sabato 16 gennaio 2010

Ufficio Stampa IdV Focus Idv del 15 gen 09:


CRAXI:DI PIETRO, FU LUI A SCAPPARE, NON NOI A ESILIARLO/ANSA FORSE NON SE NE ACCORSE, MA QUEL GIORNO IN TRIBUNALE CONFESS0' (di Paolo Cucchiarelli) (ANSA) - ROMA, 15 GEN - ''Io ero li' che gli chiedevo conto delle appropriazioni illecite dei partiti, e lui rispondeva: 'Era un sistema, tutti sapevano'. Ma a un magistrato questo non basta''. Sono passati sedici anni da quel giorno in cui, nell'aula del tribunale di Milano, Bettino Craxi si ritrovo' seduto sul banco degli imputati per rispondere alle domande di Antonio Di Pietro, ripreso dalle telecamere di Rai3. A distanza di tutto questo tempo, l'accusatore non ha cambiato idea sull'ex imputato: ''Craxi - dice Di Pietro in un'intervista all'ANSA - e' una persona che, ricoprendo cariche altissime, ha utilizzato il suo ruolo per interessi totalmente personali. E' uno dei promotori di Tangentopoli. Tutto bisogna fare meno che prenderlo a modello per le future generazioni''. Quella mattina, era il 17 gennaio del 1993 Craxi arrivo' al tribunale di Milano su un'auto blu. Nella concitazione, la macchina di scorta tampono' un motociclista, che fini' a gambe all'aria, proprio di fronte al palazzo di Giustizia. Seguirono tre ore di interrogatorio, in cui Craxi ribadi' la sua linea di difesa: tutti i partiti avevano beneficiato di finanziamenti illeciti, perche' ve la prendete solo con me?. ''Craxi - ricorda oggi Di Pietro - anche sotto interrogatorio, cerco' sempre di portare avanti una linea di autoassoluzione: tutti colpevoli, nessuno colpevole. In qualunque modo gli venivano poste le domande egli allargava la riposta per tirare dentro il sistema, gli altri, e quindi tentava di 'fondersi' e confondersi con essi''. Ma il punto cruciale, secondo Di Piero, e' che Craxi, nonostante il suo piano difensivo, messo di fronte ai fatti ammise in pieno tutte le sue responsabilita': ''Io non so se lui, e fino a che punto, da politico, abbia avuto ben chiaro al momento il senso delle sue parole e le responsabilita' che ne conseguivano: ma certamente, quel giorno ha confessato''. Inutile pretendere da Di Pietro un'autocritica: la posizione di Craxi, secondo l'ex pm del pool, era ben diversa da quella degli altri politici solo sfiorati dalle inchieste: ''La differenza tra lui e gli altri verso i quali si e' trovata una sola responsabilita' politica - spiega - e' che nei suoi confronti sono stati trovati riscontri di grassazioni e approfittamenti personali. Identificammo tre conti correnti all'estero. Provammo sia la provenienza illecita dei soldi, sia l'utilizzo personale e illecito. Quei soldi sono stati anche da lui utilizzati per fini personali e non per fini di partito. E' un falso storico raccontare le cose come se questi fatti non fossero accaduti''. Per questo non ha senso parlare di un Craxi esiliato dall'Italia e costretto a morire in terra straniera: ''Craxi non poteva accusarci - sottolinea l'ex sostituto procuratore - perche' e' lui se ne e' andato non noi che lo abbiamo mandato in esilio''. Se Craxi fosse rientrato in Italia per curarsi, dice ora Di Pietro, la magistratura si sarebbe comportata ''come si fece con gli altri, valutando i casi concreti''. '' Il Procuratore Borrelli ha sempre detto, e io cosi' mi sarei comportato, che tutti i latitanti, Craxi compreso dovevano tornare in Italia e che se c'erano problemi di malattia questi sarebbero stati valutati al momento del rientro. Non si poteva pero' valutare un provvedimento se l'interessato non si presentava''. Aggiunge Di Pietro: ''Non so se Craxi sarebbe andato in carcere, quanto tempo ci sarebbe stato. Previti e' stato condannato a parecchi anni di carcere ma non mi sembra che ci sia stato molto. Anche se non voglio dire che non ci sarebbe andato ''. L'ex pm si indigna di fronte alla riabilitazione dell'ex leader socialista, che a suo giudizio azzera colpe e sentenze passate in giudicato: ''Non condivido e deploro che, nel tentativo di dare una valutazione politica al personaggio Craxi, si vogliano cancellare le sue responsabilita' giudiziarie. Nella sua globalita' Craxi e' una persona che, ricoprendo cariche altissime, ha utilizzato il suo ruolo per interessi totalmente personali''. Di Pietro non tollera neanche l'uso politico che si sta facendo di Craxi. ''In realta' - dice il leader dell'Italia dei Valori - l'esaltazione acritica del personaggio Craxi e' solo ipocriticamente finalizzata a rivalutarlo. Vogliono semplicemente avallare comportamenti delittuosi che oggi vengono commessi inviando alla opinione pubblica il messaggio che questi debbono apparire leciti''

