giovedì 24 settembre 2009

ci scrivono: riflessioni sulla IV Festa Nazionale dell’IDV tenutasi a Vasto il fine settimana scorso.



Salve a tutti,

sono qui a scrivervi per fare qualche riflessione sulla IV Festa Nazionale dell’IDV tenutasi a Vasto il fine settimana scorso.

Come ogni anno, si è tenuta la festa Nazionale dell’IDV ed è bello vedere come il partito stia crescendo sia a livello nazionale, sia a livello provinciale.

E’ stato un momento molto importante, che ci ha offerto molti spunti di riflessione e ci ha permesso di dialogare, di confrontarci e di conoscerci.

I vari interventi, tutti di grande spessore, hanno permesso di rafforzare il nostro senso di appartenenza ad un partito che fa della meritocrazia, della giustizia, della legalità, della democrazia e della partecipazione i suoi vessilli. Un partito che guarda a quella parte della società che ancora vuole cambiare le cose e che pensa ancora che ci siano italiani per bene.

Penso che in questi giorni molto si è fatto e molto si è detto, ma dobbiamo lavorare per far si che quello che per ora sono idee diventino fatti concreti.

Mi auguro che dopo queste tre giornate, tutti siano animati da spirito propositivo e dalla voglia di cambiamento.

Cerchiamo tutti insieme di fare qualcosa in nome di quegli ideali che ci contraddistinguono

Prima di terminare quest’e-mail avrei, purtroppo, una nota polemica da fare, la cosa che non ho molto condiviso della manifestazione è stata la concomitanza degli eventi. Interventi sull’economia, sull’informazione contemporaneamente al coordinamento donne e al coordinamento giovani. Penso che nessuno di noi sia dotato del dono dell’ubiquità e la contemporaneità degli interventi non era pensabile, perché questo ha precluso la possibilità di seguire tutti gli interventi. Ritengo che non sia la strada giusta quella intrapresa, sarebbe stato più logico distribuire gli interventi e i coordinamenti in tempi diversi.

Per quanto riguarda il coordinamento femminile. E’ inutile che le donne continuino a piangersi addosso, per il raggiungimento dei loro diritti, l’accentuare la questione femminile non fa altro che ghettizzarle. Basta con questa autocommiserazione. Credo che dobbiamo fare tutti, uomini e donne, un passo avanti, perché i problemi etichettati come femminili, non sono da definirsi tali, ma piuttosto vanno definiti come problemi sociali, problemi di una società che lavora e che si scontra con una realtà che non si è evoluta, i cui servizi e le corrispettive erogazioni non sono adeguati alle nuove esigenze (esempio apertura degli uffici comunali, delle banche in orari diversi, più asili nidi con orari più flessibili, informatizzazione degli uffici pubblici).

Per una famiglia dove tutti i componenti lavorano nasce l’esigenza di una nuova società adeguata ai tempi e ai ritmi lavorativi. Sono tanti i problemi sociali nati dall’evoluzione della società, ma riguardano uomini e donne, famiglie e single, non ha senso relegarli come problemi prettamente femminili.

Basta dire che le donne non arrivano agli apici per via degli uomini. E’ vero, c’è un oggettivo divario numerico di presenze femminili in posizioni dirigenziali, ma questo è dovuto al ritardo con cui la donna è entrata nel mondo del lavoro e non certo perché gli uomini non lo permettono. Sono le stesse donne che spesso si tirano indietro, ma …… per favore, basta dire che è colpa degli uomini.

I problemi che incontrano le donne devono essere gli stessi degli uomini e viceversa i problemi degli uomini gli stessi per le donne.

Fatte queste premesse e ribadendo in maniera convinta che sono contraria al continuo vittimismo delle “DONNE”, non ho gradito la mancanza di un intervento da parte di un coordinatore/referente regionale che relazionasse sulla situazione della nostra regione, ritengo che in tale occasione fosse necessario un intervento della Puglia così come hanno fatto tutte le altre. E’ vero, …… alla fine del coordinamento è stato dato spazio a tutte di parlare e in questa circostanza sono intervenute la professoressa Ada e la sig.ra Marina (entrambe della Provincia di Brindisi), ma purtroppo hanno potuto parlare come donne della Puglia e non per nome della Puglia.

La Puglia deve distinguersi in meglio, non certo in peggio.

Scusate se vi ho disturbato con queste mie riflessioni, ma penso che dobbiamo creare una sorta di rete tra di noi in maniera da crescere, perché solo se noi siamo coesi, propositivi e attuativi potremo crescere e diventare una realtà forte sul territorio.

Grazie per l’attenzione.

A presto.

Giovanna

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