aspiranti tali”.

Nel fortino
Il paragone con il ’92, in realtà, regge fino a un certo punto. All’epoca la magistratura aveva scoperto il giro di tangenti che teneva in vita i partiti provocando rabbia e sdegno nell’opinione pubblica. Il Pdl del 2010, invece, è dilaniato anche – verrebbe da dire soprattutto – dall’interno. Berlusconi lo sa bene: basta vedere come ha deciso di passare i prossimi mesi. L’estate scorsa era quella delle feste a Villa Certosa, questa è quelle delle vacanze al Castello di Tor Crescenza. Meglio restare alle porte di Roma, che non si sa mai.

E a conferma della sensazione di accerchiamento che impensierisce le giornate del premier c’è pure la “taglia” su chi si azzarda a spifferare i resoconti del Consiglio dei ministri. Dare tutta la colpa a Gianfranco Fini, ormai non basta più. Perchè c’è un fronte aperto anche con il ministro dell’Economia Giulio Tremonti. C’è la Lega che ha minacciato di andarsene se solo verrà tirata fuori un’altra volta l’ipotesi di far entrare nel governo l’Udc di Casini. Ci sono le dimissioni del sottosegretario Cosentino. E presto, si fanno già scommesse, ci saranno da parare i colpi di altre tegole in procinto di caduta. C’è il coordinatore del partito Verdini, che troppi personaggi ambigui chiamano affettuosamente “Denis”. Spunta nell’inchiesta sulla presunta P3 anche il nome del sottosegretario Giacomo Caliendo. C’è il presidente della regione Lombardia Roberto Formigoni, finito nel girone dei sospetti per la nomina di Alfonso Marra a capo della corte d’Appello di Milano. E pure un altro governatore, il sardo Ugo Cappellacci, coinvolto nell’inchiesta sugli appalti per l’eolico. Prima di loro, non dimentichiamo, c’è stata l’uscita dal governo dei ministri Scajola e Brancher. E poi ci sono i sondaggi, che lo danno al suo minimo storico di gradimento.

“Troppi Carboni e Verdini”
Nemmeno la scusa delle toghe rosse fa più breccia nei cuori dell’elettori. E loro, i suoi fedelissimi, non sanno più come difendersi dall’irresistibile fascino della verità. “Noi semplici elettori abbiamo bisogno di argomenti con cui contrastare le accuse che ci vengono rivolte ogni qualvolta si parla di politica”, scrive la signora Silvia sul Forum delle Libertà. Il suo, tutto sommato, è un appello ancora velato di speranza. Ma sono tanti i sostenitori di Silvio Berlusconi che cominciano ad ammettere che la misura è colma. “Tra gaffes e pessimi consiglieri, ogni volta che la destra vince le elezioni sembra far di tutto per farle riperdere (ed è già accaduto)”, avverte Lucatramil sullo stesso sito internet. Commenta un post intitolato “Il Pdl è finito. Prendiamone atto”, che è già tutto dire. Perchè è fallito il partito del predellino? Ale78 lo spiega così: “La politica si comincia a fare da ragazzini, attaccando manifesti durante le campagne elettorali, crescendo nelle sezioni giovanili e poi cominciando dalle consulte ai consigli comunali, questo si chiama senso di appartenenza. Ora purtroppo si prende gente, seppure eccelsa nelle proprie professioni, e si porta in Parlamento, ma con quali risultati?”. Andreana un risultato lo vede eccome: “Sembra di rivedere il vecchio film del 1992: ma proprio perché di personaggi tipo Carboni in giro ce ne sono anche troppi, non si vede a che cosa serva frequentarli!”. “Davvero non si capisce da dove siano saltati fuori certi elementi – si domanda Ignazio – Cioè.. questo Verdini.. da nulla ad essere uno dei coordinatori del Pdl, insieme a Bondi e La Russa. Ok per La Russa e Bondi.. dei quali conosciamo la storia e la lunga, fedele e convinta militanza, ma questo Verdini come ha fatto ad acquisire una posizione del genere nel partito, in così poco tempo? Da dove è saltato fuori? Chi lo ha voluto?

“Mele ultramarce”
Cosa ne pensa Berlusconi?”. Anche sul “muro parlante” del “Silvio Berlusconi fan club” c’è chi non ne può più delle “mele ultramarce”. Matteo avverte che “non si dà una bella immagine agli elettori delusi. Purtroppo si è arrivati a questo per un leccaculismo pauroso nei confronti del premier e per aver dato potere, da Nord a Sud, a gente poco raccomandabile, piena di intrallazzi. Ed ora si cerca di salvarli…..Silvio, scaricali tutti e poi si vedrà”. Lunedì Berlusconi verrà premiato dal sindaco Moratti sulle guglie del Duomo di Milano e si esibirà insieme a Charles Aznavour. Vittorio Feltri gliel’ha già detto: “Canta che ti passa”.

Ufficio stampa IDV FOCUS IDV DEL 21 luglio

MANOVRA: DI PIETRO, IL 'NON C'E' TEMPO' DI TREMONTI E' VIGLIACCATA = Roma, 20 lug. - (Adnkronos) - "Tremonti ha liquidato la manovra dell'Italia dei Valori, alternativa a quella presentata dal governo, con un lapidario 'non c'e' tempo'. Il 'non c'e' tempo di Tremonti', in realta', e' una banale e mal riuscita scusa per evitare al governo di entrare nel merito di una manovra valida, proposta da un partito politico che gli fa paura". Lo scrive Antonio Di Pietro sul suo blog. "L'esame della nostra contromanovra -aggiunge- avrebbe messo in difficoltà una classe dirigente già nell'occhio del ciclone, smascherata dalle inchieste sulla P3. L'Italia dei Valori ha depositato un progetto che smentisce, nei contenuti, quello dell'esecutivo. Abbiamo dimostrato che e' possibile recuperare 64 miliardi di euro in due anni senza soffocare i ceti più fragili. E' possibile recuperare quasi il triplo di quanto proposto da Tremonti e Berlusconi senza vessare le famiglie, senza tagliare i fondi pubblici alle forze di polizia, senza abbattere il sostegno alla scuola pubblica". "La realtà e' che questa contromanovra il governo non può permettersela poiché scardina il sistema clientelare e di potere con cui i partiti si spartiscono soldi e poltrone. Il 'non c'e' tempo' di Tremonti non e' una porta in faccia all'Italia dei Valori, ma alle speranze dei cittadini. Il 'non c'e' tempo' di Tremonti e' una vigliaccata", conclude il leader dell'Idv.

MAFIA: DI PIETRO "CI SONO ELEMENTI PER ARRIVARE A VERITA' SU STRAGI" PALERMO (ITALPRESS) - "Dalle audizioni importanti di coloro che si stanno occupando di capire cosa e' successo nella stagione delle stragi a me pare di capire che ci siano elementi per arrivare alla verita'". Lo ha detto Antonio Di Pietro, componente della Commissione antimafia, a Palermo per tre giorni di audizioni. "Basterebbe solo - ha spiegato Di PIetro - dotare di un po' piu' di mezzi e strumenti la magistratura e le forze dell'ordine e avere un po' piu' di fiducia in coloro che stanno lavorando, molto spesso vengono criticati, invece sono li' con grande sforzo per chiudere il cerchio non solo sugli esecutori materiali e gli organizzatori mafiosi ma anche sui mandanti politici". Ai cronisti che gli chiedevano se i mandanti hanno il volto delle istituzioni ha risposto: "i mandanti politici per definizione rappresentano le istituzioni, in questo caso istituzioni mafiose". (ITALPRESS).

P3/ Idv presenta mozione sfiducia sul sottosegretario Caliendo _Auspichiamo larga convergenza: Non può restare al Governo Roma, 20 lug. (Apcom) - Italia dei valori ha presentato una mozione di sfiducia Alla camera e al Senato nei confronti del Sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, il cui nome ricorre più volte nell'inchiesta giudiziaria sulla cosidetta 'P3'. "Il sottosegretario Caliendo - affermano i capigruppo dipietristi Felice Belisario e Massimo Donadi- non può restare al suo posto. Quanto sta emergendo a suo carico è gravissimo, per questo l`Italia dei Valori ha presentato una mozione di sfiducia nei suoi confronti. Non è ammissibile che un sottosegretario alla Giustizia partecipi a riunioni segrete per influenzare decisioni politiche, appalti, processi e per provare a condizionare il voto della Corte Costituzionale sul cosiddetto Lodo Alfano. Caliendo deve andare a casa la mozione di sfiducia è un atto dovuto. Auspichiamo, nell`interesse del Paese, che altre forze di opposizione la sostengano".

INTERCETTAZIONI: DONADI, DA VELENO MORTALE A BEVANDA AVVELENATA = Roma, 20 lug. (Adnkronos) - "Se prima era un veleno mortale, ora il ddl intercettazioni e' una bevanda avvelenata. Rimane un testo pessimo che non deve essere approvato. Le critiche di Berlusconi dimostrano solo che al capo del governo sta a cuore censurare la stampa e coprire le malefatte di amici e amici degli amici, cricche, comitati d'affari e criminalita', non tutelare la privacy''. Lo afferma il capogruppo Idv alla Camera Massimo Donadi.