DI PIETRO: IO DELLA CIA? GIRA FOTO-DOSSIER, MA RESISTEREMO... = (AGI) - Roma, 15 gen. - "Da giorni si aggira per le redazioni dei giornali e nel circuito politico della Capitale uno strano personaggio che sta offrendo a buon mercato un dossier di 12 foto che mi ritrarrebbero insieme indovinate a chi? No, niente escort. I miei interlocutori sarebbero, anzi sono, il colonnello dei Carabinieri Mori ed il questore della polizia di Stato Contrada. Insieme a loro nella foto ci sarebbero anche alcuni funzionari dei servizi segreti". Lo annuncia Antonio Di Pietro che, dal suo blog, aggiunge che "naturalmente un acquirente si e' subito fatto avanti: il solito quotidiano che, pur di buttare fango sul sottoscritto, acquista qualunque cosa, anche a prezzi esorbitanti, costi che poi si sommeranno a quelli che dovra' pagare per la querela che faro', e che si aggiungera' alla denuncia che ho gia' provveduto a depositare alla magistratura, perche' questa volta sono venuto a conoscenza per tempo della trappola". "Il copione - dice il leader Idv - si sta per ripetere anche questa volta, come per tutte le fasi elettorali precedenti. Questa volta il 'bidone' che il solito giornale sta costruendo e' davvero sporco e squallido: quello di voler far credere, utilizzando alcune foto del tutto neutre, che io sia o sia stato al soldo dei servizi segreti deviati e della CIA per abbattere la Prima Repubblica perche' cosi' volevano gli americani e la mafia. Certo che ce ne vuole di fantasia... e anche di arroganza per ritenere che gli italiani siano tutti cosi' allocchi da bersi una panzana del genere". "Vi anticipiamo il giochino che stanno mettendo in piedi", dice Di Pietro che si riferisce agli scatti che lo riguarderebbero rivelando che "ne hanno acquistate 4 di foto e, prima delle elezioni, le pubblicheranno. Questi scatti dovrebbero servire per veicolare il seguente teorema: siccome Mori e' finito indagato per la nota vicenda delle agende rosse e Contrada e' stato condannato per fatti di mafia, Di Pietro ha avuto a che fare, pure lui, con queste vicende. Siccome poi c'erano anche funzionari dei Servizi insieme a costoro, vuol dire che Di Pietro stava macchinando con qualche potenza straniera, se non addirittura con la mafia". "La verita', ovviamente, e' molto piu' lineare e banale: all'epoca io ero un magistrato inquirente che svolgeva le indagini, chiedeva arresti e poi li faceva eseguire. Indovinate da chi? dai Carabinieri e dalla Polizia di Stato, ovviamente, ed anche dalla Guardia di Finanza. Il colonnello Mori e il questore Contrada erano appunto esponenti di primo piano dei predetti organi ed e' sicuramente capitato, anche se io ora, a distanza di quasi vent'anni, non ricordo tutte le circostanze, che a volte abbia chiesto anche agli Uffici da loro diretti, oltre ad una miriade di altri, di svolgere accertamenti e di eseguire provvedimenti". E allora, "magari sara' pure capitato che, nelle pause di lavoro, mi sia fermato a mangiare o a bere un caffe' con loro, anche per approfondire meglio il lavoro. E allora? Dove sarebbe lo scandalo? Interloquire con un questore o con un colonnello dei carabinieri addetti alle investigazioni e' il minimo che poteva, e puo', fare un magistrato che, come me, stava svolgendo le indagini di Mani Pulite. Non potevo certo sapere - osserva - i guai che sarebbero loro capitati anni dopo. Essi all'epoca erano solo servitori dello Stato, non delinquenti". "E invece, ancora una volta, si sta tentando di costruire una bufala, grazie ai soliti prezzolati denigratori di professione del solito organo di informazione. Lo scopo e' evidente ed e' il consueto ritornello: screditare me e l'Italia dei Valori durante la campagna elettorale e, soprattutto, operare una falsa rivisitazione storica degli anni di Tangentopoli e di Mani Pulite nel tentativo di far credere che all'epoca non ci fosse una classe politica corrotta, ma una magistratura militante, al soldo di qualcuno". "Si', proprio al 'soldo' perche' si vorrebbe far credere che, in cambio del servizio reso, queste fantomatiche potenze straniere avrebbero poi versato ingenti somme di denaro in conti correnti esteri, sparsi fra gli Stati Uniti e addirittura la Nuova Zelanda. Sembra un film di fantascienza - osserva l'x pm - ma la fantasia distorta non ha mai fine e, d'altronde, basta lanciare una balla nell'iperspazio dell'informazione e il piatto e' servito! La falsa equazione e' semplice: Mani Pulite e' stato un bluff, una trappola, Di Pietro era un uomo dei servizi, i politici corrotti non sono mai esistiti, e' tutto un imbroglio. L'obiettivo e' ancora piu' evidente: riscrivere la storia di ieri per oscurare la continuita', ancora esistente, fra la classe politica corrotta di allora e quella ancora piu' corrotta e sfacciata di oggi. Anche i finti e gli ipocriti festeggiamenti per Craxi, che oggi gli tributano soprattutto quelli che ieri lo criticavano e lo tradirono, sono funzionali allo scopo". La chiusa del post e' in stile borrelliano: "Ma noi 'resisteremo, resisteremo, resisteremo'. L'amore per la democrazia e la difesa della Costituzione ce lo impongono!".

