sabato 30 maggio 2009

PINO ARLACCHI A SAN DONACI


Il Prof.Pino Arlacchi Lunedi 1 giugno alle ore 19.00 sarà a San Donaci nella sede del nostro Circolo in via Frassaniti n.8 per incontrare simpatizzanti e amici.

Pino Arlacchi (Gioia Tauro, 21 febbraio 1951) è un sociologo italiano, divenuto noto in Italia e nel mondo per i suoi libri sulla mafia, tradotti in varie lingue. Pino Arlacchi è considerato una delle massime autorità mondiali in tema di sicurezza umana. Tra il 2006 e il 2008 Arlacchi ha fatto parte del comitato internazionale di 3 esperti costituito dalla Repubblica popolare cinese sul tema della sicurezza dei Giochi Olimpici del 2008. Nel 2004, su incarico della Commissione europea, Arlacchi ha redatto il progetto della agenzia antiriciclaggio del Kosovo. Pino Arlacchi è' stato presidente della Associazione mondiale per lo studio della criminalità organizzata. Grande amico dei giudici Falcone e Borsellino, Arlacchi è stato presidente onorario della Fondazione Falcone, e tra gli architetti della strategia antimafia italiana negli anni '90. Come consigliere del Ministro dell' Interno, Pino Arlacchi ha redatto il progetto esecutivo della DIA, la Direzione Investigativa Antimafia,un' agenzia investigativa specializzata in indagini antimafia. La DIA venne istituita nel 1991 assieme alla sua interfaccia giudiziaria, la Procura Nazionale Antimafia,progettata da Giovanni Falcone. La DIA e la Procura Nazionale sono oggi i due pilastri del contrasto della grande criminalità in Italia.

Parlamentare del Partito Democratico della Sinistra per due legislature, prima alla Camera e poi al Senato, Pino Arlacchi è stato dal 1997 al 2002 sottosegretario generale della Nazioni Unite, direttore dell'UNDCCP (ufficio delle Nazioni Unite per il controllo delle droghe e la prevenzione del crimine) e direttore generale dell'ufficio delle Nazioni Unite a Vienna.

Nel 1993 il governo Ciampi prese in considerazione Pino Arlacchi per l' incarico di supervisore dei servizi di sicurezza italiani, ma Arlacchi non accettò. Questo evento fu riportato dalla stampa, ma riemerse nel 1996 perchè il giudice Davide Monti,che conduceva l' indagine su un gruppo di truffatori internazionali chiamata "Phoney Money", sequestrò un fax partito nel novembre '93 da un uomo d' affari italiano verso un suo corrispondente americano. Nel fax si dava per imminente l' incarico ad Arlacchi e si ipotizzava una minaccia per il "mondo libero", data la nota inclinazione verso sinistra di Arlacchi stesso.

Pino Arlacchi è stato professore associato di sociologia applicata presso l'Università della Calabria e presso l'Università di Firenze, e visiting professor alla Columbia University di New York. E' diventato poi professore ordinario presso l'Università di Sassari, dove è attualmente docente di Sociologia generale nella Facoltà di Scienze politiche.

Un altro importante risultato dell' attività di Arlacchi all'ONU è consistito nella promozione della Convenzione delle Nazioni Unite contro la Criminalità Organizzata Transnazionale approvata a Palermo da 124 paesi nel dicembre 2000 e pienamente operativa dal 2003. Si tratta del primo Trattato mondiale contro le mafie, che universalizza l' esperienza italiana e di altri paesi nel contrasto della grande criminalità. Al suo centro ci sono il sequestro dei beni di provenienza illecita, l’abolizione del segreto bancario per le indagini criminali e l’introduzione del reato di associazione mafiosa.

Dal 2008 Pino Arlacchi è responsabile del dipartimento per la sicurezza internazionale dell'Italia dei Valori

PREFERISCO NUOTARE


29 Maggio 2009
Preferisco nuotare piuttosto che affogare


Riporto una mia intervista rilasciata al quotidiano "Eco di Bergamo".

Eco di Bergamo: Di Pietro e' democratico o populista?
Antonio Di Pietro: «L'Idv è un partito popolare nato spontaneamente e non vuole connotarsi ideologicamente, sta facendo opposizione al governo Berlusconi, a ragion veduta, sulla politica economica, istituzionale, giudiziaria».

Eco di Bergamo: La mozione di sfiducia al premier cosa risolve?
Antonio Di Pietro: «La mozione di sfiducia si sa bene che è minoritaria, serve per aprire un dibattito sulla compatibilità morale e politica del presidente del Consiglio».

Eco di Bergamo: Per ora l'unico risultato è avere due mozioni dell'opposizione che vanno ciascuna per la sua strada, con reciproco scambio di epiteti. Il Pdl sarà contento.
Antonio Di Pietro: «Il Pd è rassegnato alla sconfitta e cerca di recuperare i voti in uscita verso l'Idv. Farebbe meglio a fare autocritica invece di criticare gli alleati».

Eco di Bergamo: D'Alema ha detto che Di Pietro cerca il palcoscenico, Casini che ha fatto autogol. Franceschini ha dichiarato che l'avversario è Berlusconi ma il battibecco continua. Il povero elettore di centrosinistra cosa deve pensare?
Antonio Di Pietro: «Ci sono due Pd, quello del territorio dove con l'Idv si sta realizzando un nucleo di alternativa e quello della dirigenza politica fatto di invidia e insoddisfazione. Noi facciamo politica, non è colpa nostra se gli elettori ci premiano».

Eco di Bergamo: È sicuro che il saldo sarà positivo? Qualcuno la chiama la spalla di Berlusconi.
Antonio Di Pietro: «Spalla è chi vota contro coscienza per tenersi la poltrona. Ogni voto all'Idv resta all'interno di una coalizione riformista che chiede legalità, solidarietà e libertà»

Eco di Bergamo: Cosa dice del caso Noemi?
Antonio Di Pietro: «L'Idv contesta le decisioni pubbliche, l'assenza di una politica economica credibile che mette in difficoltà le imprese e migliaia di persone. La gente è preoccupata per la propria famiglia, non per quella del premier».

Eco di Bergamo: La sentenza Mills è di febbraio, perché avete aspettato a protestare fin dopo il deposito della sentenza? Non è troppo tardi?
Antonio Di Pietro: «Deve dirlo al Pd, noi sul lodo Alfano abbiamo già raccolto un milione di firme in tempi non sospetti».

Eco di Bergamo: L'elettore penserà che, visto che continuate a litigare, tanto vale stare dall'altra parte.
Antonio Di Pietro: «Dall'altra parte litigano ancora di più. La lotta di potere Pdl-Lega in Lombardia è evidente per l'Expo e per Malpensa. Alla Lombardia son rimaste solo Brebemi e Pedemontana, che avevo messo in cantiere io».

Eco di Bergamo: Berlusconi ha copiato il vostro disegno di legge sulla riduzione dei parlamentari?
Antonio Di Pietro: «Noi l'abbiamo presentato l'anno scorso e ripresentato martedì e la maggioranza ha deciso di non metterlo all'ordine del giorno. Quindi Berlusconi prende in giro gli italiani».

Eco di Bergamo: Cosa vuol dire che l'Idv è post-ideologico?
Antonio Di Pietro: «Che giudichiamo caso per caso. Abbiamo detto di sì a federalismo e respingimenti».

Eco di Bergamo: Com'è il vostro elettorato?
Antonio Di Pietro: «Trasversale, giovane, competente. E si informa sul web perché i canali ufficiali sono occupati».

Eco di Bergamo: Di Pietro però non fa lo sciopero della sete come Pannella.
Antonio Di Pietro: «Faccio otto comizi al giorno, 600 in tutto, preferisco nuotare piuttosto che affogare».

Eco di Bergamo: I giornali inglesi dicono che in Italia la democrazia è in pericolo.
Antonio Di Pietro: «Hanno ragione: la magistratura è bloccata, il Parlamento alza la mano a comando e l'informazione è unidirezionale».

Eco di Bergamo: La stessa cosa che dice Berlusconi...
Antonio Di Pietro: «Sì, ma lui ha le tv e i giornali e nomina i dirigenti Rai da casa sua».

Eco di Bergamo: È vero che Di Pietro dice una cosa e poi ne fa un'altra?
Antonio Di Pietro: «È vero che abbiamo promosso il referendum, ma nel frattempo la situazione è cambiata. Mi hanno insegnato a guardare dove metto i piedi».

Eco di Bergamo: E la storia delle sue infinite proprietà immobiliari?
Antonio Di Pietro: «Affidata ai magistrati, a ogni illazione faccio causa».

Eco di Bergamo: La Costituzione non si cambia?
Antonio Di Pietro: «Di sicuro non da persone che vogliono rendere inutili strumenti di democrazia come la Corte costituzionale, il Consiglio di Stato, la Corte dei conti soprattutto».

Eco di Bergamo: Perché soprattutto la Corte dei conti?
Antonio Di Pietro: «Perché nessuno lo dice, ma ogni giorno la Corte dei conti sanziona il governo per danni all'erario».

Postato da Antonio Di Pietro

venerdì 29 maggio 2009

FANNULLONI, PANZONI E DORMIGLIONI

29 Maggio 2009

Fannulloni, panzoni, e dormiglioni




I ministri del governo sono la fotocopia del loro Presidente del Consiglio. Anche nelle dichiarazioni che fanno dimostrano di essere lontani anni luce dai problemi del Paese e delle categorie di cittadini che dovrebbero rappresentare, e verso cui dovrebbero agire offrendo sostegno e comprensione per le loro problematiche.

Oggi Brunetta se ne esce con dichiarazioni offensive verso le forze di sicurezza definendo la Polizia di Stato composta da “panzoni e burocrati”. A queste parole rispondiamo “no a ministri cialtroni”. Brunetta dovrebbe vergognarsi delle sue affermazioni nei confronti di chi ogni giorno rischia la vita per garantire la sicurezza dei cittadini. Si occupi piuttosto di aiutarli aumentando l’organico carente con nuove assunzioni e a pagando gli straordinari al personale, che da mesi non ne percepisce i compensi.

A Brunetta si aggiungono le paradossali affermazioni del ministro Gelmini che, non da meno del suo collega, dimostra di non conoscere quel mondo della scuola con il quale dovrebbe confrontarsi ogni giorno, né tanto meno di avere consapevolezza delle gravi condizioni in cui versano molti istituti scolastici.

