venerdì 17 settembre 2010

Ecco il documento di sintesi del primo congresso giovani IDV della provincia di Brindisi

IDV Provincia di Brindisi
MOZIONE CANDIDATO COORDINATORE GIOVANNA SEMERARO
CONGRESSO PROVINCIALI-DIPARTIMENTO GIOVANI DELL’ITALIA DEI VALORI PROVINCIA DI BRINDISI 1
1° CONGRESSO PROVINCIALE GIOVANI IDV BRINDISI
Primo Congresso Provinciale Giovanile Brindisi
(Brindisi, mercoledì 15 settembre 2010)
Candidato Coordinatore:
SEMERARO Giovanna
Componenti Coordinamento Provinciale:
CICCARESE Pierpaolo
DI DIO Silvia
BENEDETTI Enzo
CARAGLIA Giuseppe
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INDICE
1. MOZIONE
1.1 Mozione a cura del candidato Coordinatore Provinciale Giovanna Semeraro;
2. CONTRIBUTI
2.1 Lavoro……………………………………………………………………………………………. a cura Annunziato Coccioli ;
2.2 Economia……………………………………………………………………………………….. a cura Enzo Benedetti;
2.3 Università e territorio: un matrimonio possibile…………………………… a cura Alessandro Perrucci;
2.4 Ambiente e territorio ……………………………………………………………………. a cura Pierpaolo Ciccarese;
2.5 Tutti i giovani dovrebbero essere uguali dinanzi alla cultura….………. a cura Pierpaolo Ciccarese;
2.6 Devianza e Criminalità Giovanile ……………………………………………………. a cura Giuseppe Caraglia;
2.7 Il Partito che vorrei ……………………………………………………………………….. a cura Sivia Di Dio.
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I VALORI CHE VORREMMO
Questo congresso giovanile rappresenta un momento importante per il nostro futuro politico e rappresenta il trampolino di lancio per esprimere una linea politica chiara e determinata. Il congresso che oggi celebriamo è il risultato di un lavoro di partecipazione e coinvolgimento. Il lungo percorso preparatorio, che ha visto coinvolti tutti coloro, che hanno avuto e che hanno voglia di costruire e determinare il futuro del paese, ha portato a valorizzare le competenze professionali, universitarie e umane di ciascuno di noi. Un percorso volto ad individuare le tematiche/le problematiche che stanno più a cuore ai giovani, volto a trovare le strategie per far riaccendere la passione e l’amore per la politica. Quella passione non interessata che deve guidarci per segnare una svolta politica e per essere artefici del nostro futuro. Vogliamo un nuovo modo di respirare la politica affinché ritorni ad essere un momento di partecipazione alla vita pubblica delle nostre città.
Oggi i giovani sono demotivati, sono avulsi dalla politica; il tempo che stiamo vivendo è decisamente negativo, la politica sta attraversando un periodo buio, sta dando esempi poco edificanti. Tutti, giovani e meno giovani, che cercano delle certezze, vedono la politica come un mondo oscuro dal quale è preferibile stare lontani o al contrario approfittarsene per cercare di ottenere qualche favore o qualche posto di lavoro. Pochi giovani contrastano le ondate mediatiche che portano i cittadini a propendere per un partito piuttosto che per un altro, ci sono pochi giovani che ancora credono che si possano condizionare in maniera positiva le scelte di governo, questi giovani hanno chiaro cosa vuol dire partecipare, cosa vuol dire essere protagonisti del proprio futuro.
I giovani dell'Italia dei Valori sono in prevalenza ragazzi spinti da un senso di appartenenza e di legame a quei principi che ormai si stanno affievolendo: lealtà, meritocrazia, collaborazione, rispetto verso le istituzioni, trasparenza, rigore morale.
Dal lavoro svolto, abbiamo tratto tutti insieme una sintesi che si racchiude in questa mozione che vuole essere un vademecum per la giovanile in provincia di Brindisi. I temi che oggi interessano i giovani sono tanti e sicuramente non sono lontani da quelli dei senior, la differenza è solo determinata dal punto di vista generazionale diverso. I giovani sono lontani dalle logiche politiche, affaristiche e forse riescono a vedere in maniera differente le problematiche.
Oggi vi presenterò il programma di lavoro della giovanile di Brindisi, un lavoro che mostra il coraggio di essere liberi senza remore e senza timore, un lavoro che vuole mettere a tacere le solite “voci” che i giovani sono privi di ideali, sono privi di aspirazioni. Ci sono giovani che hanno tutta la voglia di cambiare, di migliorare, di moralizzare la società, di rendere migliore e sconfiggere i luoghi comuni. Noi vogliamo dare dei buoni esempi, perché oggi questi mancano, la società ci propina falsi modelli, false ambizioni. Noi tutti abbiamo la responsabilità morale di dare dei buoni modelli di comportamento, di fornire le risposte più vere e più autentiche di fronte a questo momento storico.
Dobbiamo essere la generazione che riuscirà ad allontanare dalle istituzioni il malaffare, la mafia e i circoli viziosi che si instaurano. Il momento è critico e i momenti critici obbligano la determinazione nell’agire.
Dobbiamo fare sentire la nostra voce, per svecchiare e rinnovare la politica. Il nostro entusiasmo deve essere contagioso e conquistare il cuore delle persone, non vogliamo fare politica per arrivismo, per le cosiddette poltrone o per vile denaro, ma lo vogliamo fare con il cuore e con
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l’anima perché non ci piace il mondo che le generazioni precedenti ci stanno lasciando. Non ci piace l’individualismo, l’egoismo, la lotta tutti contro tutti, la corruzione, i favoritismi come merce di scambio che i potenti usano per perpetuare il loro potere ed accumulare denaro. Noi giovani crediamo nella Giustizia e nel rispetto dei diritti dell’uomo, crediamo che sia possibile un altro mondo.
Dobbiamo innescare un processo di rinnovamento della politica, dobbiamo rafforzare il senso di appartenenza all’Italia dei Valori mettendo al primo posto la questione morale, ricercando nuovi strumenti e adottando comportamenti idonei.
Dobbiamo lavorare per ripristinare i valori della democrazia, della meritocrazia, perché vogliamo una società ove i più furbi non possano fare quello che vogliono e farla sempre franca, vogliamo una società che sappia cosa sia il rispetto.
Dobbiamo creare le condizioni affinché l’individuo si riappropri dei propri diritti per incidere sulla rappresentanza politica.
Dobbiamo sollecitare la diffusione delle reti telematiche, della banda larga e delle infrastrutture tecnologiche sul territorio; promuovendo un processo di alfabetizzazione informatica dei cittadini affinché tutti possano avere l’opportunità di utilizzare le tecnologie allo scopo di favorire l’inclusione e l’informazione.
Stiamo costruendo un programma che recuperi la migliore qualità della politica: la capacità d'immaginare una società diversa da quella esistente. Lavoreremo affinché il partito sia una laboratorio di idee e di competenze, cercheremo di garantire lo scambio di esperienze. Lavoreremo insieme, per diventare sempre più coesi, per dare finalmente voce a quei valori che vorremmo caratterizzassero la nostra società.
