giovedì 15 novembre 2012


Il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, ha inviato una lettera al Presidente della Rai, Anna Maria Tarantola, e ai componenti del CdA Rai per denunciare la mancata informazione da parte del servizio pubblico sui quattro referendum, come previsto dalla nostra Costituzione.
“Illustre Presidente, come Lei sa – si legge nel testo - è in corso in tutta Italia la raccolta delle firme per quattro referendum popolari per la cancellazione del finanziamento pubblico dei partiti, della “diaria” percepita dai parlamentari e di norme della “legge Fornero” relative alle modifiche dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e le deroghe ai diritti previsti dai contratti nazionali di lavoro stabilite da normative approvate dal precedente Governo. Si tratta di argomenti di grandissima rilevanza politica e sociale che non possono essere ignorati o marginalizzati dal Servizio pubblico radiotelevisivo. Purtroppo, alla luce dei dati di fatto e di ciò che i cittadini possono constatare direttamente, la RAI ha dato e sta dando scarsissimo rilievo ai temi oggetto dei referendum. Nei telegiornali, nei giornali radio e nelle trasmissioni di approfondimento giornalistico, vi sono solo scarsissime tracce dell’attività di raccolta delle firme e mancano totalmente discussioni e confronti sulle questioni oggetto dei quesiti referendari. In passato, in occasione analoghe a quelle attuali, la Rai, anche su impulso della Commissione parlamentare di vigilanza, si è adoperata per far sì che, nella fase della raccolta delle firme, il servizio pubblico radiotelevisivo aprisse la propria programmazione radiofonica e televisiva all’approfondimento e al confronto sui problemi oggetto dei referendum.
Come forza politica promotrice, insieme a SEL, ai Verdi, al Pdc, al Prc, alla Fiom, a “Lavoro e società” della Cgil, “alla Cgil che vogliamo”, ad Alba, ad art.21, dei referendum popolari, Le chiedo un immediato intervento che assicuri, attraverso una informazione corretta e completa, il rispetto dell’unico strumento previsto dalla nostra Costituzione per dare direttamente la parola ai cittadini. Certo della Sua sensibilità sul ruolo e la funzione del servizio pubblico radiotelevisivo, resto in attesa di una Sua risposta che mi auguro positiva”.

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