Mi chiedo invece se il ministro Gelmini sappia che in tutt’Italia i genitori sono costretti a pagare nelle scuole un contributo mensile per le attività di laboratorio, per i corsi d’inglese e per l’acquisto della carta igienica.

Se dovessimo applicare a questi ministri le loro regole e decisioni, allora dovremmo rispedirli tutti a casa con una pessima valutazione, e senza stipendio.


Postato da Pierfelice Zazzera

TUTTI INSIEME APPASSIONATAMENTE

28 Maggio 2009

Tutti insieme appassionatamente, contro la mozione Idv

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La mozione di sfiducia presentata in Parlamento nei confronti del Presidente del Consiglio è stata, a tutt’oggi, firmata solo dai parlamentari dell’Italia dei Valori, non ha raggiunto le firme necessarie per essere discussa alla Camera. Su questo gli altri parlamentari sono zitti e con la coda tra le gambe.

In questo Paese esiste un governo, un’opposizione governativa e un’opposizione alternativa a questa melassa di governo: l’Italia dei Valori.
Per capirci, un voto al Pd e all’Udc è un voto utile e funzionale per il governo Berlusconi poiché non disturba e serve a consolidare un vago “senso di democrazia” con cui tenere in stato comatoso le coscienze dei cittadini.

L’Udc, nella veste di Pier Fendinando Casini, ha definito “una baggianata” la mozione di sfiducia. Detto da un partito che ha il suo massimo esponente in Totò Cuffaro, l’uomo che offrì cannoli siciliani per essere stato condannato “solo” per favoreggiamento semplice e non mafioso, è la conferma che la mozione doveva farsi, ed è un bene che non abbiano aderito.

Per rispondere a Dario Franceschini, che mi accusa di attaccare il Pd dimenticando che ha definito “voto inutile” quello dato a IdV e che continua a ribadirlo in ogni sede anche in modo sciocco, rispondo che per fare opposizione bisogna farla tutti i giorni, guardando i contenuti ed i valori che la ispirano. Non si può fare opposizione boicottando piazza Navona, piazza Farnese, la raccolta firme per il referendum contro il lodo Alfano, semplicemente perché non è un’iniziativa nata dal proprio partito.

Chiedo inoltre a Massimo D’Alema, seconda anima del Pd che ha speso gli ultimi due mesi a fare campagna elettorale contro l’Italia dei Valori, di spiegare, avendo definito la nostra mozione “una sfida all'Ok Corral”, il senso di una mozione, cioè quella presentata in tutta fretta dal Pd per pareggiare i conti con quella Idv, che chiede ad un corruttore di rinunciare al Lodo Alfano, che si è fatto su misura proprio per sfuggire al processo per cui gli si chiede di rinunciarvi.
Anche questa mozione non avrà la maggioranza in Parlamento. Allora con quale criterio definisce una mozione “un boomerang” e l’altra “un atto di genio”?

La mozione del Pd non ha nessun senso, né tecnico né politico perché Berlusconi, il corruttore, ha già fruito del lodo Alfano in situazioni ben più banali (una causa persa qualche settimana fa con il sottoscritto, di cui ho parlato il 22 aprile nell’articolo: diffamatore impunito ) e perché, per cancellarlo, sono state raccolte 1 milione di firme per un referendum.

Eppure noi firmeremo la mozione presentata dal Pd, perché non siamo, come ci rimproverano, “sfascisti” e perché è un gesto formale che deve rimanere agli atti di questa brutta pagina della storia della democrazia.

Alcune battaglie devono essere intraprese pur sapendo che potrebbero essere perse, ma nel disegno complessivo sono indispensabili per vincere la guerra.

Postato da Antonio Di Pietro

giovedì 28 maggio 2009

TELEREGIME

27 Maggio 2009

Teleregime




In Italia c'è un regime, o almeno c'è un regime mediatico. Per alcuni no, per altri qualche rischio ci potrebbe essere. Agli scettici e ai cinici vorremmo proporre la cronaca di una giornata qualunque e vi giuriamo che non faremo neppure cenno al conflitto di interessi, anche per non turbare il riposo di quegli esponenti del centro sinistra che non sopportano questa orribile parolaccia.

Ebbene tra domenica sera e lunedì si sono consumati i seguenti episodi.

Le cronache sportive in tv, soprattutto sugli schermi della Rai, ci hanno deliziato con tutte le immagini possibili da San Siro in occasione di Milan Roma. Abbiamo saputo tutto sui fischi riservati da un gruppo di ultrà a Paolo Maldini, nel giorno del suo addio. Peccato che nello steso stadio altri firschi e beffardi striscioni dedicati alle veline fossero stati indirizzati nei confronti del Presidente del Consiglio, nonchè proprietario del polo unico Raiset, nonchè patron del Milan medesimo. Forse per non disturbare il riposo e la serenità dell'imperatore, alcune trassmissioni hanno deciso di non farne cenno. Eppure lunedì mattina la rosea, la Gazzetta dello sport, ha ritenuto di dedicare alla clamorosa contestazione una grande foto notizia con tanto di striscione.

Nelle stesse ore il servizio d'ordine mediatico di re Silvio ha sferrato una offensiva di rara violenza contro la trasmissione Report di Milena Gabbanelli, accusta di ogni nefandezza per aver osato mettere il naso nelle vicende delle frequenze tv, negli sprechi di Catania, nelle tante truffe quotidiane che travagliano la vita di milioni di italiani. La puntata, altro titolo di demerito, ha raggiunto punte record negli ascolti, un reato gravissimo per chi è Presidente del Consiglio e proprietario della concorrenza. Il ministro Bondi e Gasparri, per citare solo qualche nome si sono esibiti nell'abituale repertorio.

In realtà si tratta di un avviso diretto al direttore generale affinchè provveda, quanto prima, a rimettere in riga Rai Tre e il Tg3, buttando fuori dal video gli autori e i temi sgraditi al capo e indicati con grande precisione dal fedelissimo Marcello Dell'Utri in alcune interviste.

Come se non bastasse, il ministro La Russa ci ha fatto sapere che l'Unità assomiglia sempre più a Novella 2000 perchè continua ad occuparsi del caso Mills e di Noemi. La stessa sorte è stata riservata a Repubblica che ha osato solo pensare di poter porre domande all'attenzione del sovrano. Il ministro La Russa non apparve così indignato neppure quando alcuni giornali di famiglia, famiglia Berlusconi si intende, si dedicarono alla vita privata di Gianfranco Fini, con tanto di foto e di salaci commenti. Le vicende che riguardavano Fini non erano neppure lontanamente parogonabili a quelle di questi giorni, ma la cosa non suscitò grande emozione. Evidentemente anche a Fini poteva essere riservato qualche energico "massaggio mediatico". Per non parlare di quanto è stato detto, scritto e pubblicato sulla signora Veronica che, ricordiamolo, è stata la rpima a denunciare in modo circostanziato le stranezze del marito presidente, e non ci risulta che abbia ritrattato alcunchè.

Per completare il quadro basterà ricordare che quasi tutti i Tg ci stanno facendo ascoltare lo sdegno di Berlusconi e della sua corte, ma quasi nessuno ci ha letto qualche riga della sentenza Mills o i passi salienti delle accuse di Veronica o di Gino, il primo fidanzato di Noemi.

Chiunque continui a negare l'esistenza di un regime mediatico non può neache più implorare il beneficio della buona fede.

Per questo hanno fatto benissimo i sindacati dei giornalisti a convocare per giovedì prossimo a Roma al cinema Capranichetta, davanti alla Camera dei deputati, una manifestazione nazionale contro l'assalto in atto contro l'articolo21 della Costituzione e per radere al suolo quel poco che ancora resta della autonomia della Rai. Per questo vi invitiamo tutti a essere presenti.

Postato da Giuseppe Giulietti

EXPO 2015 - MAFIA : 0-1

27 Maggio 2009

Expo 2015 - Mafia: 0-1

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Il Pdl e Letizia Moratti hanno detto no alla Commissione antimafia per il controllo degli appalti e delle forniture per milioni e milioni di euro che verranno investiti in occasione dell’Expo del 2015 che si svolgerà a Milano.

Compiere un gesto simile, dopo le inquietanti parole del sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia, Vincenzo Macrì, che nel giugno dello scorso anno aveva definito Milano la "vera capitale delle cosche", è un atto inspiegabile che desta sospetti sul fatto che si vogliano avere mani libere per gestire anche commesse di dubbia assegnazione.

Non esiste alcun motivo per non volere la presenza di un organismo di controllo ulteriore che vigili sulle infiltrazioni della criminalità organizzata e sul fiume di denaro che sarà assegnato nelle mani di politici, assessori, sovrintendenti, commissioni, comitati di un’organizzazione complessa come quella dell’Expo milanese. Se il problema sono gli scarsi poteri della commissione, si assegnino più poteri, se sono i suoi membri, si sostituiscano, se sono le sovrapposizioni, si dividano i compiti, se è l’illegittimità, si renda legittima. Ma la soluzione dell’accantonamento della commissione scelta dal sindaco Moratti è inadeguata, ed è arrivata proprio nel giorno in cui è stato assassinato, per un regolamento di conti, in un bar di Quarto Oggiaro, Franco Crisafulli, pregiudicato 57enne del noto clan mafioso Crisafulli.

L’invito che rivolgo al sindaco Moratti è quello di ripristinare immediatamente la Commissione antimafia. La sua eliminazione diventerebbe un boomerang per la credibilità del Paese e della città di Milano qualora dovessero emergere, ed il pericolo è reale, la presenza di infiltrazioni della criminalità organizzata nella destinazione dei finanziamenti e degli appalti, specie alla luce dei grandi progetti in cantiere per l’Expo.

Postato da Antonio Di Pietro

mercoledì 27 maggio 2009

26 Maggio 2009

Mozione di sfiducia

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Ieri ho inviato una lettera ai segretari del Pd e dell’Udc contenente l’invito ad appoggiare la mozione di sfiducia dell’Italia dei Valori contro Silvio Berlusconi presentata questa mattina in una conferenza stampa a Verona. Non essendo “certi” del risultato, e non essendo “loro” l’iniziativa, hanno deciso di dare forfait. Un copione già visto con la raccolta firme per il referendum contro il Lodo Alfano e, prima ancora, con il Lodo Previti. L'opposizione del giorno dopo interessa ben poco. Nè possiamo accettare i consigli di chi ci dice che “la mozione di sfiducia a Berlusconi è inutile perchè siete una minoranza”, salvo poi presentare la richiesta di abrogazione del Lodo Alfano che si sovrappone ad un’iniziativa dell’Italia dei Valori, ben più credibile, che ha raccolto 1.000.000 di firme per il referendum che chiede di abrogarlo.