Il mio sogno è una giovanile unita, che sia attiva sul territorio, che sappia comunicare e aiutare, una giovanile riconoscibile e radicata sul territorio, una giovanile che sia da modello, una giovanile che sia il fiore all’occhiello della Provincia.
Con questa combinazione di propositi e idee possiamo davvero dare un segnale importante alla politica di oggi e del domani.
Allora cosa vogliamo noi giovani dell’idv?
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COSA NOI VOGLIAMO
Noi vogliamo confrontarci e dialogare, non solo tra noi, ma anche con i giovani degli altri partiti del centro-sinistra.
 Vogliamo un partito “verde”, un partito in difesa dell’ambiente che sappia dire no, ma anche si, quando occorre. Un partito che non sia del no a priori. Un partito che parli di ambiente e che si impegni seriamente in sua difesa. Un ambiente ormai logorato e distrutto dall’inciviltà, dalla sete di potere e dallo sfrenato sfruttamento per effimeri godimenti senza una visione futura di quello che si sta lasciando a chi verrà dopo di noi.
Un partito che agisca contro l’inquinamento, che ha raggiunto limiti intollerabili; l’aria è diventata irrespirabile e sono aumentate le malattie tumorali, in quasi tutte le famiglie purtropp c’è o c’è stato, almeno un malato.
Un partito che si impegni:
- nel dire no al nucleare, no al carbone ma si alle fonti rinnovabili a condizione che non si danneggi ulteriormente il territorio, che si tenga conto delle peculiarità dei singoli luoghi; stimolando la cultura delle energie rinnovabili e del foto-voltaico sugli edifici. Non possiamo pensare di fare mega-industrie, ettari di pannelli solari o collocare innumerevoli pale eoliche quando il nostro territorio è prevalentemente agricolo e turistico, occorre valorizzare il territorio per le sue caratteristiche peculiari.
Un partito che si impegni:
- nel promuovere la raccolta differenziata. Le nostre città sono sporche, la raccolta differenziata non esiste o è scarsa; dobbiamo pretendere una gestione dei rifiuti improntata sul recupero delle materie prime che vada nella direzione “RIFIUTI ZERO”, dobbiamo sensibilizzare la gente e le istituzioni affinché si comprenda l’importanza della raccolta differenziata per la nostra società, costretta sempre di più a vivere in un ambiente contaminato, inquinato e malato;
 Vogliamo un partito che si impegni a sviluppare e promuovere il turismo;
 Vogliamo un partito vicino ai lavoratori. Il lavoro oggi è un tema centrale, in Italia ma soprattutto qui al sud. Il livello di disoccupazione è vicino ai massimi storici, mancano reali prospettive per una crescita economica. Occorre frenare l’impennata della disoccupazione ed istituire corsi di formazione/riconversione professionale per tutti i cittadini che si trovano fuori dal mercato del lavoro per fornirgli le competenze necessarie ad un ricollocamento. I tempi cambiano, le esigenze lavorative e della società cambiano, dobbiamo analizzare i bisogni della collettività e inventarci nuovi lavori. Continuare con i vecchi schemi ed ambire alle vecchie posizioni non porterà a nessun superamento dell’attuale crisi lavorativa
Vogliamo che termini il fenomeno migratorio dei giovani verso regioni più ricche e prospere, sia per lavoro che per studio, affinché i nostri risparmi, i nostri cervelli, i nostri talenti arricchiscano il nostro Sud.
Vogliamo essere vicini ai lavoratori, perché abbiano condizioni di lavoro più adeguate, non si può assistere impotenti dinanzi ai continui incidenti sul lavoro. I dati ufficiali forniti
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dall’INAIL riportano più di 1000 persone vittime di incidenti mortali e un alto numero di infortuni sul luogo di lavoro. Un problema che deriva dal mancato rispetto della normativa in materia di lavoro, dagli scarsi controlli effettuati e dal diffuso senso di illegalità e impunità che vige. Vogliamo che ai lavoratori siano riconosciuti i propri diritti e stipendi adeguati.
 Vogliamo un partito vicino al mondo della scuola, canale principale perché ciascun individuo acquisisca la formazione essenziale. Oggi il mondo della scuola pubblica è stato completamente stravolto e messo in ginocchio da tagli selvaggi e indiscriminati, che disincentivano l'istruzione pubblica a favore di quella privata. Senza un modello efficace di scuola viene meno anche la sua funzione educativa, la qualità e l’efficienza dell’istruzione deve essere migliorata per garantire che i giovani acquisiscano qualifiche appropriate; perché siano informati e gli siano dati tutti gli strumenti per poter definire una propria coscienza critica, perché diventino cittadini attivi e responsabili, per garantire l’inclusione sociale e professionale. Purtroppo oggi le scuole non sono sufficientemente democratiche e non incoraggiano la partecipazione. Occorre motivare i giovani.
Noi ci impegneremo per tutti i giovani che si sentono trascurati dalle istituzioni vedendo violati i loro diritti. Dobbiamo pretendere che le scuole si adeguino a modelli formativi dagli standard europei, i cui livelli di preparazione, i cui percorsi, le cui agevolazioni rispettano dei parametri riconosciuti da tutti.
L'Università è un'altra delle nostre priorità, un luogo in cui poter portare avanti i nostri ideali, dobbiamo creare un collegamento con il mondo dell’Università, il territorio e il mondo del lavoro, senza abbandonare i giovani a loro stessi. Il nostro territorio deve dotarsi di una struttura universitaria moderna ed importante, se si vuole evitare il continuo esodo dei nostri giovani studenti verso altre sedi universitarie. Si devono ipotizzare corsi di laurea che diano effettivi sbocchi occupazionali e non siano solo titolifici, che creano solo disoccupazione intellettuale. Favorire la creazione di corsi di laurea che diano certezza di lavoro, meglio ancora se finalizzati a creare stabilità lavorativa sul nostro territorio.
L’università è il punto di partenza della formazione dei giovani, assolutamente necessaria per la loro crescita. I giovani hanno bisogno di nuovi spazi culturali, dove possono trovarsi per dialogare e studiare.
 Vogliamo un partito che si prodighi con azioni in difesa della legalità, contro tutte le forme di devianza, contro il bullismo; tenendo ben presente che l’illegalità non si combatte solo con la prevenzione e la repressione, ma occorre anche che cambi il modo di pensare della gente; occorre più rispetto per gli altri, meno menefreghismo, maggior senso della legalità, serve una forte campagna di sensibilizzazione che scuota le coscienze, un po’ di educazione in più, intesa come vivere sociale, uno sforzo collettivo per rispettare le norme dello stare insieme senza cercare di sopraffare il vicino; una forma mentis corretta sulla legalità.
Vogliamo un partito che sappia tutelare la società dalle gravi piaghe, quali ad esempio l’alcool e la droga; perché ognuno è libero di fare e disfare della propria vita, ma i suoi comportamenti non devono ledere gli altri.
 Vogliamo un partito vicino ai disabili, agli anziani e alle fasce deboli che tuteli e promuova i diritti e le pari opportunità, perché ci sia il vero inserimento sociale, perché si
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costruisca una "società per tutti", eliminando le cause che impediscono o limitano l'accessibilità ai diversi ambiti della vita delle persone.
Vogliamo una nuova visione dell’assistenza sanitaria, dell’integrazione socio-economica e della qualità della vita dei disabili.
