martedì 15 settembre 2009

INFORMAZIONE INDIPENDENTE: UN MIRAGGIO


14 Settembre 2009
Informazione indipendente: un miraggio


Sabato 19 settembre sarò a Roma per la manifestazione “no all’informazione al guinzaglio” della FNSI, uno slogan che condivido e che purtroppo è ancora lontano per l’Italia.
Dalle elezioni europee c’è stato un accordo non scritto, un’intesa a tinte massoniche, che ha riunito gli organi dell’informazione tradizionale in una colossale censura nei confronti dell’Italia dei Valori, fregandosene dell’opinione di quasi un decimo della popolazione. Questo è un fatto incontrovertibile, che non ha bisogno di numeri perchè è palese.
Partiti ben sotto la nostra soglia di consenso hanno ricevuto inspiegabili spazi di propaganda per rilanciare un ‘terzo polo’ inesistente ed inconsistente pur di offuscare l’unica alternativa di governo a questa arrogante maggioranza: quella dell’Italia dei Valori. Gli organi di vigilanza per l’informazione non hanno più alcuna rilevanza e sono completamente sottomessi ai controllati, siano essi di maggioranza o di un certo tipo di opposizione.
Quando Berlusconi attacca la stampa e RaiTre in realtà non sta attaccando la loro libertà di espressione ma il fatto che questi prendano istruzioni dai suoi avversari politici esattamente come li prende da lui il resto della galassia mediatica italiana.
La libertà e l’indipendenza dell’informazione sono ancora un miraggio per questo Paese. Ai processi Dell’Utri e Bassolino, i nostri inviati, lì presenti tutti i giorni, non hanno mai incrociato un giornalista delle testate che vivono di finanziamenti pubblici.
Eppure il più grande conflitto d’interessi del Paese che ha foraggiato l’ascesa di Forza Italia sarebbe scomparso da tempo se si fosse fatto pagare un prezzo congruo alle concessioni radiotelevisive in mano alla famiglia Berlusconi. Eppure nessun giornale ne parla e nessun governo di centrosinistra ha mai affrontato il conflitto d’interessi, anzi, lo hanno favorito fissando il valore delle concessioni Mediaset alla ridicola cifra dell’1% del fatturato (di RTI, nemmeno di Publitalia!).
Le 10 domande de ‘La Repubblica’ sono domande politiche senza sufficiente efficacia informativa, sono un buffetto sulla guancia per un uomo così infinitamente debole e ricattabile.
Rispolverare le 10 domande della Padania del 1998, di cui la stessa Lega ha perso vergognosamente memoria, sarebbe stato di gran lunga più illuminante per l’opinione pubblica su chi veramente sia il Presidente del Consiglio.
Il 19 sarò a Roma, in Piazza del Popolo, alla manifestazione della FNSI per ribadire la volontà dell’Italia dei Valori di ricercare, senza compromessi, un’informazione libera ed indipendente da tutti i partiti, non solo da quelli di Silvio Berlusconi.
Nell’alternativa reale di governo in 10 punti, quella censurata, quella che fa paura alla Casta, al punto 5 c’è la riforma dell’informazione: proposta che ci permetterebbe di risalire nella vergognosa classifica del rapporto mondiale sulla libertà di stampa che ci vede nel 2009 al 44° posto nel mondo.
Di seguito le nostre proposte per spezzare le catene dell'informazione:
Liberalizzare il mercato televisivo dando attuazione alle direttive europee e alle sentenze della Corte Costituzionale e della Corte di Giustizia europea (vicenda Europa7-Rete4), con l’eliminazione del duopolio Rai-Mediaset
Fissare il limite del 10-15% del mercato totale per i proprietari di reti televisive e stampa cartacea
Rivedere i criteri di assegnazione dei finanziamenti pubblici all'editoria e loro effettivo controllo
Assegnare il controllo sulla Rai ad un ente totalmente e realmente indipendente dai condizionamenti e dalle scelte della politica

Postato da Antonio Di Pietro in

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