mercoledì 3 ottobre 2012

ANTI-CORRUZIONE. PDL CON LE MANI NELLA MARMELLATA

La melina da parte del Pdl sul disegno di legge anticorruzione ha un unico scopo e l'Italia dei Valori lo ha denunciato da subito: ottenere il massimo del tornaconto per il partito e per il suo fondatore e padrone, Silvio Berlusconi. Soprattutto mettere una pietra tombale sopra i guai giudiziari del Cavaliere. Guai seguiti all'affaire Karima El Mahroug, la ragazza più nota come Ruby 'Rubacuori', arrestata a Milano il 27 maggio 2010 e rilasciata dopo la famosa telefonata dell'allora presidente del Consiglio che la qualificò come nipote del presidente egiziano Mubarak. Insomma, trasformare una legge sacrosanta come l'anticorruzione, fondamentale per il rilancio dell'economia e per l'immagine del nostro Paese all'estero, nell'ennesima norma ad personam. Come? Con la presentazione di alcuni emendamenti che mirano a modificare il reato di concussione e a stravolgere i processi in corso, compreso, appunto, quello su Ruby che tanto 'brucia' a Berlusconi.
Un “uso strumentale della lotta alla corruzione che è un'offesa al Paese, ai cittadini e alle Istituzioni". Lo dichiara il responsabile Giustizia dell'Italia dei Valori, senatore Luigi Li Gotti, che aggiunge: "Non siamo così stupidi da farci fregare di nuovo, né così stupiti che chi ci ha fregato per vent'anni ci riprovi adesso. Per anni Berlusconi e i suoi peones hanno usato il Parlamento per l'approvazione di leggi ad personam, per farsi gli affari propri sfuggendo furbescamente dai processi e dalle aule dei tribunali. Non vedo perché dovrebbero smettere di farlo adesso, se non c'è qualcuno che glielo impedisce.
Noi dell'IdV, sin dal primo momento, abbiamo lanciato l'allarme che dietro l'approvazione del ddl anticorruzione il PdL nascondesse un ricatto a uso e consumo del premier. Dopo l'emendamento salva-Ruby il tentativo è sotto gli occhi di tutti, i pidiellini sono stati trovati con le mani nella marmellata. Allora, poiché ci sono persone di buon senso che abitano il Parlamento e siedono al governo, chiedo al Pd di non prestare il fianco a quest'operazione e al governo, ministro Severino in primis, di non accettare accordi al ribasso. Con la lotta alla corruzione non si scherza - conclude Li Gotti - è un cancro che si sta mangiando il Paese".

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