giovedì 11 giugno 2009

10 Giugno 2009

Verso l'amnistia permanente

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Oggi si voterà la fiducia per il disegno di legge sulle intercettazioni. Della crisi economica e delle soluzioni per fronteggiarla nemmeno l’ombra. Per bloccare la fiducia abbiamo fatto appello al Presidente della Repubblica che ha il dovere di pronunciarsi sull’argomento intercettazioni e sul continuo svilimento delle istituzioni da parte del governo.

Non vogliamo renderci correi dell’assassinio della giustizia e del proliferare della corruzione che dilagherà in seguito all’introduzione delle nuove norme. Uno tsunami etico e sociale paragonabile ad un’amnistia permanente. Perché di questo si tratta quando si vuole limitare l’utilizzo delle intercettazioni agli “evidenti indizi di colpevolezza”, ossia quando vi è la certezza che l’intercettato sia colpevole (motivo per cui lo si sta intercettando!).

Non basta: il clown si traveste da statista, e mentre da una parte mortifica la costituzione, la giustizia, l’informazione e l’economia, dall’altra costringe gli italiani a subire l’onta e l’umiliazione della presenza di Gheddafi, accolto come un patriota, sul suolo di un Paese ex-democratico, l’Italia.

Capisco come solo un dittatore potesse onorarlo della sua presenza, così come capisco perchè Obama rimandi la visita a un governo amico dei regimi e delle democrazie stile sovietico, ad un momento istituzionale come il G8.

Dopo Gheddafi, a cui il Presidente del Consiglio ha donato a titolo personale 5 mld di euro pubblici, ora dobbiamo aspettarci l’arrivo di Omar Hasan Ahmad al-Bashir, dittatore del Sudan, magari invitato Vip al posto di Topolanek, al prossimo party di Villa Certosa.

Postato da Antonio Di Pietro in

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