Vogliamo che si facciano cadere le barriere architettoniche, che negano la libertà degli individui. Vogliamo che vengano prese posizioni in loro difesa, perché, nonostante i continui blà, blà e blà non vi è una legge chiara che tuteli e non discrimini i disabili.
Vogliamo la piena inclusione dei disabili e delle fasce deboli: promuovendo, sostenendo e coordinando progetti ed iniziative.
Vogliamo più tutela per gli anziani, che devono tornare ad essere una risorsa di saggezza ed esperienza e non vanno più considerati come un inutile peso. A tal fine bisogna evitare che si auto-emarginino anche attraverso la creazione di centri dove possono convergere e trovare attività da svolgere a titolo di volontariato, mettendo a frutto la loro pregressa esperienza di vita e di lavoro.
 Vogliamo un partito con tanti iscritti, che si riconoscano nei nostri ideali e nelle nostre battaglie.
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STRATEGIA- LINEE D’AZIONE
Per ottenere tutto quello che ci stiamo prefiggendo occorrerà lavorare su più fronti, occorrerà che il partito diventi un laboratorio di idee, di proposte e occorrerà incentivare la partecipazione. (Luoghi privilegiati: scuole e centri di solidarietà) . Sono necessari: formazione, azione e comunicazione.
Formazione politica
La formazione politica permanente sarà obiettivo fondamentale e si suddividerà attraverso eventi formativi periodici, incontri tematici, cicli di formazione, dibattiti, seminari conoscitivi.
Forum
Dovremo adoperarci per far istituire nei vari comuni, così come a livello provinciale i Forum, organismi di partecipazione a carattere elettivo, che si propongono di avvicinare i giovani alle Istituzioni e le Istituzioni al mondo dei giovani. Scopo del Forum è quello di entrare in contatto con le Istituzioni territoriali (Comuni, Comunità Montane, Province, Regioni), conoscerle e relazionarsi con le stesse, apportando idee, proposte e suggerimenti. Inoltre gli eletti nel Forum si impegnano a rappresentare tutti i giovani del territorio, dialogando con essi attraverso tutte le forme utili (incontri, lettere, comunicazioni via internet, e-mail, etc.)
Comunicazione e incontri.
Si prevedono inoltre: riunioni mensili itineranti per poter raggiungere ogni parte della Provincia di Brindisi, un profilo su facebook e su twitter dedicato ai giovani dell'IDV. Ci doteremo di sito web provinciale giovanile dove pubblicheremo tutte le nostre attività in maniera tale da poter seguire il nostro percorso di crescita. Ogni incontro sarà verbalizzato e i verbali saranno pubblicati in rete in nome della trasparenza.
Organizzeremo eventi periodici con politici, esperti e figure autorevoli. Ci faremo promotori della festa provinciale dei giovani di Italia dei Valori.
Dobbiamo lavorare per sviluppare un’azione politica condivisa, nell’esclusivo interesse del partito e del nostro territorio. Dobbiamo lavorare di squadra.
- nelle piazze, nelle scuole, nelle fabbriche facendo sentire forte la nostra voce, ascoltando quella dei cittadini, dei lavoratori, degli studenti e dei docenti. in particolar modo di tutti coloro che spesso, per tutta una serie di fattori economico sociali, rimangono senza voce.
- nelle istituzioni, facendo leva sulla formazione e sull'introduzione di un numero sempre maggiore di giovani.
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STRUTTURA E ORGANIGRAMMA (a cura Pierpaolo Ciccarese)
Il gruppo provinciale giovani IDV Brindisi consta di diversi giovani, sparsi nei vari comuni della Provincia, i quali ad oggi non sono riuniti in un insieme organizzato e ben strutturato.
Per tale ragione, vista la buona e volenterosa partecipazione degli stessi agli incontri precongressuali, si ritiene funzionale all’aggregazione e alla futura crescita del gruppo stesso, organizzare quest’ultimo prevedendo la costituzione di tre organi:
 Coordinamento provinciale
 Assemblea degli iscritti
 Organo di Garanzia
1. Coordinamento provinciale: è l’organo che mette in atto le decisioni del Direttivo Provinciale Giovani, osservando le linee politiche ed organizzative deliberate dalla base degli iscritti. IL coordinamento provinciale si compone:
- Coordinatore Provinciale Giovani IDV: è il rappresentante di tutti i Giovani IDV della Provincia, nel Coordinamento Provinciale del partito, in altri contesti interni al partito e nei confronti di Associazioni, Enti e altri movimenti o Partiti politici con cui viene a contatto la giovanile; “coordina” e dà impulso alle attività dell’organo esecutivo e si pone come garanzia di equilibrio e democraticità rispetto alle istanze provenienti dal Direttivo, cercandone la sintesi e l’esplicazione migliore;
- Vice-Coordinatore: coopera con il Coordinatore nella rappresentanza del gruppo giovani provinciale e nelle funzioni del Coordinatore stesso, sostituendolo quando a ciò delegato.
- Segretario Amministrativo: tiene l’anagrafe giovanile dei tesserati provinciali, si occupa delle comunicazioni interne al gruppo (convocazione riunioni, scadenze per tesseramento ecc.) e redige verbale delle riunioni e di altri eventi simili.
- Tesoriere: Gestisce e opera la rendicontazione delle attribuzioni economiche del gruppo Giovani Provinciale; auspicabilmente produce anche un bilancio preventivo.
- Responsabile organizzazione: si occupa dell’organizzazione delle manifestazioni e degli eventi dei giovani della provincia;
- Responsabile Comunicazione: cura la comunicazione del gruppo Giovani provinciale sui media e sul web, redigendo comunicati e rilasciando dichiarazioni il cui contenuto è stabilito dal gruppo stesso;
- Responsabile Università e scuola: si occupa delle problematiche degli studenti della Provincia, collabora con i referenti regionale e nazionale e con le associazioni del settore;
- Responsabile Ambiente e Sviluppo del territorio: tiene un osservatorio sulle tematiche ambientali riguardanti il territorio della Provincia; esprime la posizione dei Giovani IDV della Provincia sulle questioni di sua competenza, in armonia con le posizioni espresse da tutti i componenti il gruppo;
- Responsabile Lavoro e formazione professionale: tiene un osservatorio sull’occupazione dei giovani nella Provincia e sulle opportunità di formazione professionale per gli stessi; esprime la posizione dei Giovani IDV della Provincia sulle questioni di sua competenza, in armonia con le posizioni espresse da tutti i componenti il gruppo;
- Responsabile devianza e criminalità giovanile: tiene un osservatorio sui fenomeni di devianza e criminalità che riguardano i giovani della Provincia; esprime la posizione dei
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Giovani IDV della Provincia sulle questioni di sua competenza, in armonia con le posizioni espresse da tutti i componenti il gruppo;
- Responsabile cultura e aggregazione giovanile: tiene un osservatorio sugli eventi e sulle iniziative culturali della provincia, promuove la partecipazione agli stessi dei Giovani IDV e organizza egli stesso eventi e iniziative in linea coi valori e i principi della giovanile e del partito, occupandosi in particolare delle scuole di formazione politica.
