venerdì 8 ottobre 2010

PENSIERO PER SARAH SCAZZI di Iacopina Mariolo


Ripensando a quanto è accaduto alla piccola Sarah, superata l’onda emotiva che le immagini ed i commenti televisivi amplificano devastando le anime “sensibili”; arginando lo sdegno e la rabbia ed incanalando il tutto in azioni e comportamenti che possano a aggredire ( da ad-gredior andare contro, radice etimologica della parola aggressività) tali comportamenti estremi, fanno seguito alcune considerazioni.

Viviamo in un contesto ove la sessualità ha perso interamente le caratteristiche di area in cui esprimere sentimenti, condividere emozioni, lasciarsi andare alla bellezza della natura e dell’esistenza che ha in sé il senso profondo del mistero che circonda uomo e donna nel momento della massima unione.

Ciò che più spaventa non è l’esistenza di questo stato di cose, ma la totale mancanza di interventi di contrasto , di strategie educative volte al recupero della giusta dignità sessuale ed all’acquisizione di comportamenti sani in favore del benessere del singolo e della collettività.

I tagli all’istruzione, ai servizi sociosanitari e sociali che abbiamo patito, hanno come effetto l’impossibilità , la paralisi di ogni intervento. Un esempio? Che fine ha fatto il percorso di educazione alla salute che negli anni ‘90 ha consentito di portare nelle scuole primaria e secondaria, l’educazione alla sessualità ,meglio definita come “educazione socio- affettiva”?

Dal '68 ad oggi nulla è stato fatto di concreto per tutelare le donne ed il rispetto per l'immagine femminile ( dalla pubblicità ai media..), siamo seri, ci sono dei settori che prosperano grazie allo stupro metaforico quotidiano delle donne ( dalla pubblicità, alla moda, ai media in generale …ed aggiungerei alla politica di genere, quello maschile, intesa proprio come politica dei partiti e del potere, che ha preso ad usare escort e gossip per tutelare i propri interessi di casta).

Che fare ? Credo che la salvezza dell’umanità ( perché alla fine è di questo che si sta parlando), passi solo attraverso l’impegno collettivo, quello che ci fa lottare contro insediamenti industriali che minacciano la nostra salute e l’ambiente in cui viviamo ( dal rigassificatore del momento alle centrali nucleari da edificare in un futuro prossimo); nello specifico, vorrei rivolgermi alle famiglie che hanno scheletri nell’armadio , alle tante donne abusate che si chiudono nel silenzio, a quelle che ogni giorno vivono anche piccole brutalità( se così si può dire) , comportamenti che violano e turbano la femminilità anche se in modo meno eclatante dell’omicidio e dello stupro.

Tali comportamenti sono indice di perversione , pertanto DOBBIAMO SEGNALARE E SPORGERE DENUNCIA!

E’ estremamente improbabile che tali perversioni non vengano fuori nella quotidianità ( familiare o sociale), e che si esprimano di colpo come "raptus".

Dunque è d’uopo segnalare e denunciare con coraggio alle autorità competenti o a servizi quali i Centri Antiviolenza ( a Brindisi ne è uno che opera in convenzione con il Comune) questi atti .

Per il resto, gli sdegni commemorativi servono a ben poco, perché le azioni salvavite sono possibili ed attuabili nel qui ed ora.

Brindisi, 7/10/2010 Iacopina Mariolo

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