RIFORME. DI PIETRO: NO A COLPI DI MAGGIORANZA, BRAVO NAPOLITANO (DIRE) Roma, 15 gen. - Le riforme non si fanno a colpi di maggioranza? "Bene ha fatto il presidente della Repubblica a ristabilire un principio costituzionale, ma una cosa e' certa: di quale riforme parliamo? Le riforme dei massimi sistemi servono a parlare di tutto senza parlare di niente". Cosi' il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, parlando con i cronisti alla Camera.

IDV: DI PIETRO, A DIFFAMAZIONI SALLUSTI HA GIA' RISPOSTO MAGISTRATURA = NON CONOSCE LE SENTENZE E PER QUESTO LO QUERELO Roma, 15 gen. (Adnkronos) - "Le due pseudo-domande che fa Alessandro Sallusti hanno ricevuto piu' volte risposte dalla magistratura nelle sedi giudiziarie. Sallusti dovrebbe saperlo bene, perche' diversi giornalisti suoi amici, anche il quotidiano 'Il Giornale' per cui lavora, hanno gia' dovuto pagare cospicue somme di risarcimento danni proprio in quanto hanno voluto ignorare le carte processuali". Lo puntualizza il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, nel rispondere agli interrogativi sollevati dal condirettore del "Giornale" che, nel corso della trasmissione "Il Fatto del Giorno" su Raidue, e' tornato chiedere i motivi per cui Di Pietro, da semplice commissario di Polizia, sia diventato in pochi anni uno dei magistrati piu' in vista d'Italia e perche', all'apice della carriera, abbia poi deciso di dimettersi. Dai documenti processuali, prosegue Di Pietro, "risulta, in modo incontrovertibile, sia che io sono laureato, eccome, e che, quando ho cominciato a svolgere la funzione di commissario di Polizia, avevo gia' vinto pure il concorso in magistratura. Inoltre, e' documentalmente provato, in una miriade di sentenze, che mi sono dovuto dimettere per far fronte a un dossieraggio e killeraggio calunnioso e diffamatorio portato avanti da politici, giornalisti e faccendieri vari, allo scopo di screditare la mia persona per delegittimare l'inchiesta Mani Pulite". "Ovviamente, e proprio perche' a Sallusti queste realta' processuali ancora non bastano, gliene forniro' altre quando lo citero' in giudizio, anche questa volta, per la sua ennesima diffamazione'', conclude Di Pietro.