2. ASSEMBLEA DEGLI ISCRITTI: inizialmente (e fino al raggiungimento di un certo numero di tesserati Giovani) è composto da tutti i tesserati Giovani IDV della Provincia, (successivamente si potrebbe pensare a una partecipazione dei soli referenti cittadini) i quali potranno:
partecipare a tutte le riunioni provinciali
esprimere le proprie proposte
fornire il proprio contributo
collaborare per la realizzazione di tutto ciò che viene organizzato dai Giovani e dal partito
votare relativamente a qualsiasi proposta, decisone o iniziativa, in maniera assolutamente indiscriminata e democratica.
3.ORGANO DI GARANZIA : organo di risoluzione delle controversie che potrebbero riguardare uno o più Giovani;
Si occupa dell’integrazione dei giovani all'interno del gruppo e del partito.
Garantisce che i Giovani non mettano in atto comportamenti gravemente lesivi dei valori, dei principi e delle determinazioni del partito e della giovanile stessa.
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CONSIDERAZIONI SUL LAVORO
Le considerazioni alla mozione sul lavoro, che mi accingo a presentare, non hanno, per evidenti ragioni, pretese esaustive, tanto meno risolutive. Quello del lavoro è un tema arduo, complesso e né il tempo a nostra disposizione né le competenze del sottoscritto possono individuare e definire, con la dovuta giustezza -mi auguro almeno con chiarezza- un tema come questo.
La presente mozione considera, in primis, il lavoro con una prospettiva storico-giuridica e, in secundis, diagnostica la “salute” del lavoro nella nostra provincia.
Lavoro, che cos’è il lavoro? E’ stato detto -ed è giustissimo!: il lavoro è un diritto.
Vorrei raggruppare intorno a questa parola, “diritto” -privata, molto spesso, di valore e di significato da un uso sbagliato e demagogico- una serie di parole-chiave, un decalogo per dire che cosa sia, per me, il lavoro, come io vivo il lavoro.
Il lavoro come attività, accrescimento, conoscenza, identità (io sono un agricoltore, io sono un medico…), impegno, lotta (difendere il diritto al lavoro, ma anche dai fannulloni…), pazienza, realizzazione, salute, scommessa.
I padri costituenti individuarono, nel lavoro, la via maestra del nascente stato italiano … Gli articoli 1, 4, 35, 36, 37, 38, 41, 46 sono un costante richiamo al lavoro, alla sua tutela e garanzia. Il lavoro come fondamento, coesione civile…nelle sue forme, dal lavoro manuale (il mestiere) al lavoro intellettuale (la professione). Il lavoro è un principio, il “diritto-primo”, primario, inalienabile. Molti i diritti che la Carta contempla: quello di libertà di espressione, della proprietà privata, di fare impresa…tutti diritti ma il lavoro è il solo principio, per sua essenza, sociale e solidaristico.
Compito dello Stato è, secondo l’art. 4, favorire la piena occupazione, rimuovendo, con strumenti legittimi, ogni possibile ostacolo. Così recita l’art. 4:
La repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
“Lavoro” è una parola antica: senza di esso la storia dell’uomo non avrebbe senso. La civiltà primitiva, la civiltà agraria, la civiltà preindustriale e industriale sono le fasi che hanno accompagnato l’evoluzione dell’uomo e del lavoro.
Il lavoro non è stato, nel mondo antico, sempre al centro della vita sociale né ha goduto della massima considerazione, per il mondo classico (Platone: i lavoratori…l’ultimo gradino della società); secondo il mito giudaico-cristiano, in Genesi, il lavoro è una condanna…dopo la caduta, l’uomo è costretto a procurarsi il sostentamento…il lavoro come stipendium peccati…
L’età moderna elaborerà una nuova etica del lavoro, contemporaneamente al passaggio dalla produzione della terra, da una economia agricola al lavoro artigianale, manifatturiero…fino allo sviluppo della moderna fabbrica e della produzione industriale. La storia del lavoro nasce con la rivoluzione industriale, con la società borghese quando marxisti e positivisti cominciarono a porsi il problema del lavoro spesso disumano e mal retribuito, dell’alienazione dei mezzi di produzione, del salario corrisposto inadeguato… Orari massacranti, salari bassi, diritti negati -anche il lavoro ha i suoi santi e i suoi martiri- resero necessaria una giurisprudenza del lavoro.
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Oggi, in Italia, come in molte democrazie occidentali, la giurisprudenza del lavoro è ordinata nelle forme del diritto del lavoro, il diritto commerciale e, di lato, il diritto sindacale…
Ecco, sulla storia del lavoro si possono dire molte cose del passato, del presente ma ci si interroga, soprattutto, sul futuro: dove la nostra economia è diretta, verso quale direzione e sotto quali forme il lavoro evolve. Oggi, si parla di lavoro precario, di progetti precari, di precarietà dei rapporti umani: abbiamo, però, una certezza: che possiamo uscire, volendo, da questa brutta storia, forse con le ossa rotte, parafrasando le parole di un economista, ma con una coscienza più matura e responsabile.
Cassa integrazione e mobilità non saranno il volano della nostra crescita…e compito della politica è non solo restringere la maglia larga della disoccupazione ma ripensare la formazione, l’inserimento nel mondo del lavoro con accresciuta consapevolezza.
La precarietà non può essere sistema e, se non possiamo farne a meno in un mondo globalizzato, almeno compito della politica è aiutarci a considerare il lavoro precario un lavoro a tutti gli effetti. Alla domanda di un giornalista il ministro Tremonti ha detto che è ridicolo accostare l’Italia alla Germania, è uno scherzo da bambini. Il lavoro precario esiste anche in Germania, sì, solo che lì il lavoro precario è tutelato e il lavoratore “a tempo determinato” prende di più, in busta paga, del lavoratore “a tempo indeterminato”. La sua precarietà, insomma, viene ripagata con un aumento dello stipendio che rendo meno precaria, più vivibile la sua vita…
Il mondo dell’impresa ha grandi meriti, nell’economia di un paese, quando produce ricchezza per sé e per la società, quando non antepone, selvaggiamente, il profitto personale, a discapito del benessere e della coesione sociale. L’ art. 41 della Carta contempla:
L’iniziativa economica privata è libera.
Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
Ci sono molte forme di capitale, non solo quello finanziario a cui puntano certa politica becera e imprenditoriale nostrana: esistono anche un capitale di capacità, di idee e un capitale rappresentato dalla forza-lavoro di migliaia di lavoratori.
In Italia, si verifica questo: da un lato, il piccolo-medio imprenditore onesto, che chiude l’impresa di famiglia perché incapace di estinguere un mutuo (non sono mancati casi spiacevoli di cronaca…nel nord-est, dove l’impresa familiare è più radicata); dall’altro, assistiamo al diffondersi di un “costume” imprenditoriale, inusuale e pericoloso. Aziende con importanti fatturati, che annualmente chiudono con un bilancio fortemente in attivo, decidono di trasferire altrove il lavoro, delocalizzando l’impresa, nei balcani, in Asia, dove il lavoro costa meno e il profitto è maggiore.
L’operaio esperisce, in prima persona, che il tempo del “non-lavoro” aumenta.