Mafia/ Donadi: 'Mangano eroe' emblema surreality show del Pdl _La definizione del boss data da Delòl'Utri è il segnao dei tempi Roma, 20 lug. (Apcom) - "Mangano eroe? Nel Pdl siamo al surreality show. Le parole di Dell`Utri sono il segno dei tempi, della decadenza culturale provocata dal berlusconismo e della degenerazione della politica. Certa parte malata della politica ha coperto questo paese di fango, di melma mefitica". Lo afferma in una nota il capogruppo Idv alla Camera Massimo Donadi. "Malaffare, cricche, camorra, mafia. Un disgustoso intreccio tra politica, malavita e affari che ha avvelenato il senso civico della nazione. A questo punto l`indignazione non basta più ed è indispensabile affermare i valori di legalità e giustizia in ogni sede. Serve un risorgimento civile per ristabilire la verità dei fatti e chiamare le cose col loro nome. Un mafioso non è un eroe, un mafioso è un criminale".

INTERCETTAZIONI: DONADI, PDL AVVITATO SU LEGGE DA CANCELLARE = (AGI) - Roma, 20 lug. - "Una legge abominevole, una mannaia sulla liberta' di stampa, ed una tragedia per la sicurezza dei cittadini. Il Pdl e' da mesi avvitato sulla legge bavaglio e costringe il Parlamento ad occuparsene, mettendo in secondo piano i veri problemi del paese". Lo afferma il capogruppo Idv alla Camera, Massimo Donadi. "Il ddl intercettazioni serve solo a coprire le malefatte di alcuni politici e dei loro sodali, delle cricche e dei comitati d'affare. Serve a nascondere ai cittadini scomode ed imbarazzanti verita'. C'e' una sola cosa da fare: cancellare questa legge - conclude - e passare ad altro, perche' l'Italia non ha bisogno dell'ennesimo provvedimento salva-Casta". (AGI)

VENDOLA: DONADI, RISPETTI MANDATO SUOI ELETTORI (ANSA) - ROMA, 20 LUG - Nichi Vendola deve rispettare il mandato dei suoi elettori, perche' questo fa parte della ''buona politica'' che egli stesso va predicando. Lo ha detto il capogruppo di Idv alla Camera, Massimo Donadi, commentando durante la trasmissione Radio anch'io l'autocandidatura di Nichi Vendola alla guida del centrosinistra. Donadi ha dato a Vendola alcuni ''meriti'', come quello di evidenziare la necessita' ''di un ricambio dei leader'' e di una innovazione ''delle idee e dei valori del centrosinistra''. Tuttavia, secondo il capogruppo di Idv, ci sono delle obiezioni da muovere a questa autocandidatura: ''Vendola parla di buona politica - ha osservato Donadi - ma la buona politica e' rispettare il mandato elettorale, anche perche' Vendola e' stato eletto non quattro anni fa, ma quattro mesi fa. Candidarsi alla guida di una coalizione che non c'e' non e' buona politica''. Inoltre Donadi ha sottolineato ''il rischio che prevalga l'aspetto personale, di marketing, piu' che un'azione corale di costruzione del centrosinistra''. ''Io spero - ha concluso - che Vendola metta da parte la sua candidatura, anche perche' noi non lo potremo sostenere, e si impegni a costruire un centrosinistra nuovo e moderno''. (ANSA).

P3: BELISARIO, CALIENDO? AL SUO POSTO AVREI GIA' LASCIATO (ANSA) - ROMA, 20 LUG - ''Mi fossi trovato nelle condizioni del sottosegretario alla Giustizia Caliendo avrei gia' abbandonato'', ha detto il presidente dei senatori dell'Italia dei Valori, Felice Belisario, conversando con i cronisti al termine della Conferenza dei capigruppo. Belisario ha spiegato che il suo gruppo ha presentato la mozione di sfiducia al sottosegretario Caliendo anche alla Camera. . (ANSA).

MEZZOGIORNO:BELISARIO "DATI SVIMEZ SVELANO BUGIE GOVERNO" ROMA (ITALPRESS) - "I dati Svimez svelano, ancora una volta, le bugie del Governo che per il Mezzogiorno si e' limitato ad evocare programmi strategici dei quali ancora oggi attendiamo di vedere i risultati". Lo dichiara il senatore Felice Belisario, capogruppo dell'Italia dei Valori a Palazzo Madama. "La verita' - prosegue - e' che il Sud non sta a cuore al Governo sempre piu' ostaggio della Lega e la dimostrazione sta nei fatti: i Fas, destinati per la maggior parte al Mezzogiorno, sono stati utilizzati per ben altri scopi, anche per finanziare in parte il pagamento delle multe sulle quote latte, premiando cosi' gli allevatori furbi del Nord". "Se non si provvedera' subito a riequilibrare il sistema delle agevolazioni a favore dell'economia del Mezzogiorno rischiamo di avere un'Italia sempre piu' a due velocita', violando in modo drammatico il dettato costituzionale. Il Sud, affrancato da malaffare, clientelismo politico e mafia - conclude Belisario - deve ritornare ad essere una ricchezza per il Paese". (ITALPRESS).

Berlusconi, Belisario: E' mago delle bugie, vuole comandare da solo Roma, 20 LUG (Il Velino) - "Il mago delle bugie lo ha riconosciuto esplicitamente: sulla situazione del Paese finora si e' dimostrato ottimista e fiducioso ben al di la' di quanto fosse realmente vero. Se per lui e' questo il modo giusto di governare, che Iddio ci salvi". Lo afferma il presidente del gruppo Italia dei Valori al Senato, Felice Belisario, secondo il quale "come ha mentito prima, Berlusconi mente anche adesso, sostenendo che siamo fuori dalla crisi e con la situazione migliore degli altri paesi europei. Il mago delle bugie considera il realismo come disfattismo e pessimismo - continua Belisario -, ma non si accorge che cosi' facendo toglie agli italiani la possibilita' di decidere autonomamente e coscientemente del proprio futuro. Proprio il contrario di quanto sostiene quando afferma di voler cambiare la Costituzione e le istituzioni perche' il popolo non conta e chi decide tutto sono i giudici di sinistra della Corte Costituzionale. Una balla colossale: decide chi e' intorno a lui e che rimane invischiato in vicende poco chiare, a cominciare dal capo degli ispettori del ministero della Giustizia, Miller. Il mago delle bugie in realta' vuole essere il solo a comandare - conclude il presidente dei senatori Idv - e per questo cerca di convincere la gente che soltanto sotto la sua guida sono possibili lo sviluppo economico e la liberta' di azione. Il che e' vero soltanto per quei pochi che gli stanno intorno, quella corte di personaggi corrotti e disonesti che hanno potuto agire indisturbati ed arricchirsi truffando e malversando, alle spalle della gente onesta". (com/sta)

RAI: IDV, PER MINZOLINI SIAMO COME IL FANTASMA DELL'OPERA (ANSA) - ROMA, 20 LUG - ''Per il Tg1 l'Italia dei Valori e le vere notizie sono come il celebre romanzo di Gaston Leroux 'Il fantasma dell'opera': non esistono. Eppure l'Italia dei Valori è la quarta forza politica italiana, eppure alle ultime elezioni abbiamo ottenuto, in diverse regioni, risultati a doppie cifre''. E' quanto afferma in una nota il portavoce dell'Italia dei Valori, Leoluca Orlando. ''Ma, per il 'direttorissimo' Minzolini, evidentemente, la voce del padrone - continua Orlando - deve essere irresistibile. D'altronde, come e' emerso dalle intercettazioni di Trani, nelle quali e' rimasto coinvolto lo stesso direttore del Tg1, e' stato proprio Berlusconi ad affermare di non voler vedere Di Pietro in tv perche' gli dava fastidio. Cesare comanda, Minzolini esegue. Siamo proprio curiosi di sentire cosa' dira' il 'direttorissimo' quando sara' audito dalla commissione di Vigilanza Rai. Noi ci andremo con i dati dell'Osservatorio di Pavia alla mano''. (ANSA).

Berlusconi/ Idv: Si profila ipotesi attentato a Costituzione _Per fortuna ci sono pesi e contrappesi che frenano 'dittatorello' Roma, 20 lug. (Apcom) - "Si profila l`ipotesi dell`attentato alla Costituzione".E` quanto afferma in una nota il portavoce dell'talia dei Valori, Leoluca Orlando, commentando le affermazioni del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. "Infatti, non è più tollerabile - osserva - questo continuo sfregio e vilipendio dei principi fondamentali della Carta da parte del Presidente del Consiglio, principi che non possono essere oggetto di modifiche. Almeno che non si voglia sovvertire l`ordine repubblicano". "La Costituzione - sottolinea Orlando - dà fastidio a Berlusconi perché gli impedisce di controllare anche gli ultimi spazi di libertà rimasti. I Padri costituenti sono stati lungimiranti, sembra abbiamo previsto la sua discesa in campo ed hanno imposto pesi e contrappesi, la rigida separazione dei poteri per impedire che a un dittatore come Mussolini succedesse un `dittatorello` come Berlusconi".

