giovedì 23 aprile 2009

IL CORAGGIO E LA PAURA





Ormai è chiara la strategia di Franceschini per queste Europee: un buffetto a Berlusconi e due ceffoni a Di Pietro, colpevole, secondo lui, di averci messo la faccia. La verità è che il leader del Pd non è animato da nessun afflato democratico ma dalla fifa blu di un flop personale, la stessa fifa blu che anima tutti gli altri big del Pd che, ad uno ad uno si sono sfilati dalla candidatura, per paura di perdere la faccia di fronte alla debacle del partito.

A noi poco importa dei tanti Don Abbondio del Pd. Il punto è che la loro mancanza di coraggio farà pagare un prezzo altissimo all’intera coalizione di centrosinistra che alle corazzate di Berlusconi e Bossi non avrà da contrapporre nient’altro che truppe di semisconosciuti o vecchie glorie in disuso, rispolverate all’occorrenza.

Ebbene, noi il coraggio ce l’abbiamo. Qualcuno nell’opposizione deve avere il coraggio di metterci la faccia. Deve esserci un leader del centrosinistra che contenda il campo a Berlusconi e Bossi e se, questo coraggio non lo trova nessuno del Pd, il coraggio ce lo mette Antonio Di Pietro e Italia dei Valori.

Strano come vada di questi tempi il mondo. La sinistra, quella sinistra con la S maiuscola che un tempo andava fuori dalle fabbriche a solidarizzare con gli operai, in questi tempi di crisi, preferisce veleggiare a bordo della propria barca a vela intorno alle calme e placide acque del Mar Mediterraneo. Così capita che fuori dalle fabbriche a stingere le mani stanche e sudate degli operai che non arrivano alla fine del mese ci sia Antonio Di Pietro.

Qualcuno ha perso la strada. Noi no. Qualcuno si è arreso ancora prima di giocare la partita. Noi no. Qualcuno ha deciso di non metterci la faccia per non perderla del tutto. Noi no. Mentre i big del Pd gridano “armiamoci e partite”, noi ci armiamo e partiamo, ma sul serio.

Quei generali del Pd che, dalle tende, urlano alle proprie truppe smarrite “armiamoci e partite” sono gli stessi che ieri hanno detto di votare sì al referendum e oggi si mettono d’accordo con il nemico, violano i regolamenti parlamentari e votano una leggina della maggioranza vergognosa, che ha stabilito al 21 giugno il voto per il referendum, quando tutti se ne andranno al mare. Un doppio imbroglio a danno dei cittadini che manderà in fumo 400 milioni di euro. Eppure una soluzione diversa c’era. Così come, in fretta e furia, è stata approntata una leggina per far votare gli italiani il primo giorno d’estate, si poteva farne una che, accorciando i tempi della campagna referendaria, portandoli per questa volta da 50 a 40 giorni, permettesse di andare al voto il 6 e 7 giugno, così come avevamo chiesto il Comitato Promotore.

Noi davanti alle grandi sfide scegliamo di scendere in campo a combattere in prima persona. Noi scegliamo la coerenza, anche quando questa ha un prezzo alto. Con le nostre facce e la nostra coerenza ci presentiamo sereni al giudizio degli elettori.

Postato da Massimo Donadi

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