Brindisi e provincia -Brindisi e Taranto le due più colpite- non sono fuori del quadro nazionale. Secondo i dati, pubblicati dalla Pr. di Br. a marzo di quest’anno e disponibili sul sito della stessa, i disoccupati sono 68.955: solo a Br. 17.500 inoccupati, in cerca di lavoro, donne e uomini, dai 40 ai 60 anni. Donne e uomini che non sperano più e che, come un giornalista del Quotidiano di Puglia scriveva, non si iscrivono più nemmeno all’ufficio di collocamento.
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Ogni settore lavorativo è segnato dalla crisi: dall’agricoltura, all’industria al cosiddetto TAC (tessile, arredamento, calzaturiero).
La crisi del comparto agricolo è stata la prima a farsi sentire, da diversi anni a questa parte: dalla concorrenza greca a quella egiziana che mette a repentaglio un settore, un tempo florido, i famosi carciofini: 150 aziende agricole piccolo-medie, presso le quali lavorano oltre 4000 unità, per circa 10 mesi, minacciano di chiudere.
Ma -mi chiedo- le politiche agricole, nella nostra provincia, a che punto sono?
Anche l’industria brindisina non naviga con vento in poppa. Brindisi ha un’area industriale molto estesa: misura 124 chilometri quadrati, un gigante con pochi paragoni in Italia, ma nessuno sa dire esattamente quale sarà il suo destino economico, quali speranze di questa terra.
La BASELL, industria esperta nel settore chimico, operante già a Ferrara, Terni e Brindisi delocalizza, come molte altre aziende …
La EXXON MOBIL, 83.000 mq., importa in America, Asia, Europa…delocalizza in Europa dell’est, che è, per molti industriali affaristi, il nuovo Eldorado.
Europlastic, produttrice di laminati plastici, chiude a Brindisi e riapre altrove con un altro nome. Benedetto D’Adamo, operaio, 48 anni, originario di Carovigno, ha perso il posto con altri 30 colleghi. «Abbiamo lavorato come bestie, l’azienda ha fatto i soldi, ha comprato un’altra impresa vicino a Frosinone. Il padrone è di Milano, un giorno ha chiuso la sede milanese e l’ha riaperta il giorno dopo con un altro nome. Qui hanno fermato la produzione, sono rimasti due impiegati e un nuovo macchinario, comprato incassando un milione di finanziamenti pubblici».
Il settore aerospaziale, che è il fiore all’occhiello dell’industria locale, con AGUSTA, che qui occupa 560 addetti, Avio e Alenia: la chiusura, più volta preannunciata, avrebbe, sul nostro territorio conseguenze nefaste.
Di questi ultimi giorni, poi, la notizia dell’imminente chiusura della Britisch american Tobacco: 400 lavoratori rischiano. L’impresa, che produce le note sigarette MMS, delocalizza in Romania.
Non ci siamo abituati a queste brutte notizie, che giungono da più parti: un’azienda che chiude, un operaio che resta a casa rinnovano, costantemente, il senso di disagio, di malessere anche in noi giovani, solo in apparenza distratti. La crisi esiste: il governo Berlusconi, che nel 2008 l’ha sempre negata, nel 2009 dice che è superata.
Approvo le proposte esposte, sulla crisi del lavoro, nella mozione congressuale del partito IDV, nei giorni 5-6-7 febbraio 2010. Alla voce “Azione a sostegno delle piccole e medie imprese”, in 11 punti, IDV definisce un percorso moderno e trasparente di uscita dalla crisi: migliorare l’accesso al credito, ridurre di 2 punti l’IRAP alle imprese che investono o assumono a tempo indeterminato, incentivare la figura del “manager del distretto”, promuovere processi di aggregazione tra le imprese per accedere ai finanziamenti comunitari. Quando la politica, nel nostro paese, avrà smesso di “parlare d’altro”, mi auguro che si comincia a parlare di questo.
Nunzio Coccioli
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ECONOMIA (Enzo Benedetti)
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UNIVERSITÁ E TERRITORIO: UN MATRIMONIO POSSIBILE
Durante il XXI secolo, affrontare la tematica inerente al rapporto tra sviluppo e cultura è impresa alquanto ardua, per una serie di motivi. In primo luogo, bisogna contestualizzare l’argomento all’interno di un nuovo perimetro sociale ed economico, quello della globalizzazione, dove l’interdipendenza tra locale e globale è sempre più stringente; in secondo luogo, è mutato lo stesso concetto di sviluppo, soprattutto nei paesi dell’area OCSE, dove i processi di industrializzazione pesante quali unica via per la ricchezza hanno lasciato il posto ai processi inversi di “de- materializzazione” e di riduzione dell’intensità ambientale. Dunque, liberalismo transnazionale (termine coniato da John Agnew per indicare la globalizzazione) e sviluppo ecosostenibile/ecocompatibile sono i confini all’interno dei quali si deve svolgere una nuova metodologia produttiva.
Una buona parte delle letteratura sociologica sulla globalizzazione, vede quest’ultima come sinonimo di omogeneizzazione, appiattimento delle varie identità locali, rafforzando l’idea secondo cui il mondo intero si stia omologando sia culturalmente che economicamente. Partendo da questo assunto, risulta necessario una collaborazione attiva tra cultura locale (ma non localistica) e sviluppo, tra Università del territorio e mondo delle imprese, affinché si giunga alla realizzazione di una nuova idea di “fare ricchezza”, rispettando le vocazioni paesaggistico-culturali dell’ambiente interessato. Dal punto di vista istituzionale, Regioni, Province e Comuni devono cooperare per consentire agli attori principali di questo processo di ottenere una mobilità decisionale capace di portare a termine la realizzazione dei progetti ideati. In quest’ottica, l’Università e il territorio hanno l’esigenza di rafforzare le proprie relazioni, raggiungendo obiettivi occupazionali e di competitività del sistema socio-economico, sia privato che pubblico. L’integrazione deve essere osservata come un valore assolutamente positivo, in quanto produttore di innovazione e sviluppo e in quanto coagulatore di legami sociali. Fondamentale risulta essere la programmazione dell’offerta formativa universitaria, la quale, in un sistema di analisi e valutazioni, deve tener conto delle già citate peculiarità territoriali. A tal proposito, mi sembra giusto sottolineare il fallimento della riforma comunemente conosciuta con la formula “3+2”, ideata dal governo di centrosinistra nel 1999, sperimentalmente applicata dal 2000 e i cui effetti negativi si ripercuotono ancora oggi sugli studenti. L’obiettivo di quel provvedimento era quello di abbreviare i vari cursus studiorum con lo scopo di creare un congruo gruppo di laureati capace di essere assimilato nel nuovo contesto flessibile (forse sarebbe meglio definirlo “precario”) del mondo del lavoro; dunque, più “dottori” senza la reale possibilità di esercitare le competenze acquisite. A dieci anni dall’introduzione del famigerato “3+2” il bilancio è sostanzialmente negativo (e mi limito ad usare un eufemismo). Il doppio ciclo formativo non ha fatto altro che aumentare in misura esponenziale il numero dei corsi di laurea, dando l’opportunità ai “baroni universitari” di collocare i rispettivi proseliti a spese dei contribuenti. La riforma si basava sull’idea, assolutamente peregrina, secondo cui il mondo del lavoro avrebbe potuto assorbire un gran numero di titolari delle lauree triennali, senza considerare i vincoli posti in essere dagli ordini professionali. La dimostrazione più evidente che testimonia il fallimento di tale iniziativa legislativa risiede nei tagli senza freno che questo stesso governo sta imponendo al mondo della ricerca, smantellando di fatto l’Università pubblica, luogo presso cui si formano le future classi dirigenti del nostro paese. Quelli maggiormente danneggiati da certi provvedimenti restano gli studenti, più dei ricercatori e dei docenti, che hanno assistito a un involuzione del sistema universitario, con un calo dei servizi e della qualità della didattica inversamente proporzionato ad un aumento smisurato delle tasse. La riduzione delle risorse alla ricerca o, ancora peggio, una errata razionalizzazione delle medesime, rischia di dequalificare la
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nostra Università da research university a teaching university, vale a dire da una università di serie A ad una università di serie B. È dunque opportuno elaborare una nuova idea di sviluppo, che non prescinda dalla cultura e che, allo stesso tempo, non ne sia succube.
