giovedì 27 settembre 2012

LA GALERA NO

“L’Italia dei Valori chiede di rivedere urgentemente l’art. 595 del codice penale, nella parte in cui prevede, come sanzione, anche la pena della detenzione”. Lo chiede il presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, al ministro della Giustizia, Paola Severino, durante il question time alla Camera. “Noi siamo convinti che l’informazione libera sia l’essenza della democrazia, ma siamo anche convinti che non si debbano offendere la reputazione, l’onore e il decoro della persona. Quindi, chi diffama deve essere punito, ma non con il carcere. Un reato d’opinione punito con la carcerazione mette a rischio l’informazione libera e plurale, imbavagliandola. Io personalmente, che ho centinaia di cause con chi mi diffama tutti i giorni, preferirei confrontarmi con questi per far loro cambiare idea su ciò che hanno scritto e per farmi risarcire del danno, piuttosto che vederli in galera. Questa non è democrazia, ma è una manovra di stampo fascista”.
Nella controreplica Di Pietro spiega: “Non vi è dubbio che la libertà di stampa è fondamentale ed è costituzionalmente garantita. Così come è garantito il principio della tutela della reputazione della persona. Pertanto, non si deve utilizzare l’informazione come strumento per delegittimare le persone e produrre dossieraggio. Io di dossieraggi ne ho subiti a decine, anche da Sallusti che oggi è sottoposto al giudizio definitivo della Cassazione. Ritengo, però, che non sia giusto punire con il carcere chi fa informazione, perché ci sono altri strumenti come il risarcimento del danno, la pena pecuniaria, e l’obbligo di ammettere il proprio errore con le stesse modalità con cui ha diffamato. In nome dell’art.77 della Costituzione avete già fatto 34 decreti legge con 34 fiducie. Credo che chiunque ritenga giusto e urgente far evitare la galera per un reato d’opinione, anche se la persona in questione si chiama Sallusti”.

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