lunedì 20 aprile 2009

ALLERGIA ALLE LACRIME DEL COCCODRILLO


19 Aprile 2009
Allergia e lacrime del coccodrillo



L’allergia alla magistratura del presidente del Consiglio non è stagionale, è permanente. I riflettori sul terremoto dell’informazione, quella alternativa ovviamente, e delle indagini avviate dalla magistratura disturbano la campagna elettorale permanente di Silvio Berlusconi in Abruzzo.
Oltre gli scatti con bambini ed anziani usati come oggetti della miglior propaganda del Ventennio ed il dispiegamento operoso della protezione civile, oltre questo, i fatti sono a zero.
E questo imbarazzo lo spinge a visitare continuamente l’Abruzzo per attirare su di sé i riflettori ma anche per coprire le sempre più chiare responsabilità che emergono giorno per giorno sulla tragedia che ha sacrificato 294 vite umane. Responsabilità che evidentemente ha il timore possano essere ricondotte all'operato del suo governo, piuttosto che a società “sponsorizzate” come Impregilo.

L’Abruzzo non ha bisogno di pacche sulla spalla, foto con anziani e bambini, e lacrime di coccodrillo, ha bisogno di fatti, soldi e giustizia.

I primi, i fatti, ad oggi li stanno facendo l’imponente macchina della solidarietà che dipende solo in parte dal governo.

I secondi, i soldi, servono per ricostruire e servono subito, e senza mettere mano alle tasche già vessate degli italiani, semplicemente facendo rientrare il referendum nella data dell’election day e magari rinunciando alla realizzazione dell’inutile ponte sullo stretto di Messina.

La terza, la giustizia, ne hanno bisogno gli italiani tutti, per continuare a credere nello Stato. Le responsabilità in questa tragedia, che ci sono, devono essere individuate subito per rispetto delle vittime e dei loro familiari. Ed il signor Silvio Berlusconi non ci venga a dire che lui preferisce i fatti alle indagini della magistratura, che di colpe ed omissioni non ce ne sono, che è solo fatalità, perché quel telegramma con la dichiarazione ignorata dello stato di emergenza, trovato sotto le macerie ed inviato da Massimo Cialente sindaco dell'Aquila il primo aprile 2009 alla Presidenza del Consiglio dei ministri, al Governatore della Regione, all’Assessore regionale alla Protezione Civile e alla Prefettura dell'Aquila testimonia che di omissioni ce ne furono, e da parte di più di un soggetto.

Signor Berlusconi, venga a confrontarsi in una delle sue sei televisioni, piuttosto che censurare un vignettista. Scelga come moderatore uno a caso dei suoi lacchè di prima serata o uno qualsiasi dei suoi “volti nuovi” della Rai scelti a Palazzo Grazioli, io ci sarò.


Postato da Antonio Di Pietro

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