Destinatari prioritari delle linee concettuali qui riportate sono gli stessi atenei, in cooperazione tra loro, oltre alle amministrazioni regionali e provinciali e gli altri attori chiavi dei territori (Confindustria e Confartigianato, ad esempio). Da questo punto di vista, Brindisi (ma anche altre zone d’Italia, seppur con livelli differenti di problematiche) appare piuttosto in ritardo; il rimpianto è notevole se si pensa all’immensa ricchezza paesaggistica, antropologica, enogastronomica e culturale del nostro territorio, potenzialità inespresse capaci di costituire un importante volano per lo sviluppo economico. Inoltre, i risvolti positivi sul mondo occupazionale che potrebbero scaturire dall’integrazione tra cultura e impresa, permetterebbero a migliaia di giovani laureati, con precise competenze, di svolgere la propria attività lavorativa nell’ambiente in cui sono nati e cresciuti, evitando quel “nomadismo selvaggio”, obbligatorio per chi vuole lavorare ma non alla portata di tutti. Limitandoci ad esaminare l’area del nostro Mezzogiorno, sia continentale che insulare, alcuni atenei meridionali, tra cui Bari, Palermo e Salerno, hanno collaborato a una serie di studi inerenti proprio la valorizzazione dei contesti territoriali nel moderno sistema globale. Lo studio, corroborato da alcuni dati scientifici, si concentra sui rapporti di interdipendenza tra i processi di sviluppo dei contesti locali e le istituzioni universitarie dell’area interessata, oltre che sugli effetti delle strategie di sviluppo che i vari poli universitari elaborano. Pensiamo alle enormi potenzialità paesaggistiche della nostra regione: dal Gargano a Peschici, dalle Isole Tremiti a Vieste, tutti centri turistici che potrebbero essere coinvolti in un progetto di rivalutazione del territorio; oppure pensiamo ai successi dell’Apulia Film Commission, anche quest’anno presente alla 67^ edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, capace di ottimizzare i grandi eventi cinematografici cancellando l’opacità lasciata da schemi esclusivamente industriali e possibile punto di riferimento per una collaborazione con le Università della zona; o, ancora, le prelibatezze gastronomiche pugliesi, ricca di colori e profumi semplici della macchia mediterranea. Quanto detto non vuole aprioristicamente emarginare un modello produttivo di stampo industriale, modello che potrebbe essere perseguito parallelamente. Da questo punto di vista, ricordo il ruolo giocato dalla Cittadella della Ricerca, ubicata sulla S. S. 7 che collega Mesagne a Brindisi: i corsi professionali svolti nell’area suddetta hanno contribuito ad arricchire l’indotto industriale brindisino, in particolare quello aerospaziale (Alenia e Augusta), di figure lavorative il cui profilo di competenze si è poi rivelato prezioso per il settore di propria pertinenza. Ecco, oltre a incentivare questo tipo di formazioni si potrebbe allargare il ventaglio delle competenze ai settori artigianali oltre a quelli prettamente industriali. Non solo La Puglia, ma anche le altre regioni meridionali hanno un ricchissimo patrimonio da presentare come prodotto da valorizzare nell’ambito dell’interdipendenza tra territorio e università: la Sicilia, culla della nostra letteratura con la corte di Federico II; la Calabria, con il caratteristico paesaggio in buona parte occupato da un esclusiva catena montuosa; la Campania, famosa nel mondo non solo per la sua pizza tutta salute e sapore ma anche per le bellissime zone turistiche come Capri e Ischia; la Basilicata, che ospita nel suo territorio ben nove aree protette, di cui due parchi nazionali, il Pollino e il Val d’Agri, due parchi regionali e sei riserve naturali minori; infine, il Molise, terra famosa per il ricco tessuto antropologico e religioso, con le processioni del venerdì santo a Campobasso e a Isernia, tralasciando le suggestive sagre estive. Inoltre, l’intera area meridionale gode di una situazione climatica che permetterebbe anche di approfondire il legame con le energie rinnovabili, le uniche capaci di assicurare la sopravvivenza del nostro ecosistema. Insomma, le risorse da offrire sono tanti e tali da incentivare ogni forma di collaborazione, non solo tra università e luoghi caratteristici
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ma anche tra i vari attori istituzionali che si dispiegano nel territorio. Un motivo in più per realizzare quel “matrimonio” tra cultura e sviluppo nel nostro Sud scaturisce dall’ultimo rapporto SVIMEZ, il quale conferma come una progressiva disarticolazione di tale processo, rischia di emarginare sempre più il nostro territorio dal circuito produttivo moderno, declassandolo a “un paradiso abitato da diavoli”, così come Benedetto Croce aveva già definito la Napoli del XVIII e del XIX secolo.
Ancora, una prospettiva di questo genere, consentirebbe anche all’istituto familiare, spesso unico ammortizzatore sociale per i giovani che scelgono di intraprendere la lunga carriera universitaria, di vivere senza l’angoscia di dover continuamente finanziare, per anni e anni, master e/o corsi di perfezionamento dei propri figli, esposti anche a frustrazioni derivanti dalla difficoltà di raggiungere l’ambito obiettivo lavorativo. In ultima analisi, non mi sembra superfluo sottolineare ancora una volta la convinzione in base alla quale l’Università, specie nella nostra dimensione locale, vada oltre i compiti istituzionali primari (formazione e ricerca) aprendosi alla collaborazione con il mondo produttivo e sociale. È chiaro che ciò potrà avvenire soltanto instaurando una stretta connessione con le istituzioni che governano il nostro territorio. Dal più energico rapporto tra territorio e Università può derivare anche uno stimolo al continuo aggiornamento dei programmi e delle modalità formative, nonché alla continua revisione dei loro contenuti, di fronte alle mutate necessità della società civile che chiede laureati non solo culturalmente e scientificamente preparati ma anche dotati di una forma mentis coerente con le esigenze dell’angusto mondo del lavoro.
Alessandro Perrucci
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AMBIENTE E TERRITORIO
Attualmente la situazione Brindisina è molto chiara: abbiamo tre centrali elettriche di notevoli dimensioni, che producono talmente tanta energia da non sapere bene cosa farne, se non rivenderla altrove, anche se continuiamo a pagare bollette salate. Abbiamo, in particolare, un impianto Enichem che dopo aver contaminato qualche migliaio di ettari di terreno, si vuole affidare a qualcuno, non ben identificato, che si assuma l’onere della bonifica… e dato che non ci facciamo mancare nulla, a detrimento della salubrità dell’ambiente, s’intende, un rigassificatore dentro Brindisi, a parere di affaristi e politicanti, non guasterebbe affatto.
