giovedì 16 aprile 2009

IO STO CON VAURO


Addì, 27 dicembre 1947, De Nicola, Terracini, De Gasperi.

“Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”.

Addì, 15 aprile 2009, Berlusconi, Fini, Masi.

“Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. A patto che nessuno osi parlare male del Governo”.

Sessantadue anni di democrazia non sono serviti a niente.

Per Berlusconi gli articoli della Costituzioni sono 138. La sua Costituzione, quella stampata nelle segrete tipografie di Arcore, con impresse a fuoco le iniziale del Re, SB, dall’articolo 20 passa direttamente al 22. Ma nelle segrete tipografie di Arcore si sta già lavorando alacremente ad una nuova edizione della Costituzione, con un solo articolo: Lo Stato sono io.

E’ strisciante il regime ma colpisce feroce. Vuole la sospensione di Vauro, vuole la cacciata di Santoro. Scherza il regime, usa l’ironia per giustificare l’uso del manganello ma poi si abbatte furioso. E’ infido il regime. Si nasconde dietro al linguaggio astruso ed incomprensibile dei burocrati ma chiude le bocche, ottunde i cervelli e appiattisce.

Al regime non piace la verità. Nessuno ha colpa se le case sono crollate. Il Governo c’è. Il regime è ordine. Il regime interviene, il regime piange i suoi morti, il regime ripulisce, mette ordine e nessuno osi dire il contrario. Nessuno osi dire che il terremoto è una calamità naturale di cui si possono contenere i danni, se non si costruiscono case ed edifici pubblici sulla sabbia, se si impedisce agli speculatori di ieri di speculare domani.

Ebbene, io sono dalla parte di Vauro. Perché tante volte mi sono sentito uno dei suoi personaggi stralunati, gagliardi e irriverenti. Perché tante volte, attraverso la sua matita, ho trovato la forza ed il coraggio di essere politicamente scorretto. Perché la satira è una forma libera ed assoluta che, attraverso la risata, veicola la verità, semina dubbi, smaschera ipocrisia, attacca i pregiudizi e mette in discussione le convinzioni. Perché un paese dove il demagogo Cleone mette il bavaglio al poeta Aristofane è un Paese triste, è un Paese che muore.

Postato da Massimo Donadi

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