giovedì 20 maggio 2010

I PUGNI (POCO) IN TASCA DI BELLOCCHIO

19 maggio 2010
di Federico Pontiggia

"Mussolini e Berlusconi? Il primo non s’è arricchito, e allora le escort non c’erano...", dice il regista di Vincere. Al Festival di Cannes per una prestigiosa lezione di cinema

"Bisogna combattere con tutte le forze la demagogia ipocrita della 'cultura che non serve a niente e a nessuno'”. Così Marco Bellocchio, che, un anno dopo il passaggio del mussoliniano Vincere in Concorso, torna a Cannes da "maestro": è lui il protagonista della prestigiosa Lezione di Cinema, insieme al critico francese Michel Ciment: "Che abbiano invitato Giovanna Mezzogiorno in giuria e me per questa masterclass è un'ulteriore conferma della stima e dell'affetto che questo Festival mi mostra da sempre", dice Bellocchio, ammettendo di aver pensato anche a una sorta di "riconoscimento per Vincere", rimasto fuori dal palmares l’anno scorso. Comunque, oggi è la politica a prendere il sopravvento nei pensieri e nelle urgenze dell’autore di opere difficilmente archiviabili, quali I pugni in tasca, Buongiorno, notte, Il regista di matrimoni e L’ora di religione.

Marco Bellocchio, Draquila di Sabina Guzzanti a Cannes ha trovato lo “stupore” della stampa straniera.

Vero, ma bisogna ricordare come Berlusconi sia stato eletto dalla maggioranza degli italiani: appurato ormai che gli attacchi frontali e l'invettiva diretta non hanno ottenuto risultati, credo bisognerebbe cominciare a ragionare in maniera più approfondita sul nostro Paese, senza adulare il padrone o mettersi dalla sua parte ovviamente. E cambiare una strategia finora perdente, se il tentativo era quello di rovesciare Berlusconi.

L’assenza di Bondi sulla Croisette?

Non mi sento offeso, piuttosto è lui a sembrarmi inadeguato. Ha fatto dell’erba Draquila un fascio, offrendo il fianco e triplicandone gli incassi. Comunque, rispetto alla cultura continuano a nutrire forti sospetti, e sperano ancora che il cinema sia comunista...

L’anno scorso, soprattutto gli stranieri, hanno trovato forti analogie tra il Mussolini di Vincere e Berlusconi...

Non sono paragonabili, Mussolini non si è arricchito, mentre Berlusconi è l’uomo più facoltoso d’Europa. E poi quello non era tempo di escort, ma di nobildonne...D’altronde, oggi c’è la tv, il Grande Fratello: non c’è bisogno della dittatura militare, perché si può mantenere il controllo in democrazia. Certo, l’attuale maggioranza gioca sul terrore e lo smarrimento come già si fece nel ’22, per cui il motto diventa: “Lasciateci lavorare!”. E con quali risultati, poi? La nuova finanziaria che si prospetta è vergognosa, se non risibile: anche minimi, chiede sacrifici alle classi più deboli.

Mentre il Pd?

Non ha strategie oltre la critica, mentre dovrebbe articolare le alternative a questo sistema di potere. Si dice, ed è vero, che il Pd non ha più la capacità di stare sul territorio, e allora? Che lo faccia.

Che leader vede a sinistra?

Per gli ex non c’è futuro, mi viene da dire, mentre Vendola è un trascinatore.

Veniamo al suo nuovo progetto sull’Italia di oggi.

Lo spunto è nato dalla vicenda di Eluana Englaro, un altro momento in cui la classe politica ha dimostrato l'ipocrisia di chi non vuole perdere l'appoggio della Chiesa per poi dimenticarsi completamente della ragazza poco tempo dopo che se n'era andata, con le leggi rimaste insabbiate. Ma ogni giorno la cronaca ci fornisce delle vere e proprie scene cinematografiche, penso ai 500 malati di mente in un solo quartiere a Napoli, ai ciechi che scendono dall’auto e prendono la pensione, alla signora in Sicilia che è stata fatta entrare gratis in un museo perché la prima visitatrice in un anno. Spunti tra il tragico e il grottesco, che potrebbero benissimo rappresentare il momento attuale del nostro paese, della nostra cultura.

In quale direzione?

Un film ha bisogno di una forma più complessa, che vada oltre l'attacco ad personam, che ne so, contro Berlusconi o Scajola. Mi piacerebbe raccontare al cinema una nuova Dolce vita, muovendomi però lungo tutta la nazione.

Oltre a Sorelle, è anche impegnato nella regia del Rigoletto per Andrea Andermann: cinema e lirica, dunque, che proprio oggi rivendicano la loro esistenza agli occhi del governo.

Non è più tempo di barricate, ma sono sempre convinto che l'unione faccia la forza. Ho aderito al movimento dei 100Autori, e spero che venga rafforzata l'unità riconoscendo però le diseguaglianze, lasciando da parte quegli slogan che non hanno mai portato a nulla. La qualità del nostro lavoro deve essere la nostra prima arma.

da "il fatto quotidiano"

Nessun commento:

Posta un commento

CONTATORE