lunedì 9 gennaio 2012

MONTI, LA SVIZZERA E QUEI CAPITALI DA RIPRENDERE

Nell'intervista pubblicata oggi su La Stampa analizzo la situazione economica italiana e le possibili soluzioni.

Il rientro dei capitali dalla Svizzera, sono 160 miliardi di euro illegalmente esportati, una cifra che permetterebbe all’Italia di risolvere gran parte dei suoi problemi. Quando Fabio Fazio ha chiesto al presidente del Consiglio se si stava lavorando ad un accordo con la Svizzera, Monti ha sorriso e ha lanciato una delle sue usuali frecciate. «In Italia l’hanno chiesto alcuni che dicono mai più condoni». Il riferimento era abbastanza chiaro. Ce l’aveva, ad esempio, con l’Italia dei Valori che sulla tassa sui capitali all’estero sta combattendo una battaglia in Parlamento. Ma che al tempo stesso ha avvertito tutti di essere contrario ai condoni.

Antonio Di Pietro, che ne pensa: Ce l’aveva con voi il presidente Monti?
«Il presidente del Consiglio non riesce ad essere ancora preciso né sulla questione dei capitali all’estero né sul contributo di solidarietà che ne dovrebbe derivare. A noi dell’Italia dei Valori dispiace che per parlarne nell’intervista abbia fatto ricorso ad un paragone che non ha alcuna ragione di esistere, invece, a nostro avviso. Anzi, è il contrario: perché è verissimo che noi non vogliamo condoni ma è vero anche che non vogliamo nemmeno lo scudo fiscale: noi chiediamo il sequestro dei beni. Visto che invece il governo precedente li ha scudati allora chiediamo almeno un contributo. Ci sembra il minimo che si possa chiedere».

E che cosa ne pensate di un accordo con la Svizzera per far rientrare i capitali all’estero?
«Abbiamo presentato un emendamento molto chiaro. Da un lato chiediamo un aumento della sovrattassa sui capitali scudati dall’1,5% vergognoso chiesto dal governo Monti al 15%: così si rimedia alla vergogna dello scudo fiscale, incassando almeno altri 10 miliardi di euro. Ma al tempo stesso chiediamo che chi non ha aderito allo scudo fiscale e quindi abbia capitali all’estero debba essere sottoposto all’inversione della prova: se vengono trovati spetta a chi ne è in possesso di dimostrare la provenienza lecita altrimenti debbono essere sequestrati».

L’Idv e il governo Monti insomma hanno posizioni diverse sul tema dei capitali all’estero: andrà a finire che non darete il vostro sostegno al governo nella fase 2?
«Non vorrei che un aspetto particolare come quello dei capitali all’estero faccia dire a tutti che l’Italia dei Valori non aiuterà Monti. La verità è che è difficile rispondere a questa domanda perché finora sappiamo che cosa dice il governo Monti, non quello che fa. Siamo in attesa. Possiamo dire che se anche dovesse rispettare quello che ha detto, di sicuro alcune posizioni sarebbero condivisibili altre meno».

Che cosa condividete?
«Sì alla Tobin Tax, sì a non approvare nuove manovre sulla tassazione, sì a interventi sulla concorrenza e sulle liberalizzazioni. Lo aiuteremo di sicuro su questi temi».

E quando si tratterà di approvare le misure sui capitali all’estero?
«Spero che per quella data Monti abbia le idee più chiare. Per il momento a me sembra solo che sia molto incerto, che non sappia davvero che cosa fare. Forse lui non vuole ma ha capito che si deve e nell’attesa non sa che fare, come salvare capra e cavoli».

E quindi?
«E quindi aspettiamo. L’importante è sapere che noi dell’Idv, al contrario di Monti, le idee le abbiamo ben chiare».

intervista di Flavia Amabile.

Postato da Antonio Di Pietro

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