lunedì 14 settembre 2009

UN PELO DOPO L'ALTRO


14 Sett. 2009
Un pelo dopo l’altro

di Vittorio Zucconi

La decisione di dare spazio alle Opere del Regime con casette al felice terremotato attraverso il programma della 2P condotto dall’untuoso sacrestano del berlusconismo, non e’ altro che uno dei tanti, piccoli, logici sviluppi della metastasi che sta invadendo l’organismo dell’informazione italiana, attraverso reti televisive di proprieta’ o in subaffitto e a stampa periodica che manifesta la propria splendida indipendenza attaccando sempre e soltanto i nemici dell’ Uomo Solo al potere. Spostare una trasmissione per fare spazio a un’altra si pure di sfacciata e gommosa propaganda in stile “il Duce bonifica le paludi”, e voi seccatori “lasciatelo lavorare” non e’ la fine del mondo, e’ un segno di quello che i professori di filosofia al liceo ci spiegavano come “il sofisma della coda di cavallo”. Se levate un pelo dalla coda del cavallo e’ ancora una coda? Certo che si’. Non e’ un crine che fa la coda, non e’ un capello di meno che fa la calvizie. E se ne strappate un altro? Sempre una coda e’, visto che un pelo non puo’ fare la differenza. E cosi’, in base a questa logica, pelo dopo pelo, della coda, nel nostro caso della liberta’ di informazione che deve essere critica o libera non e’, non resta piu’ nulla. I fessi, i disonesti o i farabuttelli di corte che magari mandano a noi adesioni e firme con astuti pseudonimi come “Topo Gigio” per esorcizzare la paura che il cavallo si accorga che gli stanno strappando la coda un crine alla volta, vogliono nascondere questo classico sofisma. Ma non si diventa vecchi in un giorno, lo si diventa un minuto alla volta, e un minuto non e’ nulla, in fondo ce ne sono ancora tanti. Non ci si ammala e di muore perche’ milioni di cellule degenerano tutte insieme, ma una per volta, fino a quando le cellule malate sono troppe perche’ l’organismo possa sopravvivere. Il sistema disinformativo, incernierato sul TG del Minzculpop non racconta ancora, tranne nei casi piu’ sfacciati, menzogne. Si limita a tacere tutto cio’ che puo’ incrinare il mito del duce, e a sottolineare tutto cio’ che puo’ creare difficolta’ a chi a Lui si oppone. Mentre coloro che si credono superiori, moderati, “al di sopra della mischia”, troppo schizzinosi o snob o furbetti per gridare all’agonia della liberta’ in Italia, spaccano il pelo del cavallo in quattro per non dire quello che pure sanno. Di avere le fette di salame sugli occhi e la coda di paglia, al posto di quella di cavallo.

dal sito di "Repubblica"

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