SUD: SVIMEZ; IDV, RAPPORTO REGISTRA POLITICHE SECESSIONISTE ORLANDO, MANCANO POLITICHE DI SVILUPPO (ANSA) - ROMA, 20 LUG - Il rapporto Svimez sull'economia del Mezzogiorno ''registra drammaticamente il raggiungimento di scelte politiche oggettivamente secessioniste''. Lo sostiene il portavoce nazionale dell'Italia dei Valori (Idv), Leoluca Orlando. ''La secessione nel Sud - sostiene l'esponente dell'Idv - ormai si e' realizzata. E questo soprattutto a causa dell'indifferenza e delle logiche di sfruttamento di mercato del sistema Italia, che hanno favorito oggettivamente, qualche volta con vere complicita' soggettive, la criminalita' organizzata''. ''Per fortuna - osserva ancora Orlando - esiste l'Europa: se l'Italia non fosse gi dentro l'Unione europea, il progetto eversivo della secessione si sarebbe gia' realizzato, anche nei termini istituzionali e non solo per quelli economici e sociali''. In questo contesto, continua l'esponente dipietrista, ''si osservano inammissibili pratiche clientelari a fronte di un vero e proprio analfabetismo e di troppi espedienti della classe dirigente del Sud. Queste presenze clientelari e sprecone non sono state frutto di un destino cinico e baro, ma sono state incentivate dall'assenza di politiche di sviluppo del Mezzogiorno del governo centrale, che negli ultimi tempi si e' del tutto disinteressato alle sorti di meta' della popolazione italiana, premiando con prebende individuali e compensi di casta i tanti ascari accattoni a Roma e i prepotenti nelle rispettive sedi territoriali''.(ANSA).

Intercettazioni/ Idv:Frustrazione premier è nostra soddisfazione _Palomba: Ma ddl resta complessivamente inaccettabile Roma, 20 lug. (Apcom) - "Prendiamo atto con soddisfazione che il governo è stato costretto a cedere sui punti fondamentali che rendevano inaccettabile ed indecente il provvedimento sulle intercettazioni. L'insoddisfazione e la frustrazione del presidente del Consiglio è motivo di grande soddisfazione per Italia dei Valori che è riuscita far recepire parte delle sue indicazioni, dopo una strenua ed aspra battaglia in Commissione". Lo dichiara in una nota Federico Palomba, capogruppo di Idv in commissione Giustizia alla Camera. "Per quanto ci riguarda - prosegue - il provvedimento rimane complessivamente inaccettabile, soprattutto per l'odioso persistere dei gravi ostacoli alle indagini, la possibilità di esclusione del pm, l'organo collegiale, la mancata considerazione dei reati spia ed un normativa che rimane sostanzialmente punitiva e dissuasiva nei confronti della libertà di stampa. Valuteremo emendamento per emendamento e voteremo solo quelli che sono coerenti con il principio di agevolare le indagini e non ostacolare la libertà di informazione". Red/Luc

INTERCETTAZIONI: BORGHESI (IDV), SIAMO AL PARADOSSO = IL PARAGONE DI BERLUSCONI CON L'INGHILTERRA? UN AZZARDO Roma, 20 lug. - (Adnkronos) - ''Siamo al paradosso. Il governo si lamenta dell'emendamento del governo, il che la dice lunga sulla stabilita' e l'unita' di questa maggioranza. Quanto poi al paragone del presidente del Consiglio con l'Inghilterra e' un azzardo. A Berlusconi ricordiamo che, grazie agli scoop del 'Daily Telegraph', nella democraticissima Inghilterra, il viceministro del Tesoro David Laws si e' dimesso per aver utilizzato un rimborso spese che gli spettava da parlamentare in maniera impropria'. Cosi' Antonio Borghesi, vicepresidente del gruppo Idv alla Camera. ''Sempre nella democraticissima Inghilterra -aggiunge l'esponente dipietrista- il ministro dell'Interno Jacqui Smith si e' dimessa per aver messo in conto ai contribuenti il noleggio di due film pornografici. Anche il ministro per le comunita' Hazel Blears, nella democraticissima Inghilterra, si e' dimessa per non aver pagato le tasse sulla vendita della sua abitazione, il cui mutuo era stato anch'esso pagato dai contribuenti''. E ''quelli di Laws, Smith e Blears -rimarca- sono peccati veniali rispetto alle accuse che penzolano sulla testa di Cosentino, Caliendo e compagnia suonando. Eppure tanto e' bastato alla democraticissima Inghilterra a farli dimettere. Da noi, invece, anche di fronte ad accuse quali associazione camorristica, associazione a delinquere o corruzione -conclude Borghesi- rimangono in sella o finiscono per smollare le poltrone solo sotto i colpi delle mozioni di sfiducia dell'opposizione''.

Manovra/ Idv: Grave bocciatura confronto su nostra contromanovra _Borghesi: "Non ci diamo per vinti, diventerà un emendamento" Roma, 20 lug. (Apcom) - "La commissione Bilancio della Camera, con un atto di arroganza, ha detto no all'esame della nostra contromanovra, adducendo una scusa risibile, ovvero la mancanza di tempo. Tutto ciò è grave ed inaccettabile. Si squarcia il velo dell'ipocrisia di questo governo che pende dalle labbra del ministro Tremonti e non ammette discussioni o confronti su alternative serie e possibili". Così Antonio Borghesi, vicepresidente del gruppo di Italia dei Valori alla Camera, commenta il no della commissione alla richiesta avanzata dal gruppo di Idv di abbinare l'esame della sua contromanovra a quella del governo. "Non ci diamo per vinti. Costringeremo, comunque, il governo e il parlamento a prendere in considerazione la nostra contromanovra e a votarla, trasformandola in un emendamento unico", aggiunge Borghesi. "La nostra contromanovra punisce gli evasori e premia le famiglie e le piccole e medi imprese. Quella del governo, va nella direzione opposta, mette le mani nelle tasche degli italiani a medio e basso reddito e lascia piene quelli degli evasori. Se questa è la loro strategia, abbiano il coraggio di metterci la faccia e dire di no", conclude Borghesi.

CSM: DE MAGISTRIS, NULLA DI NUOVO SE SI PENSA 'GIUDA' SU FALCONE = (AGI) - Roma, 20 lug. - "In verita' nulla di nuovo sotto il sole, se si pensa alle parole di Borsellino sul 'giuda' del Csm che tradi' Falcone". Luigi De Magistris sintetizza cosi' la valutazione sulle vicende che chiamano in causa Palazzo dei Marescialli. "E' naturale che il Presidente della Repubblica contesti l'opportunita' che a discutere di questione morale interna alla magistratura sia questo Csm scadente, rectius, scaduto. Il rischio - aggiunge l'eurodeputato Idv - e' infatti quello di un palese conflitto d'interesse. Questo Csm, soprattutto a seguito dell'inchiesta sulla P3, dovrebbe mettere al centro della riflessione la 'propria' questione morale, con un esito prevedibile e scontato: l'auto-assoluzione, come le peggiori caste che si rispettino". L'ex pm osserva che "questo e' stato un Csm che la magistratura onesta non potra' mai rimpiangere, come del resto viene alla luce dall'inchiesta della Procura di Roma. Non sono mancate frequentazioni improvvide di membri del Consiglio, telefonate imbarazzanti e contatti telefonici indizianti con faccendieri e politicanti attualmente in regime di carcerazione per violazione della Legge Anselmi, nomine frutto di accordi opachi con esponenti politici in particolare del Governo e della maggioranza, procedimenti disciplinari indecenti e insabbiamenti di pratiche, oltre che trasferimenti punitivi all'indirizzo di magistrati onesti, mentre per quelli collusi sono fioccati incarichi direttivi e progressioni in carriera". (AGI)

Vinyls, Idv: vicini a cassintegrati. serve prospettiva industriale Roma, 20 LUG (Il Velino) - "Questo pomeriggio saremo a fianco dei dipendenti della Vinyls di Marghera, Ravenna e Porto Torres che manifesteranno davanti a Palazzo Chigi, per chiedere al governo di rispettare gli impegni presi". Lo afferma in una nota il responsabile welfare e lavoro dell'Italia dei Valori, Maurizio Zipponi. "Noi dell'Italia dei Valori - continua - abbiamo gia' presentato una proposta per sostenere il reddito dei lavoratori colpiti dalla cassa integrazione in Sardegna, ma la replicheremo anche in altre regioni". "L'IdV - conclude Zipponi - e' convinta che l'obiettivo sia quello di garantire il posto di lavoro ai cassintegrati. Per questo, e' indispensabile che il governo, coinvolgendo l'Eni, si assuma la responsabilita' di dare una prospettiva industriale a quelle aree, come Porto Torres che, se abbandonate, rimarrebbero cattedrali nel deserto, generando drammi sociali incalcolabili". (com/dam)

