mercoledì 15 luglio 2009

GIORGIO NON FIRMARE


15 Luglio 2009
Giorgio non firmare


Siamo qui insieme agli amici della Rete, ai blogger, per quest’ultimo disperato appello. L’abbiamo chiamato "Giorgio non firmare", non per mancanza di rispetto, ma perché vogliamo avere fiducia nella massima istituzione di tutela della Costituzione. Signor Presidente, non la firmi questa legge, non è sufficiente rivederla “un po’”, stiamo parlando della legge che tutti chiamano blocca-intercettazioni, che è già una cattiva legge di per se, ma che in realtà dovrebbe essere rinominata “blocca-democrazia” perché imbavaglia l’informazione.
E’ una legge che impedisce perfino alle persone di parlare in Rete tra di loro. Una volta c’era l’agorà (termine con il quale nella Grecia antica si indicava la piazza principale della città), dove le persone si incontravano e discutevano, poi è arrivato il telefono e le persone hanno cominciato a parlarsi a distanza, oggi grazie alla Rete c’è un’agorà universale che unisce entrambi i concetti. Bene, è stata fatta una legge che di fatto dice, non riunitevi, non parlate, non comunicate, non dite più il vostro pensiero né ascoltate quello degli altri: non esiste più l’agorà.
La democrazia verrà abbattuta totalmente nel Paese perché in questo provvedimento, oltre al divieto di intercettare, oltre al divieto di comunicare e di informare su quel che sta accadendo all’interno dei processi italiani, c’è un emendamento truffaldino, delinquenziale che impedisce di comunicare anche attraverso internet e la Rete.
E’ un provvedimento anti-democratico, che approveranno nonostante questa manifestazione, e che deve impegnare tutti noi in Europa, perché è l’ultimo baluardo che avremo se Giorgio non ci ascolta, attraverso una direttiva che i nostri parlamentari a Strasburgo stanno già portando avanti anche se solo da ieri hanno cominciato a lavorare. Lo facciamo perché vogliamo che anche in Italia ci sia la volontà, e la possibilità, di informare ed essere informati affinché ci sia democrazia. Partecipiamo dunque, in questo giorno di lutto dell’informazione, a questa manifestazione perché possa esserci un atto di resipiscenza operosa, un atto di sensibilità e di informazione.
Quando sentirete questo messaggio sarà gia passato il giorno di protesta, di blocco della Rete che insieme abbiamo promosso, ma voi continuate a propagare il messaggio e soprattutto scrivete a Giorgio Napolitano, il Presidente della Repubblica, senza usare toni “cattivi” o ci accuseranno di minacciarlo, chiedetelo per favore come fa Italia dei Valori, quasi supplicatelo, supplicatelo ma non chiamare informalmente un ministro o qualche altra persona dicendogli “falla un po’ meno porcata questa legge”.
Le porcate son sempre porcate, un porco lo puoi vestire come vuoi, ma rimane sempre un porco, e questa è una legge porcata, ecco perché riteniamo di dover contestare.
Rimaniamo uniti in Rete, impegnamoci tutti ad un atto di disubbidienza civile: io personalmente, noi dell’Italia dei Valori, ma so che ce ne sono tanti altri tra giornalisti indipendenti, uomini della Rete e blogger continueremo ad informarvi nonostante il regime fascista e piduista italiano vuole impedircelo. Più saremo, e più sarà difficile fermarci.

Postato da Antonio Di Pietro in Informazione

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