lunedì 8 ottobre 2012

CONTRO I CORROTTI BISOGNA RADDRIZZARE LA ROTTA

Come nelle peggiori tradizioni dei governicchi e dei politicanti, la legge sulla corruzione peggiora di giorno in giorno, anzi di ora in ora. Ieri ancora la si poteva mandare giù, con un po’ di sforzo, perché almeno era un segnale positivo. Domani, per un partito serio e che vuole davvero combattere la corruzione come il nostro, anche questo potrebbe risultare impossibile.
Una legge che non prevede l’autoriciclaggio, il ripristino del falso in bilancio e un intervento drastico sulla prescrizione parte già col piede sbagliato. Noi lo diciamo da anni, una legge così, infatti, pretende di costruire una casa nuova e solida tenendosi le fondamenta marce messe da chi quella casa, cioè l’edificio della giustizia, voleva abbatterlo. E come si fa, signora ministro Severino?
Noi dell’Italia dei Valori abbiamo chiesto e proposto in tutti i modi di inserire queste norme, ma nessuno ci ha dato retta, sennò Berlusconi si offendeva e magari faceva pure cadere il governo.
La derubricazione a reato minore della concussione per induzione, cioè del reato chiave per quanto riguarda la corruzione nella pubblica amministrazione, è un regalo di Natale non solo per i corruttori e i corrotti di domani ma anche per quelli di ieri, che vedranno spalancarsi insperate possibilità di prescrizione.
L’idea di affibbiare tre anni di galera a chi ha pagato i funzionari anche se denuncia la malefatta, poi, è da camicia di forza. Vuol dire che nessuno denuncerà più nessuno, per non andarci di mezzo. E’ una specie di legge “anti-pentiti” applicata alla corruzione.
Gli ultimi ritocchi apportati dal governo non turano nessuna di queste falle ma aggiungono qualche nuovo danno. La corruzione tra privati è prevista solo in caso di querela, mentre è ovvio che una violazione delle norme che regolano la concorrenza deve essere punita comunque. Il traffico di influenze illecite, nella definizione minimalista che ne dà il governo, scatterebbe solo quando un funzionario compie qualche atto contrario ai suoi doveri d’ufficio. E’ invece chiaro che il traffico riguarda proprio l’uso scorretto di atti in sé formalmente corretti. Infine non si può pensare di allargare le maglie dei magistrati fuori-ruolo per combattere meglio la corruzione. Serve l’opposto, cioè più magistrati in ruolo.
Va bene dire che anche solo mandare un segnale minimo, oggi come oggi, è importantissimo. Ma che almeno sia un segnale nella giusta direzione e non in quella opposta. Si deve iniziare a danneggiare i corrotti, non tranquillizzarli.

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