REGIONALI: DI PIETRO, NESSUNA RISERVA IDV SU BONINO MA ASPETTIAMO PD = CANDIDATA NEL LAZIO HA FATTO IL SUO DOVERE AL GOVERNO E ALL'UE Roma, 15 gen. (Adnkronos) - "Italia dei valori sente la responsabilita' di costruire una coalizione alternativa al modello piduista del governo Berlusconi che toglie ai poveri per dare ai disonesti. E vogliamo costruirla a partire dal Pd gia' da queste regionali". Lo ha detto il leader Idv Antonio Di Pietro, parlando con i giornalisti a Montecitorio. Quanto al Lazio, "abbiamo detto -ha aggiunto- che non abbiamo riserve nei confronti di Bonino, ex ministro con cui ho lavorato al governo ed ex commissario Ue che ha dimostrato di saper fare il suo dovere". "Si tratta di capire -ha proseguito- se andiamo in una coalizione per fare cosa e in che modo. Per questo avvieremo un dialogo sul programma e le competenze, non appena il Pd ci dira' che quello e' il candidato, perche' ancora non ce l'ha detto".

RIFORME: DI PIETRO, SI PARLI DI LAVORO NON DI MASSIMI SISTEMI = (AGI) - Roma, 15 gen. - "Di quali riforme parliamo, la riforma dei massimi sistemi serve semplicemente per parlare di tutto e non concludere nulla. Al paese interessa che il milione di posti di lavoro che e' stato perso venga ritrovato e che nel frattempo non se ne perda un altro milione". Lo dice il leader dell'Italia dei valori, Antonio Di Pietro, raccogliendo l'ultimo monito del Presidente della Repubblica in materia di riforme. Il leader Idv aggiunge: "Sulla giustizia facciamo opposizione, non perche' abbiamo la fisima del giustizialismo, ma perche' in Parlamento non si parla di equita' fiscale, del lavoro, del no alle centrali nucleari, di quelle aziende che si fanno gli affari propri chiudendo i battenti quando fa loro comodo. Se si parlasse di questo si vedrebbe un Idv lavorare insieme per approvare questi provvedimenti al piu' presto. Ma poiche' le cose non stanno cosi', non si arrabbino. Noi non siamo il partito dell'odio, ma quello della legalita' e della difesa della Costituzione". Di Pietro conclude: "Che la riappacificazione tra Berlusconi e Fini ci sia stata o meno agli italiani non importa nulla. Agli italiani e a noi interessa che alla Camera da domani si discuta di occupazione, lavoro, economia e di problemi del paese e che non si mettano, invece, all'ordine del giorno i soliti provvedimenti ad personam. Vedremo se Fini ha dato l'altola' a Berlusconi o piuttosto, come temo, avra' dato il via libera a qualche altro provvedimento per uno soltanto". (AGI)

Governo/ Idv: Berlusconi più che un Premier è un Faraone _Donadi: Intollerabili aumenti di spesa a Palazzo Chigi Roma, 15 gen. (Apcom) - "Berlusconi non è un capo di governo, ma un faraone". Lo afferma il capogruppo Idv alla Camera Massimo Donadi commentando quanto pubblicato oggi dall`Espresso a proposito dell`aumento di spese di Palazzo Chigi. "L`aumento spropositato di spesa di Palazzo Chigi - aggiunge Donadi - è intollerabile, soprattutto in tempi di crisi economica. E` uno schiaffo dell Casta ai cittadini, in spregio alle difficoltà economiche delle famiglie italiane. 1400 dipendenti di troppo, assunzioni favolose per una spesa di un miliardo di euro l`anno sono solo la punta dell`iceberg di questo governo degli sprechi". "Abbiamo presentato - conclude il capogruppo Idv - un`interrogazione per chiedere conto di questa gestione dissoluta dei soldi pubblici. Berlusconi dovrebbe chiedere scusa agli italiani per la sua `corte dei miracoli`".

GIUSTIZIA: BELISARIO (IDV), DA GHEDINI TOPPA PEGGIORE DEL BUCO = Roma, 15 gen. (Adnkronos) - "Una toppa peggiore del buco". Lo dice il capogruppo dell'Idv al Senato Felice Belisario, commentando le parole di Niccolo' Ghedini sulle polemiche scaturite dalle affermazioni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sulle aggressioni giudiziarie peggiori di quelle fisiche. "Il diritto di critica in una democrazia -aggiunge l'esponente del partito di Antonio Di Pietro- e' garantito, ma paragonare il labile Tartaglia ai magistrati e' assolutamente offensivo e significa mancare di rispetto a chi appartiene ad un altro ordine dello Stato. E' davvero miserevole che l'avvocato del premier arrivi addirittura ad affermare che sono stati i giudici a mancare di rispetto istituzionale al premier, e non viceversa, solo per difendere il suo cliente. I magistrati non hanno alcun interesse a mancare di rispetto all'imputato Berlusconi, il loro unico obiettivo e' quello di applicare le leggi, le stesse leggi che dovrebbero essere uguali per tutti e che invece il premier -conclude Belisario- ha l'abitudine di modificare quando stanno per essere applicate nei suoi confronti".