Ora siamo al paradosso. La concentrazione di queste importanti industrie non ha portato grandi benefici al territorio né ha dato un giusto impulso per far partire nuove attività, si veda la zona industriale.
In più, centri di interesse economico, d’accordo con le amministrazioni, hanno creato opere compensative come le barriere frangiflutti sulla costa a sud di Brindisi , disturbando le correnti marine tale e compromettendo le falesie più a sud; dal punto di vista occupazionale, disoccupazione c’era e disoccupazione continua ad esserci.
Memori di questo ci si sta giocando la carta delle “ rinnovabili “, secondo un ragionamento semplicistico: mettiamo un po’ di impianti dove capitano, tanto arriveranno un po’ di soldi per tutti, visti i costi di realizzazione. Come la storia ci insegna i soldi sono arrivati, ma per pochi, e intanto gli impianti stanno invadendo il territorio, data la possibilità di comprare ettari di terreno per pochi soldi, terreni fertili e non…tanto l’agricoltura, l’unica fonte di reddito coerente con il territorio, dopo essere stata drogata con incentivi e quant’altro è ormai morta e sepolta.
Ci ritroviamo un territorio ormai terra di conquista, ottimo per gli investimenti stranieri e non locali,!
Non dimentichiamo che noi siamo il salvadanaio d’Italia, i nostri soldi entrano nelle Banche ma di uscirne fuori non se ne parla, manodopera qualificata a bassissimo prezzo da far paura: o si accetta di lavorare per pochi euro l’ora o sono pronti dietro la porta Turchi, Rumeni, Spagnoli ecc.
Con la chiusura di molte aziende la situazione è di continua emergenza, un ricatto continuo. Le previsioni future sono di facile intuito e tutt’altro che rosee: al termine di questa fase, quando tutta questa frenesia di “realizzare” sarà finita, ci ritroveremo come al solito con il territorio invaso da impianti eolici, fotovoltaici, centrali a biomassa ad olii vegetali, termoelettriche e forse termonucleari, saremo in grado di produrre energia in tanti modi, ma forse non più in grado di produrre un buon vino o un olio extravergine di eccellenza e come al solito avremo un’industria che non sarà in grado di dare il giusto impulso allo sviluppo locale.
Contare i danni all’Ambiente è cronaca di una morte annunciata; disgregare un tessuto sociale formato da una miriade di piccoli imprenditori impegnati nell’agricoltura, nel commercio ,nell’artigianato -quale quello del territorio di Brindisi, Lecce, Taranto- e fautori di uno radicati alla propria terra e alle proprie tradizioni e promotori di uno sviluppo non scenografico ma misurato e di sostanza, questo è il vero reato all’ambiente che viene sempre e ovunque taciuto!
Pier Paolo Ciccarese
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“TUTTI I GIOVANI DOVREBBERO ESSERE UGUALI DINANZI ALLA CULTURA”…
“Tutti i giovani dovrebbero essere uguali dinanzi alla cultura”…così affermava Gramsci nel secolo scorso, così ci sentiamo di affermare noi, a distanza di molte generazioni, vittime di politiche che sempre più aspirano alle diseguaglianze sociali ed economiche e sempre meno creano le migliori condizioni perché la cultura sia realmente accessibile a tutti.
I Principi e i Valori a cui si conforma il nostro Partito ci spingono esattamente nella direzione di una battaglia per l’affermazione della vera cultura fra i giovani, fermamente convinti che il nostro oggi e il nostro domani possano realizzarsi solo nel Sapere.
Giovani informati, consapevoli e di spessore, che rifiutano di crescere nella non conoscenza e nella dis-cultura della televisione e del culto dell’immagine senza contenuti: a questo aspira la nuova generazione di Italia dei Valori della nostra Provincia.
Il concetto moderno di cultura può essere inteso come quel bagaglio di conoscenze ritenute fondamentali e che vengono trasmesse di generazione in generazione. Ebbene, per noi cultura è anche conoscenza approfondita delle nostre tradizioni, delle radici culturali e sociali a cui apparteniamo, amore per la nostra gente e per la sapienza e la saggezza di chi ha vissuto prima di noi difficoltà ed esperienze di vita.
C’è una propensione all’apatia e al disinteresse verso tutto, soprattutto fra i ragazzi, che è allarmante e intendiamo ambiziosamente porvi rimedio con la passione politica e lo scambio umano e culturale.
Come gruppo Giovani IDV della Provincia di Brindisi ci proponiamo:
di realizzare un osservatorio permanente dedicato agli eventi culturali di maggior rilievo del nostro territorio;
di promuovere dibattiti dedicati alla crescita culturale e all’aggregazione giovanile informata alla legalità, alla pace fra i popoli, all’accoglienza degli stranieri, al rispetto e alla tutela dei diritti umani e delle identità di ciascuno;
di costruire dei laboratori politici, guidati da amministratori e esponenti istituzionali del nostro partito, a partire dai consiglieri comunali, nonché da quanti possiedono l’esperienza e la formazione necessaria a istruire nel migliore dei modi i giovani esordienti della “nostra” politica.
Pier Paolo Ciccarese
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DEVIANZA E CRIMINALITA’ GIOVANILE
Intendo affrontare il problema dei fenomeni di devianza e criminalità giovanile soffermandomi sui seguenti punti:
Genitorialità - Un tempo se si riceveva un richiamo da parte dell’insegnante per qualche mancanza, i genitori, venendolo a sapere, si schieravano a favore di quel richiamo, invitando il figlio, attraverso punizioni informali, a responsabilizzarsi, nell’utilizzo di mezzi che gli consentissero di non ripetere lo stesso sbaglio. Non solo. Se nella vita quotidiana in gruppo ci si comportava male, era frequente che le figure adulte intervenissero per sottolineare la scorrettezza di quelle azioni. E’ chiaro che quel metodo autoritario oggigiorno appare improponibile per via dei suoi limiti. Occorre però sottolineare come il ruolo educativo del mondo degli adulti si sia pericolosamente indebolito, venendosi a caratterizzare addirittura come omissivo. Oggi gli adulti spesso si presentano ai giovani come disinteressati o assenti, il famoso “laissez-faire”. E’ vero, è cambiato il contesto sociale, ma non il sacrosanto dovere di educare i figli. La figura adulta deve quindi compiere lo sforzo di recuperare il suo ruolo di guida nei confronti dell’infanzia e dell’adolescenza. Solo il recupero di una figura adulta non omissiva può davvero aiutare i giovani nell’arduo cammino della vita. Ci sarebbe bisogno di genitori determinati a far valere i propri principi, rinunciando alla più facile strada del semplice atteggiamento amichevole nei confronti dei figli, anche a costo di qualche sacrificio personale.
