lunedì 21 settembre 2009

Onore ai nostri caduti !

Si è tenuta questa mattina la solenne cerimonia di commiato ai militari della Brigata Folgore caduti in Kabul. Vogliamo ricordare ancora una volta i loro nomi ed il grado:

tenente Antonio Fortunato, promosso al grado di capitano;

sergente Maggiore Roberto Valente, promosso al grado di sergente maggiore capo;

caporal maggiore scelto Massimiliano Randino, promosso al grado di caporal maggiore capo;

primo caporal maggiore Davide Ricchiuto promosso al grado di caporal maggiore scelto;

primo caporal maggiore Giandomenico Pistonami promosso al grado di caporal maggiore scelto;

primo caporal maggiore Matteo Muredda promosso al grado di caporal maggiore scelto.

Con immenso dolore, i familiari, i commilitoni, la gente comune intervenuta ha reso onore alle giovani vittime.

Desideriamo anche noi tutti del Circolo esprimere ai familiari il ns. cordoglio affidandolo a queste poche battute.

Mentre in Italia si continua a discutere e montano, sia pur velate, le polemiche, i nostri militari all’estero pagano con la vita l’amaro prezzo di una vera e propria guerra che non è stata mai dichiarata, che non ci appartiene, che viene combattuta nel modo più infame.

Ma non è questo il momento delle polemiche, poiché esse potrebbero mettere a repentaglio altre vite umane.

Ora è il momento di rendere omaggio a questi nostri Soldati che degnamente con il loro impegno nello scenario afgano ci hanno rappresentato e continueranno a farlo per sempre, fin quando avremo la forza e il sentimento di ricordare i nostri Caduti.

Siamo certi che i nostri Soldati abbiano fatto e continuino a fare solo del bene alla popolazione Afgana, mettendo a disposizione di questa tutte le strutture in dotazione alle Forze Armate (ospedali, energia, acqua, viveri, ecc.).

Questo ci consta non solo per il racconto delle esperienze di altri militari salentini tornati da questa missione, ma anche da quello che dei nostri Soldati raccontano gli osservatori indipendenti.

Il sacrificio di questi Messaggeri di Pace, nelle intenzioni dei vigliacchi assalitori vuole essere un colpo al cuore di quanti vogliono infondere speranza nel popolo Afgano, che custodisce nelle sue antichissime tradizioni e culture, le origini delle moderne civiltà.

Ed è per questo, per non far vincere la barbarie ed il disprezzo per la vita, che la nostra tenacia finora spesa nel sostenere il popolo Afgano deve essere ancora più forte della tirannia omicida, soprattutto ora che piangiamo i nostri fratelli e siamo piegati dal senso di frustrazione per l’immane perdita.

Ogni qual volta un nostro milite cade nell’adempimento del proprio dovere, è come se un pezzo di noi stessi vada in frantumi ma che ci fa più forti poiché rinnova in noi tutti l’amor Patrio e le ragioni profonde della nostra Costituzione.

1 commento:

  1. Come sempre a morire per la Patria sono sempre i soliti meridionali, eroi loro malgrado.
    Ma eroe è anche e soprattutto chi muore ogni giorno sul posto di lavoro, vittima predestinata del profitto e della necessità di avere un lavoro qualunque, anche in nero.
    Meno retorica e funerali di Stato ma più attenzione e rispetto per chi fa ogni giorno il proprio "dovere" andando a lavorare.
    Mino.-

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