giovedì 9 dicembre 2010

Riflessioni sullo Stalking, di Iacopina Mariolo

L’ennesimo fatto di cronaca , una giovane donna, madre , scevra da colpa e vittima dell’ennesimo stalker…una morte annunciata che POTEVA E DOVEVA ESSERE EVITATA

Una legge, quella sullo Stalking, che non tutela assolutamente le vittime, coloro che subiscono gli attacchi ahimé distruttivi, dello stalker.

Se ne parla sempre con riferimento ad una legge che appare riduttiva e di scarsa efficacia; nei vari luoghi dell’intrattenimento mediatico si afferma all’unisono che la legge non consente di porre freno al fenomeno, né, ed è più grave, di proteggere le vittime ( nella maggioranza dei casi, l’82% donne ) dagli atti estremi del proprio perseguitore). I dati riferiscono che almeno il 39% dei crimini sonno annunciati, cioè preceduti da azioni violente ancor prima dello esito estremo, cioè la morte della vittima di stalking.

Siamo bravi anche a discutere in seminari e simposi sul fenomeno, sulle possibili cause ed i rimedi….ma del tutto incapaci sia di PREVENIRE con efficacia l’irreparabile che di PROPORRE interventi concreti di tutela immediata e costante delle vittime.

Le tante morti annunciate devono necessariamente trovare una risposta costruttiva e, direi, non solo nella revisione della legge, ma in una nuova sensibilità collettiva .

Lasciamo infatti ai giuristi il compito di tale revisione e proponiamo alcuni suggerimenti in tema di presa di coscienza del fenomeno e di possibili interventi

1) Ove è la donna, vittima dello stalking, ammettiamo finalmente che nel secondo millennio esiste ancora un pregiudizio oltremodo radicato nella mentalità maschile, per cui la donna è oggetto di possesso da parte dell’uomo ( marito compagno, fidanzato…) anche se ex, quasi non le fosse consentita un’esistenza libera dal giogo del possesso maschile...

Se ne parla tanto, è vero, ma oltre le considerazioni da talkshow, nulla si fa per interferire in maniera massiccia e fattiva .

Le vicende rosa di una politica al maschile, dalla Levinsky agli accadimenti del tutto made in Italy che ben conosciamo, di fatto si pongono come modelli di riferimento per una “Kultura” della clava , oltre ogni rispetto per la figura femminile e, soprattutto, rinforzano comportamenti di disprezzo ed uso nei riguardi delle donne ;

2) Si è perso il concetto di individuo soggetto A TUTELA( cioè da proteggere) , ciò riguarda l’infanzia, ma anche gli anziani ed i soggetti affetti da disabilità di vario tipo.

Accade ad esempio, che i bambini vittime di violenze ed abusi spesso non trovino l’adeguata protezione, o per l’ignavia dei soggetti istituzionalmente preposti a tale compito, o per il timore di interventi volti ad una opportuna decisionalità motivata dalle caratteristiche di fragilità di tali vittime.

Può accadere infatti che agenzie educative quali la scuola, a volte preferiscano affossare e nascondere più che intervenire adeguatamente.

3) E’ necessario procedere ad una progettazione e realizzazione di interventi efficaci e non di facciata, con la creazione di reti e modelli di intervento che offrano un valido sostegno a partire dalla prevenzione, informazione – formazione, consulenza ; azioni positive con risposte immediate di tutela quali la protezione delle vittime mediante appositi programmi ( dalle case rifugio all’inserimento in percorsi di protezione per le donne ed i figli se presenti).

Ad oggi non rimane altro che rivolgere un pensiero di condivisione e di partecipazione al dolore profondo che ha colpito e colpisce intere famiglie, ma una proposta immediata, ispirata dal cuore l’avrei:

sarebbe opportuno che nelle pubbliche amministrazioni, nei luoghi del governo e diciamo così”del potere”( in questi giorni travolti da faccende che la politica definisce di primario interesse), si lasciasse ampio spazio a momenti di partecipazione, riflessione attiva e discussione su tali accadimenti NON IN VISTA DI RISULTATI ELETTORALI MA DI PROMOZIONE UMANA E SOCIALE .

E soprattutto, per tutti noi, è importante ritrovare quell’intento di solidarietà che non vive di riflettori mediatici, ma di empatia e di azioni positive ove possibile, senza testimonianze o ringraziamenti….

Brindisi, 09/12/2010 Iacopina Mariolo

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