Rai/Idv: Non toccare Mineo-Santoro,Ruffini conferma dilettantismo _Pardi: Finora dirigenti non ne hanno azzeccata una, vadano a casa Roma, 20 lug. (Apcom) - La decisione del Tribunale del lavoro, che ha respinto il ricorso presentato dalla Rai contro il reintegro di Paolo Ruffini alla direzione di Raitre, "non fa altro che confermare il dilettantismo e l'impreparazione dei dirigenti della Rai che, francamente, da quando hanno occupato le principali poltrone non ne hanno azzeccata una. E' anche per questo che farebbero bene ad andare a casa per evitare all'azienda ulteriori danni, anche economici". Lo ha detto il capogruppo dell'Italia dei Valori in commissione di Vigilanza, Pancho Pardi. "Si dà per certa inoltre - prosegue l'esponente dipietrista - la rimozione di Corradino Mineo da Rainews e per probabile la cancellazione di Annozero. Visti i precedenti consigliamo vivamente a tutti i referenti di Berlusconi in consiglio di amministrazione e al direttore generale Masi, almeno per una volta, di avere un comportamento di buon senso lasciando al loro posto sia Mineo che Santoro - conclude Pardi - per non danneggiare ulteriormente l'azienda che immeritatamente gestiscono e il lavoro esemplare di due professionisti". Red/Arc

L'Aquila, Mascitelli (Idv): Dove sono soldi promessi dal Governo? Roma, 20 LUG (Il Velino) - "La regione Abruzzo non paga da mesi e mesi gli albergatori che ospitano i terremotati dell'Aquila. La verita' e' che la regione non puo' permettersi di pagare perche' non ha piu' un euro e non ha piu' un euro perche' non si sa dove siano andati a finire i soldi dell'emergenza e i soldi che Chiodi aveva assicurato di aver ricevuto dal governo". Lo dichiara il senatore Alfonso Mascitelli, coordinatore regionale dell'Italia dei Valori, commentando quanto sta avvenendo negli alberghi della costiera abruzzese. "Una notizia di un certo rilievo - continua il senatore Idv - che il disinformante Tg di 'Scodinzolini' non si e' degnato di dare. La verita' e' che la situazione dei terremotati e' sempre piu' drammatica: le 15mila persone sistemate nelle nuove case costruite dal 'palazzinaro' a costi impossibili sono ben poca cosa rispetto agli oltre 30mila che ancora non hanno un tetto sotto cui stare. L'Aquila, a piu' di una anno dal terremoto, e' una citta' fantasma, sepolta ancora dalle macerie. Questa e' la verita' che non sentiremo mai dal Tg1 al servizio di Berlusconi. All'epoca, Berlusconi aveva promesso una crociera ai terremotati. Oggi - conclude Mascitelli - quella pessima battuta potrebbe diventare realta', se non altro per risollevare le sorti di un governo in caduta libera, cosi' come documentano gli ultimi sondaggi". (com/sta)

MANOVRA: DI STANISLAO (IDV), RIDARE DIGNITA' AI TERREMOTATI = (ASCA) - Roma, 20 lug - Il deputato IdV abruzzese, Augusto Di Stanislao, ha presentato oggi tre emendamenti alla Manovra correttiva in Commissione Bilancio. I tre emendamenti riguardano l'Abruzzo e il sisma che ha colpito il territorio aquilano, con i quali Di Stanislao cerca ''di porre rimedio all'incresciosa situazione in cui versano ancora i terremotati''. Il primo emendamento prevede lo stanziamento di 120 milioni di euro per il 2011, a favore dei familiari delle vittime degli eventi sismici del 6 aprile, 2009 e di coloro che a causa degli eventi citati hanno riportato lesioni gravi e gravissime, il secondo dispone che la prevista proroga degli adempimenti e dei versamenti tributari venga estesa a tutti i soggetti lavoratori, e non solo ad aziende e professionisti ed infine con il terzo emendamento propone l'equiparazione alle modalita' di rimborso (ossia il 40% del dovuto) gia' previste per gli eventi sismici avvenuti nelle regioni Marche ed Umbria del 1997 e quelli nelle province di Campobasso e Foggia del 2002. ''Mi auguro - afferma Di Stanislao - che ci sia un po' di buon senso da parte del Governo e che ancora una volta i terremotati abruzzesi non vengano etichettati come terremotati di serie B. Ancora una volta Italia dei Valori rispetto al problema del sisma, cosi come in altre problematiche,propone emendamenti non demagogici ma che mirano al cuore e alla risoluzione del problema.L'Aquila e le popolazioni martoriate dal sisma non possono piu' aspettare''.

Manovra, Zipponi (Idv): Ingiusti i tagli ai vigili del fuoco Roma, 20 LUG (Il Velino) - "L'Italia dei valori aderisce allo sciopero nazionale dei Vigili del Fuoco, indetto da Cgil, Cisl e Uil, e ne condivide le motivazioni". Lo afferma in una nota il responsabile Lavoro e Welfare dell'Idv, Maurizio Zipponi. "La manovra finanziaria - prosegue - produrra' effetti negativi sulle condizioni complessive del personale dei Vigili del fuoco e avra' pesanti ricadute sul prezioso e infaticabile servizio prestato ai cittadini. Infatti, l'attenzione ai loro bisogni e alla loro sicurezza sara' messa a repentaglio e, a questo, si aggiungera' il rischio che, nei prossimi mesi, i mezzi di soccorso dei pompieri potrebbero restare fermi nelle autorimesse, perche' manchera' addirittura il carburante". "Il contratto scaduto da 30 mesi e l'inadeguatezza delle risorse messe a disposizione - prosegue Zipponi - dimostrano come questo governo non voglia riconoscere ne' la professionalita' dei Vigili del fuoco ne' il peso di un lavoro usurante che queste forze portano avanti con passione e dedizione, correndo spesso rischi, anche gravi, per la loro stessa incolumita'". "L'Italia dei Valori - conclude - mettera' in campo tutte le azioni di denuncia necessarie e, attraverso i propri rappresentanti in Parlamento, sosterra' e supportera' questa importante vertenza". (com/cos)

INTERCETTAZIONI. DE MAGISTRIS: ORA PREMIER SE LA PRENDE CON CARTA (DIRE) Roma, 20 lug. - "Berlusconi non riesce a portare a casa il ddl intercettazioni cosi' come lo aveva ordinato al ministro ombra della Giustizia Ghedini e quindi cosa fa? Se la prende con la Costituzione, rea di fondare la democrazia italiana, ponendo regole e limiti della convivenza civile". Lo afferma Luigi de Magistris, eurodeputato Idv. "Secondo il premier infatti- aggiunge- ammodernare e democratizzare il Paese significa imporre un ddl criminogeno che imbavaglia i media e lega le mani alla magistratura nel contrasto al crimine, servente solo ad un governo infettato dal virus della corruzione e dell'illegalita', come dimostrano i vari Cosentino, Caliendo, Scajola e via elencando. Bell'esempio di modernita' e democrazia- sottolinea de Magistris- il ddl intercettazioni puo' avere un solo destino, almeno per gli spiriti democratici che credono nel rispetto della legge, quello di finire nel nulla".

Difesa/ Da Idv interrogazione a La Russa su taglio Eurofighter _C'è rischio costo rescissione costi di più risparmio previsto Roma, 20 lug. (Apcom) - "Il ministro La Russa non è chiaro. Quando parla del taglio di 25 caccia Eurofighter, che potrebbe anche rappresentare una scelta giusta, dal momento che porterà un risparmio di 2 miliardi di euro, dovrebbe far capire su quali basi sia stata presa questa decisione". Lo dice in una nota Augusto Di Stanislao, capogruppo IdV in commissione difesa alla camera. "Il nostro paese - spiega Di Stanislao - ha degli accordi internazionali da rispettare, accordi stipulati a suo tempo con Gran Bretagna, Spagna e Germania. Rescindere un contratto del genere costerebbe all`Italia molto più di quanto il ministro dice di voler risparmiare". "Presenteremo, dunque, un`interrogazione a risposta immediata in commissione - aggiunge Di Stanislao - nella quale chiederemo al ministro di fare chiarezza su come sia stata presa questa decisione e sulla destinazione dei 2 miliardi che si andranno a risparmiare".



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lunedì 19 luglio 2010

commenti sul dopo congresso:

N.B. Vi prego di leggere prima l'email di Madaghiele riportata sotto la mia.......