Le motivazioni della mozione sono chiare e sotto gli occhi dei cittadini. Molti italiani sottovalutano la gravità e il danno di immagine e economico arrecato dalla sentenza di condanna di David Mills. Nelle motivazioni della sentenza del processo Berlusconi-Mills, poi diventato solo Mills, per via della non processabilità di Silvio Berlusconi grazie al lodo Alfano, vengono imputati fatti e reati gravissimi alle persone coinvolte nelle vicende ricostruite attraverso prove e testimonianze. La gravità della sentenza, che in Italia è stata sdoganata con un discorso infame pronunciato e applaudito all’assemblea di Confindustria da un uomo che si crede al di sopra della legge, nel mondo è stata descritta come un evento senza precedenti nella storia delle democrazie occidentali.

Riporto la frase conclusiva della mozione dell’Italia dei Valori: “A tal fine la Camera, nel pieno rispetto delle prerogative del Capo dello Stato, esprime la sfiducia al Governo presieduto dall’onorevole Silvio Berlusconi e lo impegna a rassegnare le dimissioni nelle mani del Capo dello Stato”.

A nulla servirà, come ieri ho scritto, il tentativo di distogliere l’attenzione con una ritrovata sensibilità nei confronti dei costi della politica, che ha portato il Presidente del Consiglio a parlare di dimezzamento del numero dei Parlamentari, delicato tema del quale noi ci siamo già occupati, nei mesi scorsi, attraverso diversi disegni di legge proposti dall’Italia dei Valori, ma mai presi in considerazione da questo governo e dalla sua maggioranza.

Anche questa “balla” è destinata a rimanere uno spot elettorale che terminerà l’8 giugno quando, dopo le elezioni, puntualmente ogni promessa verrà disattesa.

E’ per questo che oggi l’Italia dei Valori lancia al Parlamento una sfida attraverso due progetti di legge (ordinario e costituzionale) che contengono alcune migliorie rispetto quelli già depositati, per la riduzione dei costi dell’amministrazione pubblica. Le riforme si fanno con i fatti e non con gli spot. Ne vorremmo la prova.

Riporto di seguito una sintesi dei due progetti di legge.

Il progetto di legge costituzionale (leggi documento) contiene varie disposizioni già presentate da deputati del Gruppo IDV nel corso della presente legislatura.

La proposta di legge prevede:

1) riduzione del numero dei parlamentari: si riduce il numero dei deputati da 615 a 300 unità, e il numero di senatori da 315 a 150 unità.

2) abolizione delle province

3) riduzione dei componenti dei consigli e delle giunte regionali

Il progetto di legge ordinario (leggi documento) contiene:

1) soppressione delle circoscrizioni di decentramento comunale

2) soppressione delle comunità montane

3) riduzione del numero dei componenti dei consigli e delle giunte comunali e provinciali

4) riduzione dei componenti degli organi di società a partecipazione pubblica

5) riduzione rimborsi elettorali

Postato da Antonio Di Pietro

martedì 26 maggio 2009

25 Maggio 2009

Recuperiamo l'informazione




Autore Nicola Tranfaglia Nicola Tranfaglia

Informazione: questo è il punto da cui partire. Non per massimalismo, ma perché se andiamo a guardare l'informazione nel nostro Paese è sempre peggio e sempre meno. Se n'è accorta anche un'organizzazione americana, non politica ed indipendente, che ha il curioso nome di “Casa della libertà”, fondata tra l'altro da Eleonora Roosevelt, moglie del presidente Roosevelt. Ai tempi non esistevano molti dei fenomeni di cui si parla ora, ma nel 2009 questa Freedom House ha stilato una classifica, prendendo atto che 3 paesi, molto diversi tra di loro ma forse con alcuni punti in comune, Iran, Israele e Italia sono scesi di classifica.

L'Italia arriva al 76° posto, considerato quindi tra i paesi “parzialmente liberi”. Perché “parzialmente liberi”? Penserete che la Freedom House si basa su impressioni del momento, ma l'organizzazione si basa su dati di fatto, strutturali, e dice che l'Italia precipita al 76° posto per due ragioni molto pratiche e concrete. La prima riguarda una proprietà esorbitante, classica di un conflitto d'interessi gigantesco, del Presidente del Consiglio rispetto al sistema televisivo.

Quando si trattò di mandare avanti il disegno di legge Gentiloni sul sistema televisivo il centro sinistra si squagliava. Proprio ieri ho visto Gentiloni, e dicevamo che effettivamente il centro sinistra non volle opporre alla legge Gasparri una nuova legge che limitava la pubblicità nel sistema televisivo e che creava una fondazione che avrebbe dovuto governare la Rai.

L'altra ragione strutturale per cui l'Italia precipita tra i paesi parzialmente liberi è molto concreta. Le associazioni mafiose nel nostro Paese sono cosi forti e presenti nelle relazioni sociali che molti non raccontano le cose che dovrebbero raccontare perché hanno paura, direttamente o indirettamente.

Mi capita spesso di essere intervistato da giornali della destra italiana, e la cosa divertente è che tutte le volte che mi intervistano fanno delle interviste abbastanza pulite però inzeppano sempre qualcosa che non ho mai detto. Un esempio è l'ultima intervista rilasciata a Il Giornale dove viene scritto che Di Pietro non mi entusiasma. E già, “sono scemo, se Di Pietro non mi entusiasma perché dovrei aderire al progetto dell'Italia dei Valori per cambiare questo Paese”, sarebbe assurdo, ma loro la devono dire questa cosa perché altrimenti i loro padroni protestano.

Abbiamo un'informazione malata e non in grado di andare avanti, d'altra parte i dati sono strutturali. Quando di 6 canali televisivi il Presidente del Consiglio ne è proprietario e controllore è già un dato. Andando a guardare i quotidiani, che oggi sono diffusi meno di quanto lo erano nel 1936, alba dell'Impero italiano, e c'era un numero altissimo di analfabeti, le ricerche dei linguistici dicono che almeno il 60% della popolazione non è in grado di legge e comprendere i giornali. Questi giornali hanno un'altra caratteristica, ossia che sono di proprietà di gruppi industriali che hanno tutti interessi con il governo in carica, quindi non possono dare fastidio al manovratore.

Questo è un Paese senza informazione. Certo, ci sono alcuni blog come quello di Beppe Grillo e Antonio Di Pietro, o come Articolo21 e Antimafia2000 che mi piacciono tanto, ma hanno un numero di lettori troppo bassi rispetto a quello della carta stampata e della televisione.

Non esiste una situazione simile in Europa. E' vero che in tutto il pianeta c'è una concentrazione notevole dei media che costituisce un difetto per una democrazia effettiva, ma rispetto alla Francia, agli Stati Uniti, alla Germania, noi siamo ad un livello di sotto sviluppo. L'Italia è un Paese che in tanti momenti ha avuto una cultura capace di parlare agli italiani, agli europei e ai paesi occidentali, ma che oggi è un Paese gravemente malato sul piano dell'informazione. Parlare oggi del conflitto d'interessi gigantesco, che non ha soltanto il Presidente del Consiglio ma anche tanti altri uomini politici, non si può fare, come non si può parlare di questa asfissia informativa. Molte notizie non le sappiamo.

Durante una discussione di Articolo21 è intervenuta la Presidente della provincia de L'Aquila, la quale ha raccontato che il modo in cui la televisione parlò del terremoto e di come vivono i terremotati non corrisponde al “film” che lei vive sul campo. Aveva detto che la Commissione grandi rischi era andata a L'Aquila qualche giorno prima dicendo a tutti di stare tranquilli, tanto è vero che alla prima scossa delle 11 nessuno si era mosso perché la Commissione aveva detto che non c'era pericolo, ma nella seconda scossa è saltato tutto per aria. Però, dopo che la Presidente della provincia de L'Aquila ha detto tutto ciò in una trasmissione televisiva non l'hanno più invitata da nessuna parte perché diceva la verità, e la verità è una merce che non si può portare in giro in questo Paese.

Mi chiedo: se questo è il sistema dell'informazione, è possibile che tutti gli italiani lo accettino tranquillamente? Possibile che salvo 4 gatti, che siamo noi, nessuno faccia qualcosa per andare contro a questa situazione che non è quella di un Paese civile? Devo sempre ricordare che mi ha intervistato la televisione sud coreana perché preoccupata che il modello Berlusconi si instaurasse anche nella Corea del Sud, un Paese non europeo. La situazione è questa e peggiora sempre.

Un gruppo come quello de l'Espresso, che qualche anno fa era in una posizione di critica del sistema di potere dominante, ora lo vediamo molto più tranquillo, meno conflittuale, “bisogna andare d'accordo”. Ma con chi dobbiamo essere d'accordo? Con il grande monopolista delle televisioni? Ma è possibile pensare ad un accordo con un sistema pre-capitalistico? Questo non è un sistema capitalistico, è molto più feudale che capitalistico.

Sento un grande interesse ai discorsi che fa Luisa Capelli sulla Rete, dove anche io trovo qualche spazio maggiore. Però devo sottolineare che Rete e mezzi d'informazione hanno un loro legame. Infatti, si sentono attacchi contro i blog, che stanno dando fastidio in un sistema cosi blindato e organizzato in maniera corazzata.

Un Paese senza informazione non respira, non fa circolare la cultura. Un Paese come questo fa si che non si possano comunicare progetti culturali.

Non sono, nonostante questo, del tutto pessimista, però ritengo che il problema non sia soltanto di chi fa politica attiva, ma di tutti gli italiani. Che si rendano conto di questa situazione e facciano qualcosa insieme a noi per cercare di modificare le cose. La legge Gasparri sulle televisioni che il centro sinistra non ha messo in discussione e modificare è una legge abnorme.

Se uno legge il testo della legge Gasparri vede che la sua preoccupazione non è di porre i limiti antitrust, ma quello di allargare lo spazio che i duopolisti possono aggiungere alle loro trasmissioni,. Scrivere un legge di questo tipo significa non uscire dall'idea dell'abolizione di ogni effettiva concorrenza all'informazione, ma di trovare aggiustamenti all'interno dell'oligopolio.