Sostanze stupefacenti - L'assunzione di droga, in particolare l'uso di eroina, è una potenziale scelta di deterioramento esistenziale. Essa è, soprattutto, morte della libertà e della dignità della persona. E’ logoramento degli affetti, della famiglia, delle risorse economiche. E’ perdita della fiducia nel rapporto sociale e disagio nelle relazioni interpersonali. Uscirne è possibile, anche se non facilmente. Richiede l'impegno attivo di tutti. Non basta disintossicarsi, occorre migliorare la qualità delle relazioni con la famiglia, gli amici, le persone affettivamente significative. Curare e riabilitare i tossicodipendenti significa ridurre il rischio che i loro comportamenti si diffondano tra gli altri giovani ed adolescenti. Significa ridurre i gravissimi costi umani e sociali legati a lutti, malattie, carcerazioni. Sarà essenziale organizzare eventi invitando esperti del settore (psicologi, medici ecc.) per discutere della fenomenologia del caso, delineandone cause e conseguenze derivanti dall’assunzione di droga.
Bullismo - Il bullismo nuoce alla società in modo devastante, svantaggia lo sviluppo sociale ed economico, alimenta l'aggressività e la criminalità. Un paese moderno non deve tollerare tutto questo. In genere il bullismo è caratterizzato da un insieme di coefficienti quali: 1) Il persecutore prova piacere nel cercare di domare la vittima senza mostrare alcuna pietà per la sofferenza psichica o anche fisica del perseguitato. 2) La prepotenza del persecutore sul perseguitato è spesso legata alla superiorità dovuta all'età, alla forza fisica, o al sesso. 3) La vittima è più sensibile degli altri coetanei alle prese in giro, non sa o non può difendersi adeguatamente ed ha delle caratteristiche fisiche o psicologiche che la rendono più incline alla vittimizzazione. Il bullismo è un problema serio e frequente; sia la scuola che le organizzazioni giovanili devono affrontare il problema in maniera attiva. Se c’è stata una lamentela da parte di un genitore o se si notano atteggiamenti di bullismo tra pari, è opportuno organizzare una riunione del corpo insegnante sull’argomento con lo scopo di risolvere il problema o comunque di affrontarlo subito. A questo proposito si possono fare delle schede sulle cause del bullismo, sulle azioni che concretizzano comportamenti da bullo, sui
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sentimenti di ansia, isolamento e insicurezza che si insinuano nella vittima del bullismo e sui sentimenti e sulle azioni dell’oppressore e quindi sulle varie soluzioni che possano occorrere a fermare il bullismo. E ricordate che spesso la vittima del bullismo tende a nascondere l’atto di inciviltà che ha subito per paura di future rappresaglie e rivendicazioni contro la sua persona. La scuola è la prima vera istituzione sociale dove gli studenti devono essere incoraggiati a denunciare episodi di bullismo per un pronto intervento di autorità.
Giuseppe Caraglia
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“IL PARTITO CHE VORREI”
- Premessa: Parlare del “Partito che vorremmo” significa, raccontare i motivi per cui, con convinzione, e come giovani dell’Italia dei Valori, abbiamo fatto questa scelta politica. E si potrebbe partire dal considerare che per tutti noi oggi l’Idv è autentica alternativa politica: partito vicino alla Persona e ai suoi valori da difendere; partito che crede e trasmette quell’ansia di rinnovamento mirata a smontare una logorante politica del privilegio e dell’abuso di potere.
Non aspetti “accessori”, ma necessari punti di partenza per costruire il nuovo su basi diverse. Mantenerli tali diventa, quindi, l’impegno di ognuno di noi, come cittadini decisi a conquistarsi uno spazio di autentico protagonismo giovanile e a farlo crescere nel tempo sul nostro territorio.
- La questione morale: Nel partito che vorremo c’è, perciò, prima di tutto il rispetto grande per quella che viene detta “Questione morale”, che per una ragazza o un ragazzo significa aver scelto di fare politica partendo dall’attenzione ai valori umani, prima di ogni cosa; significa rispetto per l’altro, significa che la politica, così come la intendiamo noi, è vivere al meglio insieme e per gli altri. Significa aver fatto una scelta politica a favore della propria crescita umana, e sapere che si lotta e si va avanti per il rispetto incondizionato dei diritti inalienabili della persona: alla salute, all’ambiente, alla libertà di pensiero parola stampa, al lavoro.
Questo nuovo gruppo di giovani ha aderito all’Idv perché crede che nell’attuale quadro politico italiano sia il solo partito in grado di diversificarsi, e la “variante” fondamentale è inserita già nel nome che porta: i “Valori”, intesi non come moralismo e pregiudizio, ma come costruzione di una politica che entra nelle case, mette insieme le energie migliori per stare bene e sentirsi quello che, infondo, si è: parti fondamentali di una comunità. Un partito che non si scolla dalla cittadinanza, che sa essere umile, che sa intercettare quello che speso passa inosservato.
- La Legalità e i diritti fondamentali che essa racchiude: In secondo luogo questo è, di sicuro, il partito che vorremmo quando si parla della Legalità, intesa non come “giustizialismo”, ma come elemento fondante di una società che considera tutti i cittadini uguali; perché è nel concetto di legalità che si racchiudono un’infinità di diritti: quello alla trasparenza amministrativa per cui è un diritto accedere agli atti pubblici, è un diritto la pubblicazione di deliberazioni comunali, è un diritto essere uguali davanti alla Legge, è diritto inalienabile la dignità dovuta a ciascun individuo come persona.
- Un protagonismo autentico dei Giovani: Ritornando, invece, al ruolo che noi giovani Idv della provincia di Brindisi vorremo, quello che ci impegneremo a conquistare è uno spazio di protagonismo vero, in cui gli ideali che ci sono divengono impegno, e lotta quando serve.
C’è urgenza di ridare segnali di speranza ai giovani del Sud che meritano di essere valorizzati e sostenuti. Conosciamo tutti fin troppo bene la storia comune a molti di noi: decidere di rimanere al Sud spesso è scelta scambiata per una mancanza di coraggio, una specie di rassegnazione ad una vita che non sarà mai come quella che promette il Nord.
C’è, invece, una dignità dei giovani meridionali che rimangono che va difesa e aiutata ad emergere. Come? Indicendo, per esempio, i concorsi pubblici e scardinando la politica della raccomandazione, del politico di turno a cui si deve chiedere l’aiuto come si trattasse dell’elargizione di una grazia: il primo danno e il primo abuso che si compie contro ognuno di noi. In definitiva, quelli che vanno difesi sono proprio i punti fermi della politica dipietrista: l’ossequio della legalità che vigila, indaga e corregge soprusi e ingiustizie e il rispetto dei valori della persona che in nessun modo devono essere lesi, come invece accade e accade a molti, troppi giovani.
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Ecco perché l’Italia dei Valori che vorremmo deve sempre rimanere il partito che crede alle possibilità e non ai favori.
In quest’ultimo periodo, l’entusiasmo e la voglia di collaborare nata attorno a questo nuovo gruppo Giovani prende forza proprio dal credere che questi non siano “sogni” ma possibilità realizzabili.
E l’appartenenza all’Italia dei Valori non può che essere un forte stimolo a lavorare perché l’intelligenza del nostro territorio possa affermarsi ed emergere con le sue, molte, potenzialità.
Silvia Di Dio
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FIRMA DEL CANDIDATO COORDINATORE
FIRMA DEI SOTTOSCRITTORI

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