Carissimo Salvatore,
sto apprezzando molto i tuoi inteventi in rete e negli incontri di vario tipo.
Le tue parole,le tue riflessioni,le prospettive che delinei...costituiscono un prezioso patrimonio del partito brindisino.
Esso va valorizzato e messo in rete con tanti altri che sono stati bloccati o sono stati demotivati.....
Accetto di buon grado le considerazioni e gli auguri che mi rivolgi:sono un elemento che mi incoraggiano ad andare avanti in una situazione difficile e in un incarico che comporta prevalentemente oneri.....
Sono convinto del grande ed efficace lavoro che potrò fare insime al buono coordinamento provinciale.Anche in questo caso condivido quanto detto da te...
Sono orgoglioso di aver suscitato attorno a me tanto entusiasmo e tanto consenso,ma ho bisogno del lavoro di squadra locale, del sostegno dei livelli superiori,delle necessarie risorse economiche e dell'azione appassionata,qualificata e coinvolgente di persone straordinarie come te.
Mi piacerebbe non deludere nessuno e poter realizzare quanto da noi detto in questo stupendo Congresso.
Ritieniti un prezioso mio collaboratore!
Cominciamo da subito a riaccendere l'entusiasmo a partire dai gruppi comunali!
Mi auguro anche che si avvii un confronto a partire dal riscontro e dal contributo che ognuno può dare già rispondendo a queste email....
Un fraterno saluto.
lorenzo caiolo



> Date: Sat, 17 Jul 2010 09:32:58 +0200
>> Subject: R: Dichiarazioni relative al Circolo di Francavilla F.na
>
> Egregi Parlamentari e Dirigenti dell'IDV,
> Cari amici IdV Prov. di
> Brindisi,
> mi permetto di scrivere questa mail per ringraziarVi della
> splendida giornata di ieri (ndr) nella quale si è svolto il congresso
> Povinciale IDV Brindisi.
> Un grazie particolare al Senatore CAFORIO, che
> con ostinatezza, passione, trasparenza, terzietà e soprattutto
> competenza e capacità di coinvolgimento, ci ha condotti sino a questa
> tappa importante per la Prov. di Brindisi, nonostante gli attacchi di
> bassa lega e tutti strumentali che ha ricevuto in questi giorni dai
> soliti noti che erano interessati più le poltrone che alla crescita del
> partito.
> Ieri IdV Brindisi ha dimostrato di essere un partito diverso
> dagli altri grazie soprattutto ad un ALTO riferimento politico nella
> persona del Senatore Caforio, GRAZIE!
> Un grazie ed un augurio di cuore
> al neo Coordinatore Prov.le Lorenzo Caiolo che ha saputo portare un
> valore aggiunto nel partito in termini di capacità politiche (un
> discorso di mozione bellissimo ad ampio respiro ma sempre concreto (mi
> ha ricordato il miglior Vendola!!!!!)), e umane. Auguri e Grazie!
> Un
> augurio anche al Direttivo Prov.le fatto di persone trasparenti e
> cristalline, competenti e soprattutte con passione politica, Grazie a
> Voi IdV in Prov. di Brindisi crescerà in QUALITA' E QUANTITA'.
> Infine
> un Grazie a tutti i dirigenti nazionali che ci hanno onorato della loro
> presenza e vicinanza, facendoci sentire parte di una squadra, ampia e
> numerosa che ha valori e obiettivi comuni.
> Come ama ripetere (con
> ragione) sempre il nostro Senatore Caforio "senza gioco di squadra non
> si va da nessuna parte!!!!!
> IdV di Brindisi grazie al Senatore Caforio
> e ai nuovi quadri dirigenti locali sapranno ancor di più fare squadra e
> raggiungere obiettivi importanti!
> Grazie
> Dott. MADAGHIELE Salvatore
>
>


Non sei a casa? Accedi a Messenger dal Web.

Il presidente Di Pietro ci invita

Carissimi,

solo per ricordarvi che, anche quest’anno, chi vuole può partecipare alla consueta scampagnata che si svolgerà alla mia masseria di Montenero di Bisaccia, a partire dal tardo pomeriggio di sabato 7 agosto p.v..

Sarà un’occasione informale per assaggiare i prodotti tipici che tutti voi porterete dalla vostra terra, così da poterli assaporare e condividere assieme. L’evento è aperto a tutti, senza necessità di invito.

Vi aspetto.

Antonio Di Pietro

Il Congresso provinciale elegge il Prof. Lorenzo Caiolo quale nuovo coordinatore prov.le IDV

Erano mesi che attendevamo una buona notizia. Finalmente ci siamo. Il Congresso provinciale tenutosi venerdì scorso presso Tenuta Moreno ha individuato in Lorenzo Caiolo la persona che meglio di ogni altra saprà guidare il partito nelle perigliose acque del brindisino.
L'elezione è stata salutata con entusiasmo dai giovani e meno giovani presenti all'assise che confidano nella nuova linfa vitale che il neo eletto coordinatore saprà certamente infondere.
I temi che attendono il nuovo Coordinatore non sono di poco momento tante sono le croniche "emergenze" di cui soffre il ns. martoriato territorio: disoccupazione, scempio ambientale, mancanza di progettualità delle spesso improvvisate amministrazioni, ecc.
Rivolgiamo un accorato appello al prof. Caiolo affinchè intervenga sui massimi vertici del partito (al congresso oltre al sen Caforio e all'On.le Zazzera era presente anche il sen Belisario) affinchè vengano destinate risorse ai Circoli cittadini idv che sono la linfa vitale del partito e sentinelle di legalita.
Inoltre, chiediamo apertamente e senza equivoci al neo eletto coordinatore provinciale di battere i pugni sul tavolo della politica locale e regionale: il PD di San Donaci ha fagocitato il ns. Consigliere Comunale. Ebbene, tale rappresentanza non ci è stata sinora restituita.
Ne consegue che non c'è, nè ci sarà in futuro, alcun rapporto paritario con "l'alleato" PD finchè non sarà rimossa questa violazione macroscopica in danno della ns. componente politica.

Oggi l'On. Zipponi in Puglia

Carissimi,

Lunedì 19 luglio prossimo alle ore 17.00 presso il Vittoria Parc Hotel di Bari Palese, il responsabile del Dipartimento Nazionale Lavoro, on. Maurizio Zipponi, sarà in Puglia per incontrare eletti e dirigenti del partito, al fine di presentare la struttura, gli obiettivi e l'organizzazione nazionale e territoriale del dipartimento.

L'occasione sarà utile per fare un quadro della situazione in Puglia sul piano dell'occupazione e, più in generale del'economia e dell'impresa, puntando l'attenzione su criticità e problematiche sensibili per i cittadini e da seguire come partito e come dipartimento.

Vi invito a non mancare.

On. Pierfelice Zazzera
Coordinatore regionale IdV Puglia


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venerdì 16 luglio 2010

Partrecipiamo al Congresso Provinciale IDV oggi pomeriggio inizio ore 17,00

Si terrà nel pomeriggio di oggi (inizio ore 17,00) il Congresso Prov.le IDV presso il resort Tenuta Moreno (S.S. 7) in Mesagne. Garante dei lavori il Dr. Lorenzo Nicastro, e presenti i vertici istituzionali del partito.
Ancorchè le operazioni voto siano riservate ai soli tesserati del partito, ricordiamo che il congresso è aperto a tutti, perchè il partito è di tutti.
Buona partecipazione.

Circolo IDV San Donaci Terra Viva

On. Maurizio ZIPPONI IN PUGLIA

Lunedì 19 luglio prossimo alle ore 17.00 presso il Vittoria Parc Hotel di
Bari Palese, il responsabile del Dipartimento Nazionale Lavoro, on. Maurizio
Zipponi, sarà in Puglia per incontrare eletti e dirigenti del partito, al
fine di presentare la struttura, gli obiettivi e l'organizzazione nazionale
e territoriale del dipartimento.
L'occasione sarà utile per fare un quadro della situazione in Puglia sul
piano dell'occupazione e, più in generale del'economia e dell'impresa,
puntando l'attenzione su criticità e problematiche sensibili per i cittadini
e da seguire come partito e come dipartimento.






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mercoledì 14 luglio 2010

Ufficio stampa IDV Focus Idv del 14 luglio

COSENTINO: DI PIETRO (IDV), DIMISSIONI? ERA ORA... L'EX MAGISTRATO, E ADESSO SFIDUCIAMO L'INTERO GOVERNO (ANSA) - ROMA, 14 LUG - "Soltanto chi non ha il senso del limite poteva pretendere di fare il sottosegretario con l'accusa di aver fatto parte di una associazione camorristica''. Il leader dell'Italia dei Valori (Idv), Antonio Di Pietro, commenta cosi' le dimissioni dal governo di Nicola Cosentino. ''E oggi - aggiunge - abbiamo presentato una mozione di sfiducia, ben piu' complessa e determinata, nei confronti dell'intero esecutivo Berlusconi''. ''Oggi abbiamo chiesto per Cosentino - aggiunge Di Pietro - che il Parlamento discuta immediatamente l'autorizzazione al suo arresto''. Secondo l'ex magistrato, il sottosegretario dimissionario ''deve consegnarsi alla magistratura come tutte le altre persone, perche' vogliamo al governo del Paese persone che non commettono reati''. ''Oggi tutti i cittadini - conclude il leader dell'Idv - si sono resi conto che Berlusconi li ha presi in giro facendo credere che votando lui stavano meglio loro. Invece sta meglio lui e qualche amico suo''.(ANSA).

COSENTINO: DI PIETRO, ERA ORA, CAMERA AUTORIZZI ARRESTO ORA MOZIONE IDV CONTRO INTERO GOVERNO (ANSA) - ROMA, 14 LUG - ''Era ora. Cosentino non poteva fare altrimenti. Avrebbe dovuto dimettersi da tempo, visti i suoi precedenti, come piu' volte e' stato chiesto dall'Italia dei Valori. Adesso chiediamo, come abbiamo fatto oggi in Aula, che la Camera autorizzi il suo arresto, come ha gia' chiesto l'autorita' giudiziaria. E dopo la mozione di sfiducia contro Cosentino, l'IdV si prepara a chiedere una mozione contro l'intero governo Berlusconi''. Lo afferma in una nota il presidente dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. ''Le dimissioni - continua Di Pietro - sono arrivate grazie alle forti critiche espresse dall'opinione pubblica, dalla libera stampa e da tutte le forze dell'opposizione, con a capo l'IdV che, in questa vicenda, ha ricoperto un ruolo fondamentale. Continueremo a batterci a difesa della legalita' e della democrazia''.