Non bisogna disturbare John Neville Keynes o John Robbins per parlare contro gli oligopoli, basta leggere tutta la letteratura anche del governo precedente per rendersi conto che un Paese senza concorrenza e libertà informativa rischia di morire.


Postato da Nicola Tranfaglia

25 Maggio 2009

Ancora bluff

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"Il Parlamento ideale dovrebbe essere composto da 300 deputati e 150 senatori". Questo è quanto ha dichiarato il Presidente del Consiglio.

Magari fosse vero! L’Italia dei Valori ha depositato già da tempo alcune proposte di legge per la riduzione dei costi della politica e, tra queste, anche quella che prevede la riduzione del numero dei parlamentari (guarda il video). Proposte puntualmente ignorate.

Ci troviamo di fronte alla tipica dichiarazione che rientra nella strategia basata sul "dichiarare per distogliere", cara al Presidente del Consiglio. Si tratta di una strategia antica, "sparare a zero" su argomenti che nel tempo verranno dimenticati, in modo da distogliere l’attenzione da vergogne attuali, pubbliche o private che siano.

Ridurre il numero dei parlamentari con una "legge di iniziativa popolare", significa burlarsi dei cittadini poiché una "proposta di legge popolare "la avvia "il popolo" con la raccolta delle firme dei cittadini. Ma il governo e la sua maggioranza parlamentare non hanno alcun bisogno delle 50.000 firme dei cittadini. Anche questo dettaglio denota la scarsa considerazione che il Presidente del Consiglio ha nei confronti degli elettori o la sua ignoranza in materia.

Sono pronto a scommettere che i cittadini si dimostreranno sensibili su questo argomento. E’ un’ovvietà, ma gli italiani sono d’accordo anche sui tre quesiti di un’altra proposta di legge popolare: quella depositata nel luglio 2007 che vuol porre il limite di due legislature per chi viene eletto in Parlamento, ripristinare le preferenze di voto e impedire ai condannati in via definitiva di sedere in un’Aula parlamentare.

Come mai questo disegno di legge giace ancora in commissione Affari costituzionali? E quali indicazioni il Premier fornirà ai suoi ‘scagnozzi’ in Parlamento quando i tre quesiti affronteranno l’iter delle Camere?

Forse al Presidente del Consiglio ora interessa solo la quantità dei parlamentari, ma ai cittadini preme anche la qualità. Chiedo allora al signor Silvio Berlusconi che, se ha rispetto dei cittadini, oltre alla riduzione del numero dei parlamentari, proposta già presentata in passato dall'Italia dei Valori, dovrebbe mettere alla porta i condannati con sentenza passata in giudicato. La proposta di legge popolare già c’è.

Se non ricorda i nomi gli rinfresco la memoria:

1.Berruti Massimo Maria (FI)
2.Bonsignore Vito (Udc - Parlamento Europeo)
3.Borghezio Mario (Lega Nord - Parlamento Europeo)
4.Bossi Umberto (Lega Nord)
5.Camber Giulio (PDL)
6.Cantoni Giampiero (FI)
7.Carra Enzo (PD)
8.Ciarrapico Giuseppe (PDL)
9.De Angelis Marcello (AN)
10.Dell’Utri Marcello (FI)
11.Farina Renato (FI)
12.La Malfa Giorgio (FI-PRI)
13.Maroni Roberto (Lega Nord)
14.Nania Domenico (AN)
15.Papania Antonio (PD)
16.Naro Giuseppe (UDC)
17.Sciascia Salvatore (FI)
18.Tomassini Antonio (FI)
19.Drago Giuseppe (UDC)

Postato da Antonio Di Pietro

venerdì 22 maggio 2009

STA VERAMENTE MALE


21 Maggio 2009
Aveva ragione sua moglie, sta veramente male

Autore Felice Belisario Questa volta il Sultano ha veramente superato i limiti della decenza. Definire il parlamento un'assemblea pletorica assolutamente inutile e controproducente è un attacco senza precedenti alla democrazia del nostro Paese.

Ma Berlusconi oggi ha fatto di più, attaccando contemporaneamente due poteri dello Stato su tre e salvando, ovviamente, solo quello che lui indegnamente rappresenta: il potere esecutivo. Oltre alle assurde critiche al Parlamento, all'assemblea di Confindustria il premier ha anche detto che la giustizia penale è una patologia nel nostro sistema. Ha ragione sua moglie a preoccuparsi: quest'uomo sta veramente molto male.

In realtà, però, il vero problema è che ogni volta che il premier sferra attacchi così violenti lo fa per deviare gli interessi dei media da altri argomenti. Oggi quello più rilevante era l'assemblea annuale di Confindustria e la relazione della sua presidente, Emma Marcegaglia. Proprio dal palco di Confindustria la Marcegaglia si è rivolta a Berlusconi chiedendogli riforme per superare la crisi economica. Sono bastati pochi minuti e, dallo stesso palco, il presidente del Consiglio invece di rispondere alle legittime richieste degli industriali, preoccupati per il destino delle proprie aziende, ha sferrato l'attacco a Parlamento e Magistratura per nascondere la carenza delle risposte da dare al paese.

Un esempio: l'home page del sito di Repubblica, prima dell'intervento del premier all'assemblea degli industriali, aveva come titolo di apertura: "Marcegaglia chiede riforme al governo". Nel momento in cui scriviamo invece la richiesta di Confindustria è finita nel sottotitolo della seconda notizia mentre i primi due titoli sono sullo scontro tra Fini e Berlusconi sul ruolo del Parlamento e sull'ennesimo attacco alla magistratura. La seconda notizia, invece, dà conto della reazione irritata della stessa Marcegaglia che Berlusconi ha definito una "starlette".
Insomma, lui punta tutto sullo scontro o sul gossip, i problemi e le domande dei cittadini e delle istituzioni passano in secondo piano. Quest'uomo sta veramente male e, finché avrà lo scettro del comando, il Paese starà ancora peggio.

UN TAPPO PER IL PAESE

21 Maggio 2009
Un tappo per il Paese, un problema per la democrazia


Ieri abbiamo assistito ad un programma di propaganda: ‘Porta a Porta’. Il programma in onda sulla televisione pubblica attraverso il quale Silvio Berlusconi gestisce le sue beghe private, di famiglia e quelle giudiziarie. In studio, tra gli altri, c’erano Massimo Donadi, capogruppo dell’Italia dei Valori alla Camera e Niccolò Ghedini, avvocato di Silvio Berlusconi che, quando non è in tribunale a difendere il suo cliente, è alla Camera tra i banchi di Montecitorio per votare la fiducia al governo.

Com’era prevedibile, anche per la vicenda Mills, Berlusconi ha affermato che la colpa è dei giudici che sono di sinistra, così come è stata la sinistra ad aver manipolato la signora Veronica Lario nella richiesta di separazione. La verità è che questo signore rappresenta un tappo per lo sviluppo del Paese, un pericolo per la democrazia, un continuo indebolimento della nostra credibilità internazionale e, dunque, un danno economico.

Se oggi rappresentassi un’azienda straniera o una multinazionale e dovessi scegliere dove investire i miei capitali, non penserei mai all’Italia, un Paese dove le più elementari certezze del diritto posso venire meno da un decreto all’altro, dove si è dissolto ogni barlume d’etica delle istituzioni, assediate da un governo che esprime una moralità decadente. Un Paese nel quale il Presidente del Consiglio dichiara l’inutilità del Parlamento, lasciando sottendere la volontà di sciogliere le Camere, riportando il Paese a rivivere sensazioni vecchie di qualche decennio.

Un Paese nel quale il reato di apologia del fascismo, di evasione fiscale e di corruzione, ormai passano in prima serata nell’indifferenza dell’opinione pubblica tra un varietà e un ‘Porta a Porta’.

Italia dei Valori non si fermerà come unica opposizione e se essere tacciati di “anti-berlusconismo” significa lottare per la democrazia, allora siamo tutti “antiberlusconiani”.

Postato da Antonio di Pietro

mercoledì 20 maggio 2009

Caso Mills: depositata ieri la motivazione della sentenza


Ci avevamo visto giusto. Il lodo Alfano è stato pensato per salvare il “Capo” dai possibili risvolti negativi del processo per corruzione.

Il Tribunale di Milano, che invano l’imputato ha tentato di ricusare per far tenere altrove il processo, ha depositato ieri la motivazione della sentenza che ha accertato il fatto di corruzione.

Daremo ampio spazio alla motivazione in questione e non per fini elettorali.

Se l’Italia fosse un Paese normale l’imputato condannato finirebbe in galera non appena la sentenza divenisse esecutiva.

Se l’Italia fosse un Paese normale l’imputato non si limiterebbe a “riferire” in parlamento, ma darebbe le sue dimissioni immediate ed irrevocabili per potersi difendere nel processo e non dal processo.

Ma il nostro è un Paese malato, dove i condannati li mandiamo in Parlamento.

I cittadini di questa provincia di Brindisi che hanno firmato perché venisse abrogata la legge “salva premier” hanno ora tutto il diritto di pretendere una immediata pronunzia della Corte Costituzionale per ripristinare il principio di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge.

Al Partito Democratico che non ha creduto e non ha appoggiato il Referendum chiediamo di riconsiderare tale assurda posizione, altrimenti rischia di essere ulteriormente deriso e sbeffeggiato dai suoi stessi elettori.

Siamo fieri di essere l’unica forza di opposizione presente in Parlamento.

Un giorno però saremo forza di governo e quel giorno si avvicina.

Circolo IDV San Donaci


martedì 19 maggio 2009

CELLINO SAN MARCO INAUGURATA SEDE DELL'ITALIA DEI VALORI







Domenica 17 maggio,è stata inaugurata la sede cittadina dell'Italia dei Valori.
E' stata una bella manifestazione alla quale hanno partecipato numerosi cittadini.A fare gli onori di casa ci hanno pensato il coordinatore Provinciale dott. Giuseppe Caprioli e il segretario cittadino Maurizio Bello. Sono intervenuti il Candidato Presidente avv: Nicola Massari, il candidato al consiglio provinciale avv. Americo Fanelli, l'avv. Giovanni Pesce candidato al parlamento europeo.e l'on. Zazzera coordinatore regionale del partito.
Nei loro interventi i nostri candidati, hanno ancora una volta espresso il fermo convincimento, di continuare la loro battaglia per la difesa del territorio, della legalità e dell'uguaglianza di tutti i cittadini nei confronti della legge.
Agli amici di Cellino San Marco un augurio di buon lavoro.