FIAT: DI PIETRO CON LE TUTE BLU, PIENO SOSTEGNO IDV A SCIOPERO = (AGI) - Roma, 15 gen. - "L'Italia dei Valori esprime pieno sostegno allo sciopero dei lavoratori Fiat indetto il 3 febbraio dai sindacati metalmeccanici. La chiusura dello stabilimento di Termini Imerese, ribadita piu' volte dall'ad Marchionne, e' una scelta sbagliata che colpisce il tessuto produttivo dell intera comunita' locale". Lo affermano in una nota Antonio Di Pietro e il responsabile Idv Welfare e Lavoro, Maurizio Zipponi. "Chiediamo - proseguono - che il governo vincoli gli incentivi erogati all azienda ad un impegno, da parte della Fiat, a mantenere i livelli occupazionali. E' infatti inaccettabile che l'esecutivo italiano agisca contrariamente ai governi degli altri paesi europei, ultimo quello francese che proprio ieri ha deciso di bloccare lo spostamento della produzione della Renault Clio in Turchia, difendendo la produzione interna. Chiediamo al governo che accolga la nostra proposta per Termini Imerese: una gara internazionale gestita direttamente dalla Regione che abbia come clausola la salvaguardia occupazionale. Si deve infatti evitare - conclude - che personaggi ambigui possano sfruttare finanziamenti pubblici a fronte di piani industriali inesistenti, come piu' volte accaduto in passato". (AGI)

DI PIETRO. DE MAGISTRIS: PIENO SOSTEGNO, NON CI FAREMO INTIMIDIRE (DIRE) Roma, 15 gen. - "L'Italia dei Valori non si fara' intimidire dallo squadrismo di un regime corrotto e intriso di mafiosita'". E' quanto dice l'europarlamentare Idv, Luigi de Magistris, a proposito delle indiscrezioni su dossier che dimostrerebbero un legame del leader del partito ai servizi segreti. "Non posso che esprimere l'assoluta vicinanza e il pieno sostegno ad Antonio Di Pietro- aggiunge- ed all'azione che conduce in difesa della Costituzione repubblicana. Faremo resistenza contro le violenze morali della propaganda di regime che si avvale anche di pezzi deviati delle istituzioni".

DEL TURCO: IDV, NO A DELEGITTIMAZIONE PROCURA PESCARA = (AGI) - Pescara, 15 gen. - "Basta con gli attacchi del governo volti a delegittimare il lavoro della Procura della Repubblica di Pescara": con queste parole il senatore Alfonso Mascitelli, coordinatore regionale dell'Italia dei Valori, ha commentato l'interrogazione parlamentare sulle traversie giudiziarire dell'ex governatore dell'Abruzzo, Ottaviano Del Turco, e dello scandalo sulla sanita'. L'interrogazione ha questa volta un carattere trasversale, in quanto porta le firme sia di alcuni senatori del Pd che dei loro colleghi del Pdl. Nel documento si chiede al Governo e al ministro della Giustizia, se l'inchiesta che ha portato all'arresto di Del Turco e alle sue dimissioni dalla presidenza regionale, non abbia "violato i diritti costituzionali individuali". "Esprimiamo piena solidarieta' e sostegno alla magistratura", ha continuato Mascitelli, "e riteniamo inaccettabile il tentativo di delegittimarne il lavoro, e vigileremo perche' cio' non avvenga. A questi magistrati va riconosciuto innanzitutto il merito di aver scoperto un calderone di connivenze che altrimenti avrebbe arrecato altri danni economici alla regione". Mascitelli ha poi annunciato che prendera' in considerazione "la possibilita' di fare un'interrogazione al ministro della Giustizia per accertare che le Procure di Pescara e di Chieti abbiano personale a sufficienza per svolgere il proprio carico di lavoro soprattutto dopo le inchieste che si sono aperte sul a carico del centrodestra". Un secco no arriva dunque dall'Italia dei Valori ai processi mediatici che cercano di mettere in discussione l'indipendenza e l'imparzialita' dei giudici, "perche' questo significa minare il sistema democratico", commenta Mascitelli. (AGI)



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