INCHIESTA EOLICO: DI PIETRO, COSENTINO SI DIMETTERA' PER NON PASSARE FORCHE CAUDINE = Roma, 14 lug. (Adnkronos) - "Credo proprio che Cosentino a breve si dimettera'. E' un atto obbligato per non passare sotto le forche caudine, ossia dalla mozione presentata dalle opposizioni e che verra' sostenuta da molti parlamentari del Pdl". Lo afferma il presidente dell'Italia dei valori, Antonio Di Pietro. "In questo modo il governo potra' tirare un respiro di sollievo, non perdendo del tutto la faccia, e soprattutto questo atto servira' a distendere i toni all'interno della maggioranza. Intanto, e non e' un caso -fa notare Di Pietro- in commissione Giustizia l'esecutivo si e' preso 48 ore di pausa di riflessione sugli emendamenti. Che cosa si gioca in queste ore? Norme, nomine e quant'altro". "Insomma, lo scacchiere del Palazzo lascia sempre piu' sgomenti: tutto avviene nelle segrete stanze di palazzo Grazioli mortificando il Parlamento. Cosentino -conclude il presidente Idv- deve andare subito a casa e con lui tutto il governo piduista che sta distruggendo lo Stato di diritto, alimentando gli interessi delle mafie e snaturando la nostra democrazia".

Eolico/ Di Pietro: Berlusconi correo politico, si dimetta Governo _"Il premier è il capo di questa nuova P2" Roma, 14 lug. (Apcom) - Il sottosegretario Nicola Cosentino deve dimettersi, ma lo stesso deve fare l'intero Governo, a cominciare dal presidente del Consiglio che è "correo politico di quello che sta accadendo". Il leader di Idv Antonio Di Pietro parla in Aula durante il question time e attacca l'esecutivo: "Questo è un governo che fa esattamente quel che fa un'associazione segreta, fa finta di non vedere e non sentire e trama sotto banco. Quello che chiediamo la prossima settimana non sono le dimissioni di Cosentino, ma le dimissioni di questo Governo". Un Governo "che fa leggi per assicurare l'impunità, che servono solo a una parte del Paese". Aggiunge Di Pietro: "Questo Governo non può continuare a tirare la corda, il Paese brucia. In questo Paese c'è un solo vero correo morale di quello che sta accadendo: Silvio Berlusconi, il vero capo di questa nuova P2... anzi è sempre la stessa persona". Adm

INCHIESTA EOLICO: DI PIETRO, CON COSENTINO VADA A CASA TUTTO IL GOVERNO = Roma, 14 lug. - (Adnkronos) - ''Mentre il paese brucia, il governo ride. Berlusconi e' il vero correo morale di questa situazione, e insieme a Cosentino noi chiediamo che tutto il governo vada a casa''. Lo dice Antonio Di Pietro replicando in aula alla Camera al ministro dei rapporti con il Parlamento Elio Vito, che aveva risposto al question time sulla vicenda che coinvolge il sottosegretario Nicola Cosentino. Il leader dell'Italia dei valori chiede ironicamente al presidente della Camera di trasmettere la richiesta di misura cautelare avanzata contro Cosentino al governo, visto che a Palazzo Chigi ''si limitano a leggere la rassegna stampa''. ''Il governo -rimarca Di Pietro- fa finta di non vedere e non sentire, chiediamo non solo le dimissioni di Cosentino, ma le dimissioni di questo governo che continua a farsi le leggi per non farsi processare''. ''Cosi' non puo' continuare'', incalza Di Pietro che indica in Silcio Berlusconi il ''capo della nuova P2''. Anche il capogruppo Idv Massimo Donadi, illustrando l'interrogazione, aveva protestato per le risposte ''burocratiche'' arrivate dal governo: ''Non e' che puo' cavarsela raccontando due frottole su una vicenda grossa come una casa. Su Cosentino solo notizie di stampa? Ma c'e' un ordine d'arresto'', sbotta Donadi.

'DI PIETRO QUERELA LIBERO,UN TITOLO PER COLLEGARMI A 'NDRINE C'E' IL TENTATIVO DI METTERMI IN RELAZIONE CON ARRESTI DI IERI (ANSA) - ROMA, 14 LUG -''Questa mattina, invece di occuparmi delle mille questioni politiche che devo affrontare in qualita' di Presidente dell'Italia dei Valori, ho dovuto provvedere a querelare il direttore di Libero, Maurizio Belpietro, per un'altra grave scorrettezza che ha commesso ai miei danni. Ha titolato in prima pagina e a tutto campo: 'Di Pietro e il capocosca'''. E' l'annuncio che sul suo blog da' proprio il leader dell'IDV che spiega :''Se poi si va a leggere larticolo, che per viene nascosto in tredicesima pagina, il giornalista Nuzzi precisa: Di certo Di Pietro non sapeva che a chiedergli la foto era una squadretta di uomini della ndrangheta. Insomma si scopre solo che dietro al titolo, sparato in prima pagina, non c'e null'altro che una foto richiesta da alcune persone presenti in un ristorante dove mi trovavo''. Secondo Di Pietro l'obiettivo del giornale e' preciso: ''collegare la mia persona a quella delle altre persone che sono state appena arrestate ieri, con l'accusa di aver costituito e partecipato ad una filiale della ndrangheta a Milano. Insomma far credere che anche io possa avere qualche ruolo in quella associazione mafiosa. Il titolo a caratteri cubitali, disposto o comunque fatto disporre dal direttore Maurizio Belpietro, contiene allusioni storicamente false, volutamente denigratorie e percio' dolosamente diffamatorie''. Dato che pero' sono proprio i titoli a rimanere maggiormente impressi ai lettori, grazie a quel titolo ''milioni di persone hanno potuto (anzi, hanno dovuto) apprendere una notizia materialmente falsa, fin dalle sue fondamenta, sparata dal quotidiano Libero. Insomma, il modo in cui il direttore Belpietro, utilizzando proprio le parole che ha usato nei titoli e nei riquadri ha confezionato la notizia, e' un capolavoro di disinformazione''. (ANSA).

TANGENTOPOLI2: DI PIETRO, FINI NON SVENDI PROPRIA DIGNITA' A PIDUISTI = (ASCA) - Roma, 14 lug - ''Tra i parlamentari della maggioranza e soprattutto penso al presidente della Camera Gianfranco fini, c'e' un momento delicato in cui c'e' chi si rende conto che non si puo' svendere la propria dignita', la propria onorabilita', la propria storia personale per un gruppo di piduisti che fanno interessi propri alle spalle della collettivita'''. Lo dice ai cronisti il leader dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro, con riferimento alle vicende giudiziarie che in questi giorni stanno investendo alcuni tra i maggiori esponenti del governo. ''Mi auguro - aggiunge - che la dignita' torni in questo parlamento. Ma fino a quando non andra' fuori dal governo Silvio Berlusconi, che e' il capo di questa organizzazione, avremo sempre una democrazia ridotta''.

REFERENDUM, DI PIETRO AL 3REFCONTEST (9Colonne) Roma, 14 lug - Oggi, dalle 18.30, il presidente dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro prenderà parte alla premiazione del concorso 3refContest, al Centrale Ristotheatre di Roma. Il concorso, indetto in occasione della raccolta firme per i tre referendum abrogativi sulla privatizzazione dell'acqua, sul nucleare e sul legittimo impedimento, ha visto la partecipazione di migliaia di persone che, da tutta Italia, hanno inviato video, racconti e sms sui tre temi della campagna. "Una occasione per festeggiare, insieme ai sostenitori che hanno richiesto l'invito tramite Facebook, il superamento dei 100mila contatti della pagina personale di Antonio Di Pietro" rende noto l'ufficio stampa dell'Italia dei Valori. (red)

INTERCETTAZIONI:DONADI,MODIFICHE PANNICELLO CALDO,VOTIAMO NO (ANSA) - ROMA, 14 LUG - ''Le modifiche del presidente Bongiorno sono un pannicello caldo di fronte ad un ddl che era e resta profondamente criminogeno, antilegalitario e antidemocratico. Per questo, Italia dei Valori voterà contro a questo provvedimento che mette a serio rischio la sicurezza nel Paese e la libertà di informazione''. Lo dichiara in una nota Massimo Donadi, presidente dei deputati di Italia dei Valori. ''Per Idv - prosegue - non esistono assi privilegiati con una parte della maggioranza: i finiani sono e restano parte della maggioranza. Ogni singolo emendamento lo valuteremo nel merito, a prescindere da chi lo ha presentato''.(ANSA).

GOVERNO: DONADI, DIMISSIONI COSENTINO GRANDE VITTORIA IDV = (AGI) - Roma, 14 lug. - "Le dimissioni del sottosegretario Cosentino sono una grande vittoria di Italia dei Valori e della determinazione con la quale, insieme agli altri partiti dell'opposizione, anche questa volta ha scelto di percorrere la via della mozione di sfiducia. Resta la profonda amarezza che ancora una volta, come nel caso di Brancher, questo governo senza vergogna non abbia sentito il bisogno per rispetto delle istituzioni e dei cittadini elettori di fare pulizia da solo ed abbia atteso la spada di Damocle del voto di sfiducia". Lo afferma Massimo Donadi, presidente dei deputati dell'Idv, commenta le dimissioni del sottosegretario Cosentino. "Non ci stancheremo mai di ripetere che la legalita' e la tutela dell'onorabilita' delle istituzioni democratiche sono per noi valori imprescindibili e non negoziabili", conclude Donadi. (AGI)

COSENTINO: DONADI (IDV), FINI HA AGITO CORRETTAMENTE = (AGI) - Roma, 14 lug. - "Siamo soddisfatti". Cosi' Massimo Donadi, capogruppo alla Camera dell'Idv, ha commentato ai microfoni di CNRmedia, la decisione del presidente della Camera Fini di calendarizzare la mozione di sfiducia nei confronti del sottosegretario Cosentino la prossima settimana. "Di la' di quello che dice in modo assolutamente sbagliato e fuorviante il centrodestra, non e' nemmeno stato un atto di discrezionalita' da parte del presidente Fini", ha spiegato, "c'e' una quota del calendario della Camera che e' riservata alle opposizioni" e "il presidente Fini correttamente e doverosamente ha accolto questa nostra richiesta, sostenuta per altro anche da Pd e dall'Udc". "Cosentino - ha aggiunto Donadi - e' diventato un imbarazzo per il paese, per la politica, per il governo e per la maggioranza. Ci tolga tutti dall'imbarazzo e si levi dai piedi, e' l'unica cosa buona che puo' fare". (AGI)

Cosentino, Belisario: Tre dimessi in due mesi, record di sempre Roma, 14 LUG (Il Velino) - "Tre esponenti del governo sono stati costretti a dimettersi in poco piu' di due mesi. Gli ultimi due addirittura negli ultimi 10 giorni, e tutti per motivi poco edificanti. Caro Berlusconi, anche questo e' un record nella storia degli ultimi 150 anni". Lo ha detto il presidente dei senatori dell'Italia dei valori, Felice Belisario. "Purtroppo siamo convinti che la valanga non si fermera' qui. Questo record e' destinato a crescere e tra un po' sara' lo stesso premier ad andare a casa perche' il sistema marcio che gli gira intorno e' una sua creazione e la sua maggioranza sta implodendo sotto i colpi del malaffare e degli appalti". (com/ban)

GOVERNO: BELISARIO, BERLUSCONI COME ARABA FENICE (ANSA) - ROMA, 14 LUG - ''Berlusconi minimizza sciorinando le sue solite battute che fanno a mala pena sorridere, ma 'quattro sfigati in pensione', come li definisce lui, possono sovvertire l'ordine democratico''. Lo dichiara il senatore Felice Belisario, capogruppo dell'Italia dei Valori. ''In questo momento delicatissimo per il nostro Paese - spiega Belisario - l'IdV non abbassera' la guardia neanche per un istante perche' Berlusconi e' come l'Araba fenice e c'e' il pericolo che risorga dalle sue ceneri''. ''Gli uomini di governo coinvolti nelle inchieste - conclude Belisario - devono immediatamente dimettersi perche' indeboliscono l'immagine delle nostre Istituzioni. Ormai e' chiaro: il governo e' alla frutta, e' ora che vada a casa''. (ANSA).

EOLICO: P3; IDV, FORMIGONI CHIARISCA SUA POSIZIONE (ANSA) - ROMA, 14 LUG - ''A seguito delle notizie di un presunto coinvolgimento del presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, con l'associazione di stampo eversivo massonica che faceva riferimento a Flavio Carboni e vista la gravita' dell'azione che sarebbe stata svolta per ottenere illegittimi vantaggi in sede di esame dei ricorsi elettorali, in occasione delle elezione regionali del marzo 2010, e' necessario che il presidente Formigoni chiarisca immediatamente la propria posizione''. Lo ha affermato in una nota il portavoce dell'Italia dei Valori, Leoluca Orlando. ''E' ugualmente necessario continua Orlando - che l'organo di autogoverno dei giudici, il Consiglio superiore della magistratura, esamini al piu' presto la compatibilita' della permanenza in carica di magistrati che sarebbero stati coinvolti nelle attivita' eversive della stessa associazione segreta, riferibile ai gia' arrestati Carboni, Lombardi e Martino''. ''A prescindere dalle responsabilita' personali - aggiunge Orlando - si impone il rispetto delle elementari regole deontologiche, peraltro previsto espressamente dalarticolo 54, secondo comma, della Costituzione che impone, a coloro che ricoprono pubbliche funzioni, e tra questi certamente politici e magistrati, di adempierle con disciplina e con onore''. (ANSA). COM-IA

EOLICO: P3;L.ORLANDO, PREMIER-CESARE REGISTA DEGLI 'SFIGATI' (ANSA) - ROMA, 14 LUG - ''Il coinvolgimento del Presidente del Consiglio nelle presunte attivita' eversive di un gruppo di sfigati, e' la patetica conferma del tentativo di sminuire la gravita' del piano massonico nel quale il presidente Berlusconi appare beneficiario e regista''. Lo afferma in una nota il portavoce dell'Italia dei Valori, Leoluca Orlando, commentando un articolo pubblicato oggi da ''L'Unita'''. ''La circostanza che gli sfigati definissero lo sfigato Berlusconi in codice con il nome di Cesare - aggiunge Orlando - e' l'ulteriore conferma di un delirio di onnipotenza e di una subalternita' di tanti eversori e della presunzione del capo dell'eversione. Quanto sta emergendo supera ogni immaginazione e l'Italia appare in serio rischio di tenuta democratica sin tanto che Berlusconi e la sua cricca continueranno ancora a garantire un sistema perverso di politica affari mafia e massoneria deviata''. Il giornale diretto da Concita De Gregorio titola in prima pagina, su una foto in primissimo piano di Berlusconi, ''Sapeva tutto''. Il sommario aggiunge: ''Nome in codice 'Cesare'. Berlusconi al corrente dei traffici della cricca. Lo rivelano i verbali delle intercettazioni''.

INCHIESTA EOLICO: MURA, GOVERNO COME 10 PICCOLI INDIANI, OGNI GIORNO NE MANCA UNO = Roma, 14 lug. - (Adnkronos) - ''Questo governo ricorda i dieci piccoli indiani di Aghata Christie, visto che ogni dieci giorni perde un ministro o un sottosegretario. Al di la' delle battute le dimissioni di Cosentino dimostrano che il governo Berlusconi finito, perche' quando un governo fa dimettere i propri membri solo per evitare che siano cecchinati dal voto del Parlamento vuol dire che e' arrivato a fine corsa. Berlusconi prenda atto del fallimento e si dimetta al piu' presto, mettendo almeno per una volta gli interessi del paese davanti ai suoi''. Lo dichiara Silvana Mura, deputata di Idv.

RAI: PARDI (IDV),MINEO E SANTORO PERICOLO PER BERLUSCONI RINVIO NOMINE IN CDA BUONA NOTIZIA MA NON BASTA (ANSA) - ROMA, 14 LUG - Corradino Mineo e Michele Santoro rappresentano ''un pericolo per Berlusconi, il vero capo della Rai, perche' danno notizie, raccontano fatti e fanno approfondimenti''. Lo sostiene il capogruppo dell'Italia dei Valori in commissione di Vigilanza, Pancho Pardi. Secondo Pardi ''e' chiaro che nella Rai monopolizzata dalla maggioranza si faccia di tutto per tenerli da parte o per espellerli. Sono considerate voci scomode, come quelle dell'Italia dei Valori che non a caso vengono sistematicamente escluse dai principali tg. Certo- osserva l'esponente Idv -, il rinvio della rimozione di Mineo da Rainews e', almeno per oggi, una buona notizia. Ma non basta. Mineo deve restare al suo posto, perché se lo è meritato con gli ascolti, e Santoro deve finalmente poter lavorare in santa pace. Masi - conclude il senatore Pardi - la smetta di tentennare, tanto sa perfettamente che c'è una sentenza che gli impone di inserire Annozero nel palinsesto. Si risparmi questo mobbing da quattro soldi''.