SCARICABARILE

18 Maggio 2009

Scaricabarile

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I salari degli italiani sono fra i più bassi d’Europa, mentre la loro tassazione ed il costo del lavoro sono tra i più alti. I nostri precari sono senza paracaduti sociali, il debito pubblico italiano è il quinto del pianeta (fonte Ocse).
Non basta legare le retribuzioni agli utili, leva, tra l’altro, ampiamente utilizzata nelle aziende per incentivare il lavoro delle persone. Liquidare il rapporto Ocse con questa finta panacea, significa spostare il problema dalle spalle dello Stato a quelle dei lavoratori e delle aziende.

Si deve stroncare l’evasione fiscale, contemporaneamente ridurre la pressione fiscale sulle piccole e medie aziende, estendere i sussidi di disoccupazione ai licenziati per tutto l’esercizio 2009, controllare le aziende che hanno impropriamente utilizzato la cassa integrazione per mettere in outsourcing i propri costi, detassare gli straordinari, agevolare le assunzioni con sgravi nei primi tre anni di lavoro, restituire i Tfr alle imprese invece di fagocitarli per sostenere una macchina burocratica fatta di enti, para enti, province e fondazioni inutili.

I cittadini e le piccole imprese hanno bisogno di soldi veri e subito, non se ne fanno nulla di soluzioni da manager della vecchia finanza, di stock option, che si sono rivelate cambiali senza copertura nella miriade di crack a cui abbiamo assistito nell’ultimo anno. Per chi afferma che i dipendenti devono condividere il “rischio di impresa”, rispondo che con i loro contratti precari e mal pagati, con una famiglia sulle spalle, molti lavoratori hanno già dato.

Non è credibile un Governo che vede serrare ogni giorno i battenti di migliaia di aziende e finire in mezzo ad una strada altrettanti lavoratori e che chiede ai cittadini, lavoratori e piccoli imprenditori, di farsi carico di risolvere un problema le cui principali responsabilità risiedono nello Stato stesso e nelle sue inefficienze.

PS: Sabato 23 maggio sarò a Napoli al Palapartenope alla manifestazione “Lotta per i diritti” per sostenere Luigi de Magistris e Sonia Alfano, candidati alle elezioni europee nelle liste di Italia dei Valori. La giornata sarà trasmessa in diretta streaming da questo blog.
I diritti violati nel nostro Paese sono molti, troppi. Dal diritto di esprimere le proprie idee in una piazza, a quello di poter lavorare ed avere una famiglia. Ogni giorno un paletto alle nostre libertà, ogni giorno un bavaglio, ogni giorno un passo più lontano dalla democrazia.

Postato da Antonio Di Pietro

sabato 16 maggio 2009

L'IDV VOLA: PERDONO CONSENSI BERLUSCONI ED ESECUTIVO

www.idvfvg.org
Venerdì 15 Maggio 2009 08:14 amministratore
E-mail Stampa PDF
http://www.idvfvg.org/images/stories/immagini/GABBIANO.png
Il sondaggio ROMA. Cala l’indice di fiducia degli italiani in Silvio Berlusconi. Il premier cala dal 56 al 53% e torna ai consensi di un anno fa, al momento del suo insediamento. E’ quanto rileva Ipr marketing nel suo sondaggio mensile per La Repubblica. E’ forse finita la luna di miele del Cavaliere con gli italiani? Tanto più che non è solo il premier a cedere terreno ma anche il suo governo, che da 46% cala a quota 44%, come a marzo scorso. Pdl e Lega restano inoltre fermi al 50%, come ad aprile. Ipr registra, invece, una lieve ma generalizzata crescita dei partiti di opposizione con il Pd che sale di due punti e si attesta al 33% di fiducia, l’Udc che sale di uno e va al 34% e Di Pietro che cresce di ben quattro punti e sale al 41%. Tra i ministri il più popolare è, con il 63%, Angelino Alfano ma nel gradimento cresce anche Giulio Tremonti con un più 3 per cento. Tutta diversa la situazione di Roberto Maroni, in calo di ben 3 punti. Ma quello di Ipr non è l’unico sondaggio da registrare. L’istituto Demopolis ne ha ha fatto uno sulle intenzioni di voto degli italiani, dopo la vicenda Lario-Berlusconi. Anche qui il Pdl perde un punto, attestandosi al 40%, mentre cresce il consenso della Lega che supera quota 10 e sale al 10,5%. Il Pd è al 25,5%. Decolla l’Italia dei valori che sale al 7,5%. L’Udc è al 6%. Sulle Europee sta lavorando anche Pierluigi Crespi, ex sondaggista di fiducia del premier. Crespi dà il Pdl al 41%, in calo di mezzo punto. Un secco 10% viene anche qui attribuito alla Lega. Il Pd è in lento miglioramento ma conquista solo il 25,5% di consensi, restando molto lontano dal 33,2% delle elezioni politiche. (m.b.)
Ultimo aggiornamento Venerdì 15 Maggio 2009 08:34
Diffuso da: Circolo IDV San Donaci Terra Viva

venerdì 15 maggio 2009

15 Maggio 2009 Diretta streaming ore 21:00 - Informare per resistere

Autore Sonia Alfano

Stanno fagocitando il nostro paese. Razziando ogni risorsa disponibile. Indebitando noi ed i nostri figli. Ripristinando le leggi razziali. E nessuno né da notizia. Giornali e televisioni continuano a riportare le farneticanti menzogne di destra e sinistra mentre Freedom House bolla l'Italia come “parzialmente libera” in quanto a libertà d'informazione.

Bisogna resistere e per resistere è necessario conoscere. Ed è proprio per informare su quello che ci sta accadendo intorno, per dire a gran voce tutto quel che ci viene sapientemente nascosto, che oggi alle 21 sarò a Palermo, al Giardino Inglese, insieme a Beppe Grillo, Antonio Di Pietro, Luigi De Magistris e Gioacchino Genchi.

L'informazione libera è il perno centrale della democrazia e quando diviene “parzialmente libera” vuol dire una sola cosa: regime.

L'Europa è l'unica arma che ci resta contro il regime ed è per questo che mi candido al Parlamento Europeo.
Lo sto facendo nelle liste di Italia dei Valori rispondendo ad un progetto di straordinaria importanza come quello che Antonio Di Pietro sta attuando aprendo il proprio partito a persone come me, Carlo Vulpio, Luigi De Magistris e dunque alla società civile.

In Europa non sarò sola. Sarò in compagnia di tutte le persone del Movimento Grillo e di tuytte le persone che condividono i nostri stessi ideali, perchè è con loro che ho iniziato il mio percorso ed è al loro fianco che vorrò continuare a resistere. Andiamo in Europa, tutti insieme, per impedire ai nostri politici di rubare i fondi europei stanziati per l'Italia, per fermare l'ascesa delle mafie nell'economia dei paesi membri ma sopratutto per difendere la Democrazia e la Costituzione in memoria della quale migliaia di italiani hanno donato la propria vita. La resistenza riparte da Palermo, le cui strade odorano ancora del sangue di migliaia di persone morte in difesa della democrazia.

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Divulgato da: Circolo IDV San Donaci Terra Viva

giovedì 14 maggio 2009

DI PIETRO: governo intollerante xenofobo e razzista

Riporto la dichiarazione di voto finale di questa mattina sul disegno di legge sulla sicurezza. A breve anche il video dell'intervento in Aula alla Camera.

Testo dell'intervento:

Sig Presidente del Consiglio che non c'è,

l'Italia dei Valori voterà contro questo provvedimento perché non è un "Pacchetto sicurezza" ma un "pacchetto insicurezza e mistificazione della realtà".

Ancora una volta la Sua propaganda di regime cerca di confondere le acque con provvedimenti di chiaro stampo propagandistico, come si usava negli anni del fascismo a cui Lei è cosi affezionato che ora vuole rifilarcelo di nuovo.

Lei non è nuovo a tali comportamenti: lo ha fatto con il caso Alitalia, facendo credere che aveva salvato l'azienda mentre quella è fallita, lo ha fatto con i rifiuti di Napoli, semplicemente spostandoli nelle periferie, lo sta facendo con la tragedia del terremoto in Abruzzo, facendo credere agli abruzzesi che è possibile ricostruire oggi con fondi che arriveranno nel 2032.
Lo sta facendo con la miriade di volte che sposta gli stessi soldi da un capitolo all’altro per far credere che sta provvedendo a tutti e a tutto, proprio come faceva il suo predecessore che spostava 4 cannoni arrugginiti da un posto all’altro per magnificare l’inesistente potenza militare del fascismo.

Lo sta facendo anche oggi, facendo credere che con l'odierno provvedimento sarà possibile garantire più sicurezza al nostro Paese, mentre in realtà trattasi solo di provvedimenti che all'atto pratico non incideranno in alcun modo sullo stato delle cose.

Un esempio?
Prendiamo il caso del reato di clandestinità. Così come è stato congegnato non serve a nulla all'atto pratico, fermo restando che è di per sé odioso in quanto si sanziona penalmente una realtà soggettiva della Persona e non una sua condotta. Già ora la sanzione per il clandestino è l'espulsione. Prevedere che per ogni clandestino vi deve essere l'espulsione penale – e non solo quella amministrativa - vuol dire ingolfare i Tribunali e le Procure di centinaia di migliaia di fascicoli e processi che terranno occupati i magistrati, i loro ausiliari e le forze di Polizie in estenuanti processi che di fatto non serviranno a nulla giacchè nessun clandestino pagherà mai i 10.000 euro di ammenda previsti e certamente non puoi metterli tutti in carcere se non la pagano o se rientrano dopo l’espulsione. Già ora ci sono oltre 60.000 detenuti a fronte di meno di 40.000 posti letto nelle carceri italiane. Dove li mettiamo le centinaia di migliaia di persone che da domani dovremmo sbattere in galera per il solo fatto che sono clandestini?
La verità è che trattasi di una mera “norma manifesto” o meglio solo di un “manifesto elettorale” buono per turlupinare i cittadini ma senza in alcun modo risolvere il problema.
Altro lavoro a vuoto per i magistrati e le forze dell’ordine, quindi, che si aggiunge al tanto lavoro a vuoto che essi già oggi stanno facendo, ad esempio a seguito dei nuovi termini ridotti per la prescrizione dei reati che lei sig. Presidente del Consiglio ha fortissimamente voluto per assicurarsi la sua personale impunità. Lo sa che per quella sua scellerata scelta personale ogni anno vanno in prescrizione oltre 200.000 procedimenti penali, con la conseguenza che ci sono in giro 200.000 potenziali delinquenti ed altrettante vittime che non possono avere giustizia per colpa sua?
E si rende conto di quanto lavoro a vuoto Lei sta facendo fare alle forze di Polizia ed ai magistrati solo per i suoi personali interessi?

