mercoledì 1 luglio 2009

indovina chi viene a cena!

da "Repubblica":

Il ministro per i rapporti con il Parlamento risponde alla Camera
sull'invito al premier a casa del magistrato della Consulta Mazzella

Vito:

"Alla cena coi giudici


non si parlò

del Lodo Alfano"

"Incontro non organizzato dal Governo". L'opposizione attacca. Per il Pd
"fatto gravissimo" e Di Pietro: "Risposta insoddisfacente e inaccettabile"


Vito: "Alla cena coi giudici non si parlò del Lodo Alfano"

Luigi Mazzella

ROMA - Alla cena a casa del giudice costituzionale Luigi Mazzella, cui hanno partecipato Silvio Berlusconi, il ministro della Giustizia Angelino Alfano, insieme ad un altro giudice costituzionale, Paolo Maria Napolitano, e al senatore Carlo Vizzini, non si è parlato del Lodo che porta il nome del Guardasigilli, che la Consulta inizierà ad esaminare il 6 di ottobre.

Lo ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito, durante il question time alla Camera, rispondendo così ad un'interrogazione del presidente dell'Idv Antonio Di Pietro. L'incontro, secondo Vito, "non ha avuto in alcun modo ad oggetto i temi relativi all'agenda della Corte costituzionale nè ipotesi di riforma del Titolo IV della Costituzione. Tale riforma compete al Parlamento, anche su iniziativa del governo".

"Tranquillizzo gli onorevoli interroganti: le iniziative del governo in materia di Giustizia - conclude Vito - saranno rispondenti al programma presentato al corpo elettorale e che gli elettori hanno premiato". La cena, continua Vito, non è stata organizzata dal Governo, ma "molte settimane prima" dallo stesso Mazzella e vi hanno partecipato anche le consorti degli invitati.

Eppure le polemiche non si placano e la spiegazione non convince l'opposizione, mentre crescono le adesioni - un migliaio di email sono arrivate a Repubblica - all'appello che circola su Internet per le dimissioni dei due giudici costituzionali. Il Pd continua a definire "gravissimo" l'incontro nella residenza privata del giudice Mazzella. "Puo' dire cio' che vuole, ma io trovo che decisamente non stia bene invitare qualcuno a casa propria, sul quale si è chiamati a decidere. Un magistrato, soprattutto se sta alla Corte Costituzionale, non dovrebbe mai farlo'', dice Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Partito Democratico. E il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, illustrando alla Camera la sua interpellanza, parla di toghe spregiudicate che con la loro condotta hanno "infangato la sacralità della Corte Costituzionale" e giudica la risposta di Vito "insoddisfacente e inaccettabile". Toni forti, che il ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi, non gradisce. Ne segue un battibecco in aula, con Bondi che alle parole di Di Pietro grida più volte "Vergognati", inveendo contro gli scranni dell'Idv, e poi lascia l'aula.

Per il vicepresidente vicario dei senatori Pdl Gaetano Quaglieriello è invece "del tutto ininfluente" l'invito a cena al premier Silvio Berlusconi da parte dei giudici della Consulta rispetto al prossimo giudizio di costituzionalità sul Lodo Alfano.

Il lodo, ribatte Quagliariello, "non è un provvedimento su Berlusconi, né la corte costituzionale è un tribunale chiamato a pronunciarsi sulla colpevolezza o sull'innocenza del presidente del Consiglio, come invece parrebbe di capire leggendo le parole della senatrice Finocchiaro. Il lodo Alfano è una norma di diritto e di civiltà, rispetto alla quale la consulta è chiamata soltanto a stabilire l'osservanza del dettato costituzionale e la rispondenza ai rilievi formulati nel 2004 dalla corte stessa, rispondenza su cui in autorevoli sedi si sono avute già indicazioni piuttosto chiare. E' evidente - conclude - che rispetto a tutto questo un invito a cena è del tutto ininfluente".

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