NDRANGHETA: MESSINA (IDV), INFILTRAZIONI CLAN PROBLEMA NAZIONALE = (AGI) - Catanzaro, 14 lug. - "E' molto importante l'operazione portava avanti con intesa tra la Dda di Milano e quella di Reggio Calabria e la collaborazione tra le forze di polizia con carabinieri, polizia di Stato e Dia. I complimenti e la vicinanza a loro e' ovviamente scontata ma non solo a parole".* E' quanto dichiara Ignazio Messina, deputato e Commissario regionale dell'Italia dei Valori. "La vicinanza per il loro operato va' dimostrata pero' anche predisponendo i fondi nella finanziaria - continua Messina- che il governo gli ha levato, salvo poi sprecarsi in lodi che non certo aiutano le forze di polizia ad avere la benzina nelle macchine. Italia dei valori vuole ribadire anche che la 'ndrangheta non e' un problema solo delle forze dell'ordine, ma anche della politica, dell'imprenditoria e della societa' civile. La politica deve agire di conseguenza per lasciare fuori dai palazzi i condannati e gli inquisiti e all'imprenditoria sana va' data possibilita' di ribellarsi alle vessazioni della criminalita'. Le istituzioni per garantire e pretendere la regolarita' degli appalti devono istituire subito le "white list" presso le stazioni uniche appaltanti. Prendano anche coscienza quelli del Nord - conclude Messina- che questa operazione ha portato alla luce il fatto che, il fenomeno della criminalita' organizzata e' molto piu' ampio e pericoloso, non e' meridionale o solo calabrese o solo siciliano ma e' anche infiltrato nei settori dell'economia al nord stesso ed e' dunque una partita nazionale che non possiamo perdere". (AGI)

NDRANGHETA: DE MAGISTRIS (IDV), COLPITO NODO RAPPORTI MAFIA-POLITICA = (ASCA) - Catanzaro, 14 lug - ''La brillante operazione contro la 'ndrangheta, condotta da Polizia e Carabinieri e coordinata dalle Dda di Milano e Reggio Calabria, che ha portato all'arresto di oltre 300 persone in tutta Italia, dimostra, ancora una volta, come la mafia non sia piu' quella della coppola e della lupara, ma la nuova mafia dei colletti bianchi, dei professionisti e degli imprenditori, che vanno a braccetto con la politica, dei grandi affari conclusi nei salotti o ai grandi ricevimenti, di rappresentanti delle istituzioni deviati e collusi''. Ad affermarlo e' Luigi de Magistris, europarlamentare dell'Idv. ''L'inchiesta, conclusa con successo grazie all'utilizzo di intercettazioni telefoniche e ambientali - prosegue de Magistris -, dimostra quanto sia forte la pervasivita' delle organizzazioni criminali nel Nord Italia. La 'ndrangheta ha letteralmente colonizzato regioni come la Lombardia, nonostante qualcuno si ostini a negarne la presenza, e oggi rivolge i suoi appetiti sui ricchissimi appalti dell'Expo 2015, cosi' come sulla ricostruzione del dopo-terremoto in Abruzzo. Non a caso la Commissione Controllo Bilanci del Parlamento Europeo, da me presieduta, appena insediata ha deciso di avviare una seria vigilanza sulla spesa pubblica di quattro regioni italiane, tra cui proprio la Lombardia, con riferimento al prossimo Expo, e l'Abruzzo, oltre a Campania e Calabria quali territori ad alta densita' criminale''. ''Grande apprezzamento - conclude de Magistris - deve essere rivolto ai magistrati inquirenti e alle Forze dell'Ordine, che hanno avuto la capacita' e il coraggio di colpire il nodo cruciale dei rapporti tra mafia e politica, quella zona grigia in cui si sviluppa la vera forza delle organizzazioni criminali, tanto che gli stessi pm hanno definito le relazioni politiche come il 'capitale sociale' della 'ndrangheta''.

MANOVRA: DE MAGISTRIS (IDV), FORZE ORDINE TRADITE DA GOVERNO = (ASCA) - Catanzaro, 14 lug - ''Condivido le ragioni della protesta del Sindacato di Polizia Coisp e delle donne e gli uomini delle forze dell'ordine, scesi in piazza per denunciare il tradimento da parte di un governo che in campagna elettorale ha promesso un impegno prioritario sul fronte della sicurezza, oggi totalmente disatteso. Un governo che anziche' sostenere le forze di polizia impegnate nella tutela della sicurezza dei cittadini e nel contrasto alla criminalita', continua a umiliarle, tagliando mezzi e risorse, e a neutralizzarne l'operato promuovendo leggi criminogene che servono soltanto a garantire l'impunita' ai delinquenti e ai corrotti di tutte le cricche''. Lo afferma Luigi de Magistris, europarlamentare dell'Idv. ''Le sagome dei poliziotti pugnalati alle spalle - prosegue de Magistris - rappresentano con cruda ma straordinaria efficacia la gravita' dei provvedimenti previsti nella finanziaria che penalizzano le forze di polizia, dai tagli alle risorse al sostanziale mancato riconoscimento della specificita' del lavoro''. ''Sul tema della sicurezza - conclude de Magistris - la finanziaria sara' un banco di prova fondamentale per la Lega Nord e la componente 'finiana' della maggioranza: vedremo se queste forze politiche faranno prevalere la coerenza e il rispetto degli impegni assunti con gli elettori, o se ancora una volta si scegliera' la linea della difesa della cricca e dello smantellamento degli strumenti di controllo della legalita'''.

QUOTE LATTE. DI NARDO (IDV): GOVERNO E MAGGIORANZA OSTAGGIO DEI PRODUTTORI DEL NORD (9Colonne) Roma, 14 leg - "È il solito sistema dei due pesi e delle due misure! Ogni volta che gli uomini della Lega Nord pongono un problema, il Governo e tutto il centrodestra si fanno in quattro per soddisfare le loro richieste, anche se significa perderci un sacco di soldi e discriminare il Mezzogiorno. Alla faccia del rigore e della necessità di tener fermi i saldi di bilancio!": Nello Di Nardo, capogruppo dell'Italia dei Valori in Commissione Agricoltura al Senato, così si sfoga dopo la conferma che nella manovra attualmente in discussione è stata mantenuta la proroga per il pagamento delle quote latte. "La battaglia condotta dai produttori del nord all'ombra della bandiera leghista - sottolinea Di Nardo - farà perdere cinque miliardi di euro allo Stato. Non mi sembra una cifra da poco, quando si cerca di lesinare i centesimi in settori importantissimi come la salute o la scuola o la cultura. Ma tanto ogni battaglia è stata e sarà inutile, perché questo Governo e questa maggioranza continueranno ad essere ostaggio degli omini in camicia verde". (red)

FIAT: IDV, ITALIA IN DIREZIONE OPPOSTA EUROPA, LICENZIAMENTI (ANSA) - ROMA, 14 LUG - ''La vicenda della Fiat sta assumendo una dimensione tale da coinvolgere il governo, le Istituzioni e le forze che, come l'Italia dei Valori,hanno a cuore il futuro dell'industria, dell'economia e dell'occupazione sana del nostro Paese. La Fiat e' un'azienda che ha sempre avuto importanti finanziamenti pubblici da parte dello Stato e non puo' considerare l'Italia solo un mercato, come se non vi fosse una responsabilita' sociale per le risorse ricevute''. E' quanto afferma il responsabile lavoro e welfare, Maurizio Zipponi. ''Negli altri Paesi europei, come la Germania e la Francia - continua - l'investimento in nuovi piani industriali non mette in discussione i diritti dei lavoratori. In Italia, invece, si assiste a tutt'altro scenario: lavoratori licenziati a Melfi e Mirafiori, aziende chiuse a Termini Imerese e diritti calpestati come a Pomigliano. Lo stesso Marchionne aveva dichiarato che 'il problema della competitivita' dell'auto non dipende dal costo del lavoro, che vale circa l'8% per l'unita' di prodotto'''. ''Per l'IdV - conclude Zipponi - quella di cercare capri espiatori nei cassintegrati che prendono 800 euro al mese e nei lavoratori che non riescono ad arrivare a fine mese, e' una strada chiusa''. (ANSA).

COSENTINO: DE MAGISTRIS, E' PAESE DEL 'MEGLIO TARDI CHE MAI' (ANSA) - ROMA, 14 LUG - ''Purtroppo questo e' il Paese del meglio tardi che mai. Cosentino doveva lasciare il suo incarico nel Governo molto tempo fa e sempre molto tempo fa il Parlamento avrebbe dovuto dare il suo assenso alla richiesta di misure cautelari avanzata dalla magistratura campana, cosi' come avrebbe dovuto sfiduciarlo perche' indegno di ricoprire la carica affidatagli''. Lo afferma l'eurodeputato Idv Luigi De Magistris. ''Cosentino infatti ieri - afferma De Magistris - concorreva da esterno a favorire la camorra, oggi e' anche eversore dell'ordine democratico. Il suo permanere nell'esecutivo, per altro con una delega delicata come quella al Cipe, avrebbe arrecato ulteriore offesa alle istituzioni, gia' mortificate per i mesi in cui ha rivestito questa carica. Dispiace dover registrare che si e' arrivati alla fine di questa triste pagina dell' illegalita' soltanto grazie alla campagna mediatica e alla pressione dell'opinione pubblica: se fosse stato per il Governo, Cosentino sarebbe rimasto indisturbato al suo posto. Il Paese deve dunque ringraziare le intercettazioni e l'informazione: gli stessi strumenti democratici che, guarda caso, l'esecutivo vuole bloccare e imbavagliare''.(ANSA).

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