E’ lei e la sua maggioranza che le viene appresso che ingenera insicurezza , sig. Presidente del Consiglio, altro che “addosso al negro” con cui vuole rigirare la frittata.

Insomma: anche la previsione del reato di clandestinità altro non è che una "mascariata" per nascondere i reali problemi che rendono impossibile garantire la sicurezza nel nostro paese. Che, per quanto ci riguarda, sono soprattutto più risorse finanziarie, più mezzi e più personale.
Ancora una volta l'esatto contrario di quello che Lei ed il suo Governo avete fatto con l'ultima legge finanziaria in cui avete ridotto di oltre 3 miliardi lo stanziamento a favore del comparto sicurezza e del comparto difesa.
Invece di rafforzare le Forze di Polizia le togliete risorse, le avete ridotto i fondi per gli straordinari e per le missioni, per la benzina e pesino per l' armamentario.

Anche la previsione delle ronde non è altro che una trovata propagandistica che nulla ha a che vedere con la sicurezza. Basta riflettere a quello che formalmente dovrebbe essere il loro esclusivo compito: segnalare agli organi di polizia eventi che possano arrecare danni alla sicurezza. E che c'era bisogno di una nuova norma di legge per una cosa del genere?
Già ora qualsiasi cittadino - solo o in compagnia che si trovi - può denunciare (ed in alcuni casi deve denunciare) situazione di illegalità di cui viene a conoscenza o è testimone.
La verità è un'altra ed è che si vogliono fare "ronde di squadristi" per andare in giro a fare i gradassi, le spacconate, il Far West un po’ come ai tempi dell’Apartheid, della caccia al negro da parte di bianchi americani. Insomma un ritorno al passato che mortifica lo Stato di diritto.

Da qui, il concreto pericolo che le forze di polizia dovranno passare più tempo a correre appresso a loro che appresso ai delinquenti veri; più tempo a dirimere le tensioni che si creeranno nel territorio fra “inseguiti” e “inseguitori” che si scontreranno per strada in uno scontro all'OK Korral!
L’occasione sarà sfruttata anche e subito per fondare le "ronde di partito", nuovi tutori della Razza ariana ed anche le "ronde mafiose", quelle cioè che avranno più facilità di mascherarsi dietro una parvenza di legalità per controllare meglio e con più spudoratezza determinati territori in mano alla malavita (già me lo immagino io chi saranno i veri e reali reclutatori delle ronde a Casal di Principe, in mano al Clan dei casalesi!).

E veniamo alla questione dei cosiddetti “Respingimenti”!
L'Italia dei Valori ritiene in sé la politica dei respingimenti una risposta legittima nei confronti di chi attraversa le nostre frontiere clandestinamente ma per così come essa è stata formulata e prevista è non solo una "Sparata propagandistica" ma anche un atto disumano che non onora il nostro Paese.
Certamente va stigmatìzzata l’insufficienza dell’azione, e per certi versi anche l'ipocrisia, delle Nazioni Unite e dell'Unione europea.
Chiedono a noi di farci carico di tutte le tragedie del terzo mondo che arrivano nelle nostre coste invece di costruire essi stessi e per primi ponti di solidarietà internazionale.
Ma questo non può essere una buona ragione per permettere all'Italia di violare i trattati internazionali in materia di diritti umani.
Certo, in Libia i diritti umani sono un optional ma questo non legittima noi di comportarci nello stesso modo.
Ecco perché noi di IDV deploriamo che i respingimenti avvengono cosi, brutalmente e senza alcuna preventiva verifica dello status soggettivo delle persone che si trovano sui barconi alla deriva nel nostro mediterraneo: donne incinte, minori soli, perseguitati politici a cui viene negato il diritto di asilo.

E poi diciamola tutta: la maggior parte dei migranti (clandestini e non) provengono dai paesi dell'Est e quindi anche questa caccia al "barcone africano" altro non è che l'ennesima espressione dell'intolleranza razzista e xenofoba di questo governo per il quale tutti i neri sono brutti e straccioni, di razza inferiore, da poter usare e buttare a proprio piacimento: proprio come si faceva una volta.

Noi di IDV contestiamo questa concezione dell'immigrato visto sempre e solo come un "pericolo" per il nostro Paese.
Ci sono 700 mila badanti straniere che appunto badano ai nostri anziani, che faremmo senza di loro?
Ci sono migliaia e migliaia di stranieri che operano nel nostro paese nel mondo imprenditoriale, artigianale e come lavoratori autonomi, producendo reddito e dando lavoro a molte altre persone, anche italiane: perché criminalizzare tutti, come se fossero tutti delinquenti?.
Ci sono intelligenze e professionalità straniere di cui l'Italia ha bisogno estremo per migliorare la propria imprenditorialità e lo sviluppo scientifico: perché rinunciarci?

Come si fa allora ad alimentare questo insistente e persistente odio razziale nei confronti di tutti gli immigrati, indistintamente?

La verità è una e una sola: che va punito il criminale in quanto tale, italiano o straniero che sia, e non in base alla sua provenienza o al suo colore o, peggio ancora, alla sua religione. Ma questo è tutto ciò che vogliamo far capire a questo Governo: un Governo che non vuole avere più sicurezza nel nostro Paese, ma vuole trasformare il nostro Paese in un Paese dell'intolleranza, in cui si vuole negare la possibilità che persone di un diverso colore e di una diversa provenienza siano diverse da noi, un Paese fascista, xenofobo, razzista e piduista: questo vuole lei, signor Presidente del Consiglio!
Per questo noi, prima o poi, riusciremo a mandarla a casa!


PS: Ringrazio gli oltre 500 cittadini in tutta Italiache in un solo giorno si sono registrati per ricevere il kit del materiale elettorale per sostenerci alle elezioni europee del 6 e 7 giugno.
Nella pagina "sostieni la campagna elettorale" potete trovare spunti su dove distribuire i volantini, il programma dei 12 punti per l’Europa ed altro materiale per sostenere Italia dei Valori.

Nucleare Zazzera (IDV): "il Governo trucca le carte, pronti alla mobilitazione"

Bari, 14/05/2009
«Il fatto che nei corridoi del parlamento si parli anche solo sottovoce di una vecchia mappa dell’ENEA, in cui sarebbero individuati i siti nucleari d’Italia e tra questi uno in Puglia a Marina di Ostuni, deve destare allarme. Siamo contrari ad investire soldi e 15 anni di lavori per realizzare centrali nucleari sul territorio pugliese, investendo su una tecnologia - quella di Terza Generazione - obsoleta e pericolosa sul piano della salute e della sicurezza dei cittadini. Vogliamo capire quello che sta accadendo, perché abbiamo l’impressione che il governo stia truccando le carte come ha già fatto in altre situazioni. Se ne comincia a parlare perché poi troveremo il piatto già pronto e fumante sul tavolo.». A dichiararlo è l’on Pi erfelice Zazzera, coordinatore regionale dell’Italia dei Valori.

«La Puglia già soffre sul piano ambientale e della salute pubblica l’occupazione del territorio di complessi come quello dell’Ilva o del polo energetico brindisino ENEL, recentemente al centro delle cronache giudiziarie per traffico di rifiuti tossici provenienti dalla lavorazione della centrale. Non sentiamo la necessità – prosegue il deputato – di un insediamento Nucleare in una regione a forte vocazione turistica. Vocazione sulla quale lo steso governo ha investito».

«Siamo pronti alla mobilitazione generale, siamo dalla parte dei cittadini: siamo con il Comitato “No al Nucleare” che in queste ore sta costituendosi come momento di aggregazione e di confronto, oltre che di contrasto alle politiche scellerate del governo, che non tengono conto del territorio e delle sue necessità. Faremo valere l‘autodeterminazi one del territorio su scelte in cui deve prevalere l‘autonomia dei cittadini e non l‘imposizione dall‘alto. Perché se così fosse noi saremo davanti alle barricate per difendere la nostra regione, i nostri cittadini, la nostra salute».

Italia dei Valori - Coordinamento Regionale della Puglia

PUGLIA, PIEMONTE E SARDEGNA A RISCHIO NUCLEARE


13 Maggio 2009
Piemonte, Puglia e Sardegna a rischio nucleare:

grazie Berlusconi

Sardegna, Puglia e Piemonte sono le tre regioni che ospiteranno quattro delle almeno undici centrali nucleari necessarie a produrre il 25% dell’energia elettrica nazionale: è di oggi l’annuncio-provocazione del Governo.
Tre le regioni designate, ma a queste se ne aggiungeranno delle altre, i cui nomi, magari, conoscerete a sorpresa dopo le elezioni del 6 e 7 giugno. Questo accordo bilaterale tra Silvio Berlusconi e il Governo francese è illegittimo.
Sempre oggi, al Senato, è stato approvato l'ultimo dei quattro articoli del ddl 'sviluppo ed energia' che di fatto riapre la corsa all'atomo, cioè quello che istituisce l'Agenzia per la sicurezza nucleare.
L’8 e 9 novembre 1987 gli italiani votarono per il referendum “contro il nucleare”, ed anche se quei quesiti non facevano espresso riferimento all’abrogazione di leggi che consentissero la costruzione di centrali nucleari sul territorio italiano, nei fatti, solo un truffatore potrebbe non riconoscere che manifestavano la volontà del popolo italiano di non sposare il binomio futuro-nucleare.

Il futuro, lo ripetiamo, è nelle energie rinnovabili. Questa strategia è ormai condivisa da tutte le nazioni più importanti del pianeta, anche se non è funzionale alla gestione clientelare e privatistica del governo.
Se pensiamo, inoltre, alle tragedie degli ultimi 50 anni avvenute nel nostro Paese, dovute a calamità naturali come alluvioni e terremoti o all’altissima densità della popolazione, la scelta del nucleare è da interpretarsi come un attentato alla salute e all’incolumità dei cittadini.

Dopo gli intellettuali e l’intellighenzia scendano in campo i cittadini sardi, piemontesi e pugliesi togliendo il loro voto a questa maggioranza, a qualsiasi livello: amministrativo europeo e nazionale.

Postato da Antonio Di Pietro

P.S. PER QUANTO RIGUARDA LA NOSTRA REGIONE PUGLIA SAREBBERO STATI INDIVIDUATI
2 SITI: UNO SUL LITORALE DI OSTUNI E L'ALTRO TRA NARDO ED AVETRANA.

DOPO IL FEDERALISMO AVREMO UN'ALTRO REGALO DA FITTO E DA TUTTO IL PDL.
RICORDATEVENE QUANDO ANDRETE A VOTARE.

mercoledì 13 maggio 2009

VI SPIEGO PERCHE' I LEGHISTI VOGLIONO LE RONDE

12 Maggio 2009
Ronde ad personam

Autore Massimo Donadi
Ora si comprende la grande ostinazione della Lega per regolarizzare le ronde.

Maroni, Bossi e Calderoli sono ancora indagati dalla procura di Verona per fatti risalenti al 97 quando Maroni, oggi ministro dell’Interno, in quel periodo reclutava volontari per la guardia nazionale padana. E’ evidente che regolarizzare le ronde significa legalizzare la guardia nazionale padana e quindi anche cancellare con un colpo di spugna quell’inchiesta. Maroni ha imposto al Parlamento una sorta di Lodo Alfano per sé e per i vertici della Lega.

Negli atti della procura di Verona è scritto che Bossi, secondo l’ex presidente della Camera Irene Pivetti, volesse fare delle camicie verdi l’esercito padano. Tanto che agli iscritti era richiesto il porto d’armi. Alla luce di questi fatti la fiducia imposta al Parlamento è ancora più grave ed irresponsabile perché le ronde non migliorano la sicurezza dei cittadini, ma sottraggono fondi alle forze di polizia.

La Lega non solo non fa nulla di concreto per tutelare la sicurezza dei cittadini, ma pensa a risolvere le proprie questioni giudiziarie con lo stesso metodo di Berlusconi.

Postato da Massimo Donadi

RASSEGNA STAMPA

MESSAGGERO VENETO 08.05.2009
NAZIONALE RS13052009

LA CAMERA OGGI BLINDA I TRE MAXI-EMENDAMENTI


ROMA. La maggioranza, sotto tiro dell’Onu e dell’Europa per i respingimenti dei clandestini provenienti dalle coste libiche, si blinda e pone, come annunciato, la fiducia sul pacchetto sicurezza. Un triplo voto che si terrà oggi alla Camera, dopo che ieri il presidente Gianfranco Fini ha dichiarato ammissibili i tre maxi-emendamenti nei quali è stato racchiuso il provvedimento. «La presidenza della Camera - dice Fini - non rileva profili di inammissibilità per contrasto con la Costituzione anche perchè, essendo problematica o comunque opinabile l’adesione alla Costituzione delle norme in esame, lungi dalla presidenza ledere le prerogative sovrane dell’Assemblea». L’opposizione, però, va all’attacco criticando, nel merito e nel metodo, la scelta del governo. «Queste tre fiducie - dice il presidente dei deputati del Pd Antonello Soro - disattendono le sollecitazioni del capo dello Stato e del presidente della Camera e violano la logica su cui in quest’Aula si basa il voto segreto». Ma da parte del partito di Franceschini ce n’è anche per il primo inquilino di Montecitorio al quale il centro-sinistra si era appellato per chiedere uno stralcio delle norme più contestate del provvedimento, quelle sul reato di ingresso clandestino nel nostro Paese e le ronde. «Privando il Parlamento della possibilità di votare separatamente e con voto segreto quelle parti del provvedimento che incidono sulle libertà e sui diritti fondamentali - attacca Donatella Ferranti - Fini ha di fatto avallato norme razziste e xenofobe e contribuito a mettere in sicurezza la maggioranza». Sul centro-destra piovono anche le critiche dell’Udc, per cui, tre fiducie «trasformano la Camera in un supermarket “paghi uno e prendi tre”» e impediscono il dibattito. Mentre l’Idv, dopo la richiesta di fiducia fatta in Aula dal ministro Elio Vito, diserta i lavori del comitato dei nove, preparatorio alla discussione, sottolineando che il governo «impedisce il dibattito e le votazioni libere su tante parti del provvedimento che violano la Costituzione e altamente lesive della dignità della persona e della maestà dello Stato».



IL MESSAGGERO 13.05.2009
UDINE RS13052009

SCHIRATTI (IDV) PROPONE 1,5 MILIONI PER FAMIGLIE E LAVORATORI IN CRISI

Un milione 500 mila euro a sostegno di famiglie e lavoratori. È la richiesta che la consigliere Paola Schiratti (Idv) fa recapitare al presidente Pietro Fontanini e alla sua giunta, per superare il momento di difficile crisi che attanaglia anche il Friuli. La proposta sarà discussa oggi in consiglio provinciale, dove i lavori prenderanno il via alle 9.30. La Schiratti, dunque, promuove lo stanziamento di 500 mila euro per il fondo sociale regionale per la povertà, così da integrare i bisogni di famiglie o singoli in difficoltà e per aumentare i contributi che la Provincia già eroga nei settori di propria competenza, come i trasporti locali e i servizi scolastici. Un milione, invece, è la somma che da palazzo Belgrado potrebbe essere assegnata ad attività diverse. Come il finanziamento di tirocini in aziende, attività artigianali, enti pubblici e privati, impegnandosi a corrispondere al lavoratore espulso dal mercato del lavoro o in cassa integrazione, la cifra che integri quanto percepito dal dipendente tramite gli ammortizzatori sociali fino a coprire la somma percepita dall’intero ammontare dello stipendio. Ma la Schiratti chiede anche di coprire le spese di corsi di formazione professionale riservati ai lavoratori licenziati, negli ambiti medicale, di cura alla persona, di utilizzo dei sistemi multimediali, di cad e di altre tecnologie informatiche. Ultima idea, poi, è l’istituzione di cooperative di lavoratori fuoriusciti dal mondo del lavoro attraverso cui, sostiene la consigliere di Italia dei valori, si potrebbero anche riorganizzare servizi provinciali, come lo sportello badanti. Il milione 500 mila euro, inoltre, suggerisce la Schiratti, può essere reperito chiedendo alla Regione di svincolare i fondi destinati alla videosorveglianza. (a.bu.)


IL PICCOLO 13.05.2009
TRIESTE RS13052009

GIUDICI E MASSONERIA

Tempo fa avevo chiesto se l’Oriente eterno, espressione usata in un necrologio del Piccolo, corrispondesse per i massoni al paradiso cristiano. Naturalmente non ho avuto risposta da qualche lettore massone: infatti si tratta di un ordine segreto e qualcuno mi rimproverò perché ero troppo curioso. Sono rimasto sorpreso quindi per la curiosità innescata da newsletter la Voce di Robin Hood.it che parla di un «nuovo ordine massonico» che controlla la magistratura. La denuncia viene da Luigi De Magistris, ex pm ed ora candidato, da indipendente, dopo le dimissioni dalla magistratura, nell’Italia dei Valori per le elezioni europee. Ecco la sua riflessione: «Nemmeno la magistratura, come istituzione democratica, è esule da rapporti con la massoneria». Il magistrato confida poi: «Ho sempre pensato che la mia vita fosse in pericolo. Gli altri hanno sempre sottovalutato questo aspetto ma da anni sono convinto di essere in pericolo». Sono parole che mettono i brividi. Gian Giacomo Zucchi

lunedì 11 maggio 2009

CELLINO INAUGURA SEDE ITALIA DEI VALORI

Comunichiamo ai ns. amici e simpatizzanti che domenica 17 maggio, con inizio alle ore 19,00, in Cellino San Marco presso la sede IDV di via Mazzini 29 sarà inaugurato il Circolo del Partito dell’Italia dei Valori che sarà intitolato al consigliere IDV “PEPPINO BASILE”.
All’importante evento interverranno i massimi esponenti Regionali e Provinciali del Partito e precisamente: il Coordinatore Regionale IDV On. Pierfelice ZAZZERA, il Sen. Giuseppe CAFORIO, il Commissario Prov.le IDV nonché Presidente del Circolo Dott. Giuseppe CAPRIOLI e tutto il Direttivo del Circolo IDV tra i quali il Segretario Cittadino IDV sig. Maurizio BELLO.
Interverranno inoltre: l’Avv. Nicola MASSARI candidato alla Presidenza della Provincia di Brindisi per l’IDV, l’Avv. Americo FANELLI candidato Consigliere alla Provincia di Brindisi per l’IDV, l’avv. Giovanni PESCE candidato IDV alle Elezioni Europee per l’Italia Meridionale i quali apriranno la campagna elettorale.
Con questo nuovo tassello, incastonato nel tessuto cittadino di Cellino San Marco, prosegue l’importante lavoro di diffusione degli ideali e dei valori dell’IDV che segna indubbiamente una inversione di tendenza rispetto al passato: sono i cittadini che “fanno” e “promuovono” la politica e che si danno una stabile organizzazione sul territorio di cui promuovono le istanze.
Invitiamo tutti gli amici del Circondario a partecipare all’evento che appare ancora più interessante dato che consentirà di conoscere le idee e le proposte dei nostri candidati in vista delle imminenti consultazioni elettorali del 6 e 7 giugno ’09.
Postato da: Direttivo IDV Cellino S. Marco

DISPERAZIONE ELETTORALE


10 Maggio 2009
Disperazione elettorale

Dario Franceschini ha mostrato oggi tutta la sua disperazione elettorale affermando che il voto a Italia dei Valori è un voto "di protesta" e non sarebbe dunque un voto "utile".
E' vero il contrario. L'unico vero voto utile, oggi, è quello a favore di quei partiti e di quelle persone che si oppongono al governo razzista, fascista e xenofobo di Silvio Berlusconi. Non certo quello di chi se ne ricorda, ipocritamente, soltanto sotto le elezioni e solo per fini elettorali. Men che meno ha titolo a chiedere il voto utile, per combattere Berlusconi, chi non ha avuto il coraggio di sfidarlo in prima persona né di porsi come partito di resistenza. L'Italia dei Valori, è stata, fin dal primo giorno di questa legislatura, l'unica opposizione e rappresenta il vero voto utile perché testimonia la lotta di chi, negli ultimi anni, ha combattuto in tutti i modi in difesa della democrazia di questo Paese e delle sue istituzioni, a cominciare dal milione di firme raccolte per promuovere il referendum per fermare il Lodo Alfano, l'impunità che Berlusconi si è fatto. Raccolta di firme nei cui confronti il Pd ha storto il muso, scegliendo di non appoggiare questa battaglia di democrazia.

Postato da Antonio Di Pietro

domenica 10 maggio 2009

BERLUSCONI,IL VELINISMO E LA POLITICA UCCISA DAL PRIVATO

Sulla vicenda Berlusconi-Lario pubblichiamo la lettera di una lettrice del Quotidiano

Mentre Berlusconi,da Vespa,intimava alla moglie Veronica di chiedere scusa,su una televisione privata trentina andava in onda un video con sonoro girato il 25 aprile nelle zone del terremoto in Abruzzo. Berlusconi, tra viglili del fuoco e volontari in posa per la foto ricordo, si rivolge ad una piacente signora, Lia Giovanazzi Beltrami, assessore trentino alla solidarietà e volontaria lei stessa, e le dice: posso palpare un pò la signora?
Veronica Lario deve scusarsi?

Veronica Lario nell'annunciare la volontà di divorziare dal marito nonchè premier di questo Paese ha detto due cose che dovrebbero far riflettere ognuno di noi.
"Ho chiesto alle persone vicine a mio marito di stargli ancor più vicino perchè lui non sta bene". E poi: non posso stare con un uomo che va con le minorenni.
Il riferimento è alla ora diciottenne Noemi Letizia che candidamente ha ammesso che in precedenza era già andata a trovare Berlusconi a Roma e a Milano perchè lui non poteva, per i suoi impegni, scendere a Napoli.
Veronica Lario deve chiedere scusa?

Di solito se una moglie denuncia pubblicamente che il marito và con le minorenni intervengono giudici e carabinieri.
In questo caso invece si spalancano le porte della Rai e di Vespa per fargli attaccare la moglie, la sinistra e qualche gionale ancora libero rei di aver organizzato il complotto. Di cui fa parte sicuramente anche l'assessora trentina da palpare.

Da donna, da madre e da italiana non posso che urlare la mia vergogna e la mia indignazione.

T.S. (lecce)

LA MORALE AL TEMPO DI PORTA A PORTA


8 Maggio 2009

La morale al tempo di Porta a porta




Autore Fabio Evangelisti E’ sempre colpa della sinistra! A prescindere, avrebbe aggiunto Totò.

Per la prima volta, nel lessico del Premier, scompare il sostantivo comunista, utilizzato ogni qual volta c’è stata necessità di lanciare accuse di remare contro, per far posto a un più generico la sinistra. Che fa perfettamente il paio con la signora, termine con il quale Berlusconi ha liquidato la propria consorte all’inizio della prima botta e risposta tra i due dopo l’esternazione pubblica di Veronica Lario contro il ‘ciarpame senza pudore’, riferendosi alla prevista presenza delle veline nelle liste Pdl per le elezioni europee. Anche in questo caso è stata colpa della sinistra che avrebbe sobillato e riempito la testa di strane idee controrivoluzionarie la propria consorte, come se la questione della qualità delle candidate non fosse stata posta in primis dalla Fondazione FareFuturo del Presidente Fini rivendicando, appunto, di aver posto un problema culturale e politico, non di aver fatto gossip.

E non è certo di gossip che voglio parlare ma certamente una riflessione tra ciò che è pubblico e ciò che è privato è necessaria. Fin dagli anni ’70 si è sviluppato un dibattito su questa questione e la sintesi tra le due contrapposizioni si concretizzò nel famoso “il personale è politico”. Il nostro Presidente del Consiglio, dalla dirompente discesa in campo nel 1994 a oggi, ha scelto di vivere una vita pubblica la cui apoteosi fu ben rappresentata da quella pubblicazione fatta avere a milioni di italiani nel 2001 e che raccontava, anche per immagini intime e familiari, il suo percorso imprenditoriale e politico. Questa scelta, tutta politica appunto, gli ha procurato il consenso e la popolarità che con sapienza, e insipienza della sinistra, ha rafforzato in questi anni anche con l’accondiscendenza di una stampa ben addomesticata (la stessa stampa che si è poi scagliata, come si fa con una muta di cani, volgarmente e ignobilmente contro la Lario, sprezzantemente definita velina ingrata, e probabilmente quella che ci fa meritare di essere classificati, in quanto a libertà di stampa, dietro al Benin).

L’ultimo episodio giornalistico è proprio l’apparizione del Premier alla recente puntata di Porta a porta, palcoscenico ideale per i suoi accessi narcisistici e per quelli di Bruno Vespa, senza contraddittorio, con giornalisti fin troppo benevoli e per di più in palese violazione della par condicio. Quello che colpisce molto in questa vicenda è l’assenza di commenti della maggioranza politica che lo sostiene, ben nascosta dietro il “Non possiamo interloquire, sono fatti privati tra moglie e marito”, soprattutto con riferimento alla grave e reiterata accusa della, si può dire, ex moglie sui rapporti tenuti in passato da Berlusconi con una ragazza oggi diciottenne, che lo definisce "Papi".

Non è più una vicenda privata quella che si sta dipanando tra il Cavaliere e la Lario in virtù del fatto che proprio quest’ultima ha pubblicamente denunciato (l’aveva già fatto due anni fa sempre su Repubblica) la discutibile etica politica, la superficialità nei comportamenti e, aggiungo, le esternazioni che in questi anni hanno fatto il giro del mondo, di Berlusconi. Quando si giunge, e poi lo si rafforza e lo si coltiva con cura, al degrado politico e morale cui Berlusconi sta abituando una buona fetta di italiani e allora, senza esagerazione, mala tempora currunt.



Postato da Fabio Evangelisti

venerdì 8 maggio 2009

LOTTA PER L'INFORMAZIONE


7 Maggio 2009
Lotta per l'informazione, lotta per la sopravvivenza



Autore Gianni Vattimo Siamo stati così abituati, dalla nostra educazione moralistica, a distinguere l’informazione dalla “formazione”, che non ci viene più nemmeno in mente di mettere in dubbio che sia così. Sarebbe ora di cominciare a dubitare che la "formazione”, cioè l’educazione che tocca profondamente la personalità, che la struttura in vista dell’assunzione i responsabilità sociali ed etiche, sia qualcosa di veramente distinto dalla informazione. Chi ha sempre sostenuto la distinzione sono quelle agenzie educative che si presentano come depositarie di un nucleo di verità – sull’uomo, l’esistenza, la vita e persino l’al di là – indipendente dalla casualità delle vicende storiche. I maestri di spiritualità, per lo più nella nostra tradizione i cristiani, hanno sempre messo in guardia dalla "curiositas" – o, come anche l’hanno talvolta chiamata,il “prurito di udire”. Dimenticando che lo stesso Vangelo è, anzitutto, lieta novella, cioè informazione, notizia.

Si può cominciare di qui una riflessione sul tema “cultura e informazione”, anzitutto per sottolineare l’importanza che l’informazione ha nella costruzione di una cultura, intesa come quel patrimonio stabile di convinzioni, credenze, valutazioni, che stanno alla base di una personalità e che sono anche il nocciolo di una “cultura” in senso antropologico, quella intelaiatura di idee, ideali, valori che distinguono una società da un’altra e che sono, in tanti sensi, la “sostanza” su cui noi tutti ci reggiamo. Il diritto a un’informazione non manipolata è dunque un diritto umano fondamentale, senza di cui non si costruisce nessuna personalità capace di sussistere nel mondo con una propria continuità e dunque anche con una capacità di progettarsi la vita.

La lotta per l’informazione è una vera e propria lotta per la sopravvivenza. Di qui la centralità che, per un programma politico, non può non avere la libertà dei flussi di informazione, la molteplicità delle voci, la lotta contro ogni monopolio informativo e contro le pretese di una verità di stato. Un politica rispettosa della cultura e del diritto all’informazione non può che essere una politica “babelica”; cioè consapevole che il modo migliore per dire e conoscere la verità è rifiutarsi di identificarla con una qualche espressione unica e definitiva. Non ci sono “fatti” ultimi su cui si possa verificare la verità di una proposizione. Possiamo solo difendere la possibilità che ci siano molte e libere interpretazioni Sarà un po’ più faticoso che aspettare che qualcuno – papi, governi, comitati centrali, scienziati – ci dica la verità. Ma senza Babele non saremmo più nemmeno umani.



Comunicazione IDV Staff
Martedi 12 maggio a Roma alle ore 11:00, presso la Sala Capranichetta in P.zza Montecitorio 125, si terrà il convegno "Torniamo in Europa - Verso una Società della conoscenza", organizzato dall'Italia dei Valori al quale parteciperanno illustri candidati al Parlamento Europeo come Luisa Capelli, Giorgio Pressburger, Nicola Tranfaglia e Gianni Vattimo, il senatore Pancho Pardi nei panni del moderatore ed il Presidente dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro.




Postato da Gianni Vattimo

giovedì 7 maggio 2009

Cellino S. Marco: il ns. Coordinatore Provinciale Dott. Giuseppe CAPRIOLI riunisce gli aderenti e simpatizzanti.

Comunichiamo a tutti gli amici e simpatizzanti che questa sera, in Cellino S. Marco, presso la consueta sede e con inizio alle ore 19,00 si riunirà il Partito dell’Italia dei Valori per discutere dei prossimi importanti impegni che vedono tra l'altro per il fine settimana presente in provincia di Brindisi l'On. DI PIETRO.
La riunione sarà presieduta dal Dott. Giuseppe CAPRIOLI stimato professionista e Coordinatore provinciale del Partito.
Alla riunione parteciperà anche il candidato consigliere provinciale per il collegio San Donaci e Cellino S. Marco, avv. Americo FANELLI, e, salvo concomitanti impegni su San Pietro Vernotico, anche l’avv. Nicola MASSARI candidato presidente alla Provincia di Brindisi che è impegnato in un tour per l'intero territorio provinciale.
Invitiamo tutti gli interessati a partecipare all’evento che porterà una ventata di novità in vista dei prossimi impegni elettorali del 6 e 7 giugno.
Auguriamo quindi buon lavoro ai partecipanti che sapranno certamente tradurre in fatti concreti le istanze di cambiamentoi che provengono dalle nostre comunità cittadine.
Il Circolo IDV San